Ruini ha spiegato di non aver avuto scelta nel negare i funerali religiosi a Piergiorgio Welby. «Sono io personalmente che ho preso quella decisione - ha ricordato Ruini - per un motivo di ordine logico, dispiaceva anche a me dire no. Sapevo quanti strali mi avrebbe attirato, quanto disagio potevo creare, e soprattutto che avrei aggiunto sofferenza alle persone a lui legate: questo soprattutto mi ha addolorato però ho pensato che non c’erano scelte». Il cardinale ha ricordato che per la Chiesa «il suicidio è intrinsecamente negativo» ma che oggi tende a concedere il funerale religioso ai suicidi presupponendo che sia mancata «la piena avvertenza e il deliberato consenso» perché la persona era «turbata psichicamente». «Nel caso di Welby - ha spiegato il porporato - era molto difficile, del tutto arbitrario e anche irrispettoso verso di lui dire questo». Questo perchè il paziente aveva più volte manifestato proprio il desiderio di morire.
Temo di non aver capito bene: Ruini afferma di aver negato i funerali religiosi a Piero Welby perché la sua scelta non era riconducibile ad una momentanea depressione, ma costituiva invece un intendimento assunto consapevolmente ed espresso pubblicamente.
Se non ricordo male, tuttavia, erano proprio quelli del fronte cattolico, prima che Piero morisse, a stracciarsi le vesti blaterando che la sua decisione, apparentemente lucida, doveva in realtà considerarsi il frutto della disperazione legata alla malattia che lo affliggeva: e proprio in base a quell’ipotesi sostenevano che non dovesse essere assecondato nella scelta di porre fine alla propria vita, ma piuttosto assistito e aiutato a superare il momento di depressione che lo affliggeva.
Bisogna forse dedurre che Piergiorgio Welby fosse incapace di intendere e volere quando si cercava di lasciarlo attaccato al respiratore, e che abbia riacquistato improvvisamente le sue piene facoltà quando si è trattato di negargli il funerale?
Oppure la verità è che Ruini e i suoi sodali, una volta tanto, farebbero bene a decidersi?
Infatti mi stupisco anch'io.
RispondiEliminaCredevo di aver fatto abbastanza anni di vita ecclesiale per saperne qualcosa di dottrina morale.
E invece scopro che il suicidio non è stato mai declassato veramente.
Ovviamente adesso non andrò a dire ai tanti miei conoscenti che hanno subito il suicidio di un padre o fratello che la Chiesa lo considera peggiore di un serial killer o di un pedofilo.
Ruini: «Io spero - ha aggiunto - che Dio abbia accolto Welby per sempre, ma concedere il funerale sarebbe stato come dire 'il suicidio è ammesso'»
RispondiEliminaCome a dire "Dio perdona, noi no".
Mi ricorda gli spaghetti-western.
Sarei curioso di sapere se sono stati fatti funerali religiosi alla guardia svizzera che si è fatto saltare le cervella un paio di giorni fa proprio in Vaticano.
RispondiEliminaPer Finazio: sì sono stati fatti, così come per Nuvoli.
RispondiEliminaA Metil grande post!
J.
Ruini mi ricorda il Grande Inquisitore del racconto dei Fratelli Karamazof, quello che incontra Gesù e, pur riconoscendolo, lo vuole uccidere di nuovo. La differenza fra il Grande Inquisitore e Ruini è che il primo alla fine lascia andare Gesù. Avrei qualche dubbio sull'epilogo nel caso di Ruini...
RispondiEliminaN.B.: ho sudato sangue per questo commento: il PC o la connessione mi stanno facendo dannare....
@francesco-> temo che il declassamento operi a loro piacimento...
RispondiElimina@klochov-> già, Sergio Leone ne avrebbe tratto materiale per una trilogia.
@finazio-> Eccome.
@J.-> Grazie.
@uyulala-> condivido i tuoi dubbi, e grazie per l'ostinazione.
Fatemi capire: dopo tutti questi discorsi sul mistero della vita, sull'amore incondizionato verso i nostri fratelli, di una chiesa madre misericordiosa che accoglie tra le sue braccia i sofferenti che addirittura "le appartengono" si sceglie consapevolmente di causare ulteriore dolore a chi ha appena perso qualcuno per motivi di "ordine logico"?
RispondiEliminaViva la carità cristiana.
E con questo post, ti ho aggiunta tra i miei link.
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