Il cattivo riduzionismo [...] consiste nel cercare di spiegare un fenomeno nei termini dei suoi minimi o più semplici componenti. [...] il semplice fatto che un piolo a pianta quadrata non s'adatta a un foro rotondo non può essere spiegato in termini di molecole e atomi, ma solo a un più alto livello di analisi che implica la rigidità [...]. Anche se la prima guerra mondiale non è consistita che in un numero di quark estremamente alto in una configurazione estremamente complicata, non si guadagna granché, quanto a comprensione, a descriverla in questo modo. Il riduzionismo buono [...] non sostituisce un campo della conoscenza con un altro, ma li connette [...]. I grandi pensatori nel campo delle scienze della natura umana non hanno dubbi sul fatto che la vita mentale va compresa a numerosi livelli di analisi, non soltanto al più basso.Ci sono, spiega Pinker, dei tipi di approcci alla realtà che sono già "previsti" nel nostro cervello – selezionati dall'evoluzione. Il che da una parte rende conto del perché materie come la Matematica sono da sempre indigeste ai più (e probabilmente sempre lo saranno), mentre fa intuire perché religioni e miti sono, al contrario, così connaturati all'uomo. Il che non vuol certo dire che siano modalità di conoscenza migliori. Vuol però dire che un'educazione tutta e forzatamente scientifica è, stavolta si può dire, contro natura – nonché destinata a fallire. Chiudo con un ultimo esempio. Va benissimo dire che la musica può essere studiata dal punto di vista matematico. Ma dire che la musica è solo contare senza sapere di contare è davvero riduzionismo eccessivo. Rimando, per una discussione (anche) di questo luogo comune, all'ottimo articolo di Marco Mangani sull'ultimo numero de L'Ateo. Massimo Redaelli
09 ottobre 2007
Miii, sono ancora in tempo?
In questo periodo di clericalismo galoppante lo scontro tra laici e non si fa via via più acceso e polemico.
La difesa e promozione delle istanze laiche sono, almeno in Italia e almeno nelle sedi più pubblicizzate, per lo più affidate a persone che tendono ad assumere una posizione estremamente scientifica. Il che sarebbe ottimo, se non fosse che la posizione è anche, quasi sempre, esclusivamente scientifica.
Penso soprattutto ad Odifreddi, in quanto campione de facto della UAAR, di cui sono socio – ma le sue stesse posizioni sono condivise più o meno esplicitamente, mi pare, dalla maggior parte dei laici che conosco.
Va benissimo, ad esempio, far notare che (quasi?) tutti gli uomini si lasciano andare a superstizioni pur, magari, essendo premi Nobel per la Fisica.
Quando però si dice che questo fatto è dovuto all'educazione che si riceve da piccoli, tutta all'insegna della manipolazione religiosa (Il matematico impertinente, p. 78-9), si dice solo parte di quel che c'è sotto.
Va abbastanza bene far notare che è la scienza che descrive correttamente il mondo.
Quando però si lascia pensare che i miti invece sono solo favole inutili (Il matematico impertinente, p. 25), di nuovo si tace molto.
Va benissimo dire che la Letteratura può essere analizzata dal punto di vista matematico. Ma dire che le nuove sedi della critica letteraria dovrebbero essere i dipartimenti di Matematica (Il matematico impertinente, p. 158) mi sembra francamente eccessivo.
Consiglio ad atei meno "asciutti" e non (come almeno pare qui il caso) freddamente razionali di leggere l'ottimo libro di Steven Pinker, Tabula rasa, da cui cito (p. 91-4):
Cioè, senza tirare tutta la lista di cazzate che ha detto odifreddi, bastava dire che è comunista, e che si immagina un futuro dove la dittatura del proletariato gestisce il mondo simulando i meccanismi di mercato grazie ai computer.
RispondiEliminaA me bastava.
Ma che bel post. :-)
RispondiEliminaOdifreddi non è comunista (o magari lo è, ma non è quello il punto): è innamorato di sé stesso, tanto da diventare un cialtrone. Ed è pure passato dall'essere un intellettuale arguto all'essere un cafone tuttologo. Uno che nell'attribuirsi il titolo di "matematico impertinente" si paragona senza pudore al "fisico curioso" Feynman, premio Nobel e scettico "vero", di classe. Triste storia.
(Tutto questo posso dirlo tranquilla dall'alto di una laurea in matematica, nonché dell'aver visto P.O. dal vivo una decina di anni fa, prima del crollo. E posso anche aggiungere che la maggior parte dei matematici che conosco considera Odifreddi un cialtrone secondo solo a Zichichi.)
per me il fatto che è comunista invece è proprio il punto, il fatto che uno tratti come dei poveri dementi i credenti e poi è comunista mi fa sbellicare dalle risate.
RispondiEliminase vuoi farti 4 sghignazzi anche te leggi qua.
http://www.vialattea.net/odifreddi/capital.pdf
se può farti sentire meglio, caro astrolabio,ho una prof cattolicissima convinta, che poi è razzista.
RispondiEliminaStrano il mondo vero?