07 dicembre 2006
I buoi e gli asini
Avvenire, con un corsivo di Davide Rondoni, torna ad occuparsi del caso Welby; l’articolo, che vi invito a leggere se avete qualche minuto libero, consiste in una incredibile serie di inesattezze, luoghi comuni e mistificazioni, su cui ribattere punto per punto sarebbe anche interessante, se non implicasse un impegno decisamente sproporzionato rispetto alla sua importanza.
Mi limito a segnalare la conclusione dell’articolo: “Vi interessa una battaglia filosofica, di principio. Sostituire alla vita lo Stato. Come se l’uomo dovesse rispondere solo a se stesso e alla Legge, e a nient’altro”.
Risponda pure a chi meglio crede, Rondoni: renda conto a Dio, se ritiene di doverlo fare, o “alla vita”, ammesso che “rendere conto alla vita” sia una frase di senso vagamente compiuto; io, da parte mia, prendo ispirazione dalle sua parole e rivendico il diritto di rispondere solo a me stesso e alle leggi del paese in cui vivo: è un diritto del quale, malgrado i loro sforzi, Rondoni e compagni non possono privarmi.
Il fatto che ci si provino, vigliaccamente, con Piero Welby e con migliaia di malati nelle sue stesse condizioni, accusando di strumentalizzazione coloro che si adoperano per difenderne i diritti, è la riprova dell’esattezza di un vecchio adagio nel quale il bue dà del cornuto all’asino.
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