21 dicembre 2006

Il silenzio degli indecenti

La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione”. (Isaac Asimov)

Prima di ricordarmi che i giornali italiani sono in sciopero ho già cliccato automaticamente sul Corriere.it, che mi restituisce con inappuntabile diligenza le notizie di ieri:

Politica e cittadini, appello di Napolitano
Bush: «Più soldati in Iraq»
L’Inter è già campione d’inverno

Della morte di Piero Welby, naturalmente, nessuna traccia.
Niente ipocrite dichiarazioni di cordoglio dei politici, integralisti anatemi dei clericali, repentine commozioni degli opinionisti, sciatti speciali composti in quattro e quattr’otto, squallidi scoop sulle ultime parole del moribondo.
Il senso di irrealtà che dovrei provare guardando quella pagina, la pagina di un giorno che non c’è più, lascia il posto ad un sollievo profondo, a un senso di insperata leggerezza: chissà che questo silenzio provvidenziale non sia la colonna sonora più appropriata per la morte invocata da Piero, per il coraggio della sua battaglia, per quello che si agita nel cuore di tutti i compagni che l’hanno sostenuta.
Ci sarà tempo, e tanto, per farsi sangue cattivo.
Oggi mi va bene la pagina di ieri.

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