«È sacrosanta la proposta di Grasso di mettere fuori dalle liste gli inquisiti di mafia».
Ora, a meno che io non sbagli, un inquisito è semplicemente qualcuno su cui un magistrato ha deciso di indagare; non si parla, quindi, di escludere dall’elettorato passivo chi è stato condannato in via definitiva, né chi è stato rinviato a giudizio (ipotesi, queste, già di per sé quantomeno discutibili, almeno a mio parere): secondo Bertinotti un semplice avviso di garanzia dovrebbe essere sufficiente per escludere un cittadino dalle liste elettorali.
Mentre rifletto sul fatto che secondo questo criterio Enzo Tortora non avrebbe potuto essere candidato, vi incollo qualche passaggio di un illuminante articolo tratto dal sito Peacereporter:
Le tappe del percorso evolutivo delle elezioni iraniane
Alle prime elezioni presidenziali, ben 134 persone si proposero come candidati. La loro idoneità doveva però essere confermata dalla guida suprema della rivoluzione e fondatore della Repubblica Islamica, l’Ayatollah Ruhollah Khomeini.
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Le seconde elezioni si sono tenute il 24 luglio del 1981. In quell’occasione gli aspiranti candidati erano 71. Di questi, solo 4 vennero giudicati idonei.
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La terza elezione, nell’ottobre del 1981 ha visto la vittoria dell’Ayatollah Ali Khamenei, l’attuale guida suprema della Repubblica Islamica iraniana. In quell’occasione a richiedere di entrare nelle liste elettorali furono 44, ma solo 5 vennero considerati idonei.
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Alle elezioni successive, il 16 agosto del 1985, i candidati rimasti in lizza erano solo tre.
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Alla quinta elezione presidenziale gli aspiranti candidati erano 79, ma il Consiglio dei Guardiani (Majlis-e Negahban) ne ritenne idonei solo due.
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Alla sesta elezione, gli aspiranti presidenti erano 128, ma ancora una volta, solo 4 furono approvati dal Consiglio dei Guardiani.
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L’ottava tornata elettorale vide riproposi lo stesso scenario delle due precedenti: Khatami vinse le elezioni e conquistò un altro mandato quadriennale. In quell’occasione, solo 10 delle 814 candidature vennero approvate dal Consiglio dei Guardiani.
Giudicate un po’ voi.
se consideriamo che erano tutti candidati iraniani, ne sono gia' stati accettati parecchi.
RispondiEliminala vecchia sinistra garantista?
RispondiEliminaL'analogia con l'Iran non regge perché Grasso (e di riflesso Bertinotti) affida la scelta all'autonomia dei partiti e non già ope legis, come invece accade in quella repubblica islamica.
RispondiEliminaComunque - guarda un pò la vita com'è beffarda - constato che almeno per una volta convergi con la posizione unanime dell'UDC, che, appunto, si schierò contro la proposta di Grasso come un sol uomo, in occasione delle ultime elezioni rgionali siciliane, evidentemente per tutelare, come allora evidenziò scherzosamente Peppino Di Lello, la propria "sezione staccata aperta all'Ucciardone".
Ehm, ma è lo stesso Fausto Bertinotti il cui partito a suo tempo contribuì compatto a far cadere l'emendamento Napoli-Licandro, quello che avrebbe dovuto bloccare agli inquisiti per mafia l'accesso alla Commissione parlamentare antimafia?
RispondiElimina@poldone-> da noi non manca molto.
RispondiElimina@samuelesiani-> mah
@emilio-> a me sembrava che Bertinotti, come Grillo, parlasse di un progetto di legge.
@augusto-> con buona pace loro.
@andrea-> mi punge vaghezza di sì.
T'assicuro, ho assistito alla trasmissione in cui Bertinotti ha formulato l'affermazione. E poi la controprova è offerta proprio dal contenuto della proposta di Grasso, che, appunto, si rimetteva alla volontà dei partiti. Insomma, stando così le cose, mi pare che il post non abbia più ragione d'essere.
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