09 luglio 2007

Copia e incolla selettivo

Tornato da Bruxelles, ho avuto modo di leggere con un attimo di calma i 13 “cantieri” proposti da Daniele Capezzone nel suo sito decidere.net.
Un lodevole lavoro di copia e incolla, non c’è che dire: dei 13 obiettivi, tre o quattro sono stati prelevati direttamente dai 31 punti di Fiuggi della Rosa nel Pugno, cinque o sei sono la riproposizione di storiche battaglie radicali, un paio rispecchiano le recenti indicazioni di Montezemolo in campo economico, e uno (il primo) è addirittura un cavallo di battaglia friedmaniano di antica memoria.
Al tuo posto sorvolerei, mi si dice, ché le idee non sono proprietà di alcuno, e decidere di farle proprie non è certo una colpa: semmai, mi spiegano, trattasi dell’encomiabile lavoro di chi quelle idee intende metterle in pratica, e pertanto le raggruppa in ciò che viene comunemente denominato programma, allo scopo di perseguirne la realizzazione con organica coerenza.
Tuttavia, mentre mi rassegno (pur con qualche dubbio) a sorvolare, vengo assalito dalla consapevolezza che tra queste idee, peraltro mutuate da altri, non v’è il minimo accenno ai diritti civili: che so io, un mezzo punto dedicato al testamento biologico, uno sprazzo di laicità, un tantino di unioni civili, un’idea di ricerca scientifica. Niente.
Il che, a meno che lo scrivente non abbia un’idea distorta di cosa significhi dichiararsi liberale, costituisce una scelta quantomeno eccentrica: al punto che si potrebbe rilevare, con una punta di malizia, che l’elencazione capezzoniana altro non sia che la riproposizione di temi radicali depurata dagli elementi più invisi al fronte clericale e al vaticano; una sorta, per così dire, di passaporto per un ingresso più agevole nella compagine di (centro)destra, o addirittura per la vagheggiata leadership di un ipotetico partito confindustriale.
Non sono il primo, com’era ovvio attendersi, ad aver sollevato il rilievo: altri l’hanno mosso prima di me, sicuramente in modo più tempestivo e probabilmente meglio; a costoro è stata fornita, direttamente da uno dei più autorevoli firmatari del network, una risposta decisamente suggestiva: i temi legati ai diritti civili sarebbero impliciti, giacché non v’è dubbio che Daniele, ove interpellato sui cosiddetti argomenti “eticamente sensibili”, si pronuncerebbe sicuramente nella direzione della laicità e della libertà di scelta individuale; dubitarne significherebbe non tenere conto della sua storia personale e politica, la quale sarebbe invece sotto gli occhi di tutti in modo talmente esemplare da fugare ogni ragionevole dubbio.
Spiegazione non priva di qualche acume, non c’è che dire, ma non per questo convincente, poiché, a parere di chi scrive, lascia senza risposta almeno tre interrogativi:
  1. Non appare evidente che esista una differenza sostanziale tra includere esplicitamente un tema nel proprio programma politico e limitarsi a dichiarare che, ove interpellati su quel tema, ci si pronuncerà in senso ad esso favorevole?

  2. Se tanto mi dà tanto, perché anche gli argomenti pescati direttamente dalle battaglie radicali non sono stati dati per scontati? Si deve forse ritenere che per quei temi, a differenza dei precedenti, la militanza capezzoniana non parli da sé, ma abbia bisogno di ulteriori e puntuali enunciazioni?

  3. In un momento storico come quello che viviamo, caratterizzato dalla feroce recrudescenza dei vertici vaticani e dalla sistematica demolizione del concetto di laicità, le tematiche legate ai diritti civili e alla libertà di scelta non dovrebbero essere le ultime a poter essere date per scontate? Non dovrebbero, piuttosto, essere affermate e sostenute con una chiarezza e una decisione, se possibile, ancora più marcate?

I tre interrogativi appena enunciati, a mio parere, sono abbastanza precisi e concordanti da costituire la prova che i diritti civili siano stati espunti dal programma capezzoniano al solo scopo di renderlo più digeribile; se così non fosse, d’altra parte, prima di operare il copia e incolla non sarebbe stato più comodo cliccare su seleziona tutto?

10 commenti:

  1. Dunque. Premetto che io ho aderito a decidere.net. Perchè non amo l'immobilismo. Perchè trovo l'atteggiamento politico dei radicali italiani nell'ultimo anno e mezzo semplicemente scandaloso (come possano sedere accanto ai rifondaroli con la loro storia mi risulta tuttora un mistero irrisolto). Perchè sono stufa dei mugugni.
    Certo che quello scritto da Capezzone non è tutta farina del suo sacco. Nessuno lo pensa e credo nemmeno lui. In effetti lo scopo del network è di coagulare coloro che sono favorevoli almeno ad un certo tipo di riforme (migliorabili) intorno ad un progetto bipartisan. Perchè le contrapposizioni sono solo carta straccia e tempo sottratto alle riforme. Inoltre coagulare persone attorno ad un pool di idee condivisibili da un'ampia fetta di persone, secondo me ridà il giusto peso ai temi etici: nel personale e non nel politico. E' quindi un messaggio piuttosto forte, altro che silenzio imbarazzante. Qui i vari nemici, secondo me, sono i fautori dello statalismo e quelli dello 'stato sociale'. Questo non vuol dire che un certo tipo di aiuto sociale non sia collegabile al liberalismo: significa solo non fare dello stato, uno stato meramente assistenziale (come molti vorrebbero, sia a destra che a sinistra). E qui viene l'altra verità: allorquando queste riforme siano attuate ed il nostro paese si allinei alle riforme già in atto in altri paesi europei sotto governi di varia ideologia (Aznar in Spagna prima di Zapatero e Blair in Gran Bretagna) chi avrà più il coraggio di affermare che aiutare la famiglia sia votare una scandalosa legge 40 o tornare indietro sulla legge 194? Io credo che allineare l'Italia all'europa può solo detendere l'integralismo su varie sponde. Magari sarò idealista, ma certo non più di una Bonino che fa il ministro in un governo dove a dettare l'agenda sono coloro che ha sempre combattuto...alla faccia della coerenza....

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  2. Personalmente credo che Capezzone potrebbe tranquillamente camminare a braccetto della Almirante e la cosa non mi stupirebbe.
    Anni e anni come Ganimede di Pannella non lo hanno purtroppo reso più sensibile ai temi sociali. Per altro, i tavoli vari da lui proposti...
    non esistono già le camere per questo?

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  3. sono d'accordo con inyqua. anche se quelle riforme non sono una condizione sufficiente, dato che in futuro negli stati uniti, dove io vivo, si potrebbe instaurare un tentativo di ingegneria sociale schizofrenico con la proibizione dell'aborto, poiche' questa corte suprema ha intenzione di fare altri danni.

    a me daniele non e' che abbia convinto particolarmente, quello che trovo inaccettabile e' il lavoro di ostilita' di pannella e dei suoi giannizzeri, gente sulla cui onesta' intellettuale non si discute ma che a dire poco e' impegnata in una difesa paranoica del leader. se non mi riiscrivo al partito, di cui ho avuto la tessera per diversi anni, e' anche per gente cosi'. se uno merita di essere espulso da un partito, che venga espulso e schiantiamola li', lo psicodramma radicale di questi giorni e' ridicolo, e se il partito e' allo 0,2% le colpe non sono tutte di daniele.

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  4. Bella la colonna sonora :)
    per Inyqua, IMHO: per me il mistero irrisolto è come abbiano potuto sedere accanto a Berlusconi. Con la loro storia, appunto.
    Capisco male o ritieni la relazione economica unicamente derimente in un programma politico? Mi ricorda molto Carletto. E poi, cosa c'è di più politico dell'ethos?
    Dubbi di una notte di mezza estate. :))
    ciao

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  5. Concordo col post e concordo con Valeria (anche se non sono sicuro di avere capito chi è carletto....forse karletto?)

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  6. Prendo atto della vostra opinione, amici miei (e dico amici miei con sincerità, visti i nomi che sono sotto questi commenti); ci tengo a precisare, però, che il post riguarda i 13 punti del programma di Daniele, e non un parere sulla vicenda del suo allontanamento dal partito; sulla quale, come qualcuno di voi sa, ho peraltro una posizione niente affatto capezzoniana. Questo, però, è un altro discorso.
    Anche prescindendo da quella opinione, tuttavia, io reputo i punti del network insoddisfacenti.
    E, credetemi, mnentre lo dico prescindo sul serio.

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  7. Io quoto Inyqua e Anskij. E sono molto amareggiata per quello che sta accadendo nel mio partito.

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  8. quoto in toto inyqua pure io.

    @samelesiani:
    le posizioni di Capezzoni in tema di diritti civili sono note, e non divergono dalle posizioni storiche dei radicali.
    Dici bene, ci sarebbero le camere per decidere su tematiche tipiche delle 13 questioni: ma decidono/hanno deciso, negli ultimi quindici anni, su questi punti dolenti che meritano improcrastinabili riforme?

    Lo stimolo esterno, che sia il referendum od il tabolo "di chi ci sta", e' benvenuto, direi.

    Saluti.

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  9. Valeria: che a te piaccia o no nel centrodestra, escluse alcune frange non piccole di AN, le posizioni liberali in fatto di economia sono più rappresentate che fra ibertinottiani o (aiuto!) i nopasdaran dilibertiani. Questo è un fatto che rende ragione del perchè i radicali si siano trovati apparentati a berlusconi (che peraltro non suscita i miei entusiasmi).
    Ovviamente personalmente non penso che la relazione economica sia 'unicamente dirimente'. Figurati che a me interessa la bioetica! Non posso però fare a meno di constatare che in europa, dove la questione economica è stata indirzzata in un certo modo (e ci piazzo pure la 'vostra' spagna zapaterista, che si è guardata bene di gettare a mare le riforme di aznar...)anche i temi etici hanno trovato 'pace'. Penso alla francia di sarkozy, un conservatore che non ha paura di prendere posizioni che da noi manco la 'destra di governo' (leggi margherita) è in grado di prendere....
    Nessuno dice 'solo economia' ma 'prima l'economia e a seguire i temi etici'. Naturalmente se la maggioranza degli italiani lo vorranno...Per chi non accetta la battaglia politica è d'obbligo...ognuno la fa dove gli garba: io me la vedo con Volontè, voi con Mastella...alla faccia del meglio....:-)

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  10. @ Fuffa: ho rispetto per tutti i volenterosi che possono essere, per me, i volontari dei banchetti per i referendum e mille altri. Non mi piace molto, questa è solo una mia opinione, quando i parlamentari diventano volenterosi. Con questo non prendo le difese di Grillo. Ma ribadisco che le vere manovre legislative - che è poi ciò che ci serve - passano inesorabilmente (inesorabilemente per questo 50%) dalle Camere.

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