Grazioso incipit di Vittorio Sgarbi nel suo articolo odierno sul Giornale:
«Dunque, non è una richiesta di diritti la ridicola pretesa giuridica di ottenere approvazione e previdenza sociali per il libero esercizio dei propri piaceri, spesso confinanti, per chi avesse il coraggio di ammetterlo, con la pedofilia e la prostituzione».
Non credo sia necessario alcun commento per sottolineare quanto le quattro righe che precedono siano gravemente (oltre che gratuitamente) offensive: mi limito a sottolineare che al posto di Sgarbi mi guarderei bene dal maneggiare con tanta disinvoltura la categoria del
ridicolo e il concetto di
prostituzione.
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