Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Eugenio Montale, Ossi di seppia, 1931
Buona notte.
RispondiEliminaSai Alessandro, leggendo il primo verso ho pensato. Che bravo Alessandro, sembra Montale per poi rendermi conto che era Montale. Non ricordavo questa poesia ma riconosco la musica scabra dei suoi versi. Io preferisco la prosa alla poesia ma se mai dovessi scegliere tra tutta la prosa del mondo e la poesia di Montale, sceglierei Montale. ... "ed io me n'andrò zitto
RispondiEliminatra gli uomini che non si voltano, col mio segreto".
P.S. Mi sembra che dietro "tra gli uomini che non si voltano" ci fosse una citazione, a un quadro?
Labile memoria! Un abbraccio.
Ale, se non ho parole
RispondiEliminacapisci lo stesso, vero?
@Dyotana-> buongiorno.
RispondiElimina@giulia-> scrivendo il primo verso anch'io ho pensato che fosse mia...un abbraccio anche a te.
@petite julie-> capisco meglio.
L'opera omnia di Montale ha stazionato sul leggio un annetto buono, prima della Szymborska. Regalo di un amico che ora è tra i più. Se n'è andato zitto, tra gli uomini che non si voltano...
RispondiEliminaBaci
valeria
Un bacio a te.
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