28 novembre 2006
Inciviltà
Leggo e rileggo la risposta di uno dei medici alla richiesta formale di Welby.
Mi torna in mente una frase di Piero nella sua lettera al Presidente Napolitano: “Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa giocare con la vita e il dolore altrui”.
Questo è un paese nel quale, giocando con le parole, si fa in modo che la sofferenza di un essere umano precipiti nell’indifferenza.
Questo è un paese nel quale, giocando con le parole, ci si fa beffe del principio di autodeterminazione degli individui.
Questo è in paese nel quale, giocando con le parole, si impedisce a un medico di svolgere il suo lavoro e di rispettare la volontà di un suo paziente.
Un paese del genere, per dirlo in italiano, è un paese incivile.
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