«Anch’io sono stato accusato di fare confusione tra invertiti(*) e pedofili».
La procedura è la stessa recentemente utilizzata da Prosperini e da Bagnasco:
si fa una dichiarazione orrenda, possibilmente a sfondo omofobo;
si registrano le inevitabili reazioni di chi l’ha letta;
si chiude la questione affermando di essere stati fraintesi;
il tutto, ovviamente, senza premurarsi di spiegare per quale motivo si sia verificata l’incomprensione, né tantomeno quale fosse il concetto che in realtà si intendeva esprimere.
Ieri, durante un diverbio automobilistico, uno mi ha tagliato la strada e io ho provato a utilizzare la stessa strategia:
Alessandro: attento a come guidi, frocio!
Automobilista: adesso scendo e ti gonfio di botte!
Alessandro: mi spiace, sono stato frainteso…
Tuttavia, nonostante la mia pronta smentita, il tipo mi ha picchiato lo stesso.
Dev’esserci proprio qualcosa che mi sfugge…
(*) Sul termine scelto da Andreotti per indicare gli omosessuali ci sarebbe da scrivere un altro post. Non è detto che dopo non lo faccia.
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