24 settembre 2008
Aggiungi un posto a tavola
L'uomo che vedete nella foto si chiamava Giovanni Nuvoli, era malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica e aveva chiesto che gli venisse staccato il respiratore che lo teneva in vita.
La cosa, come qualcuno ricorderà, gli fu resa impossibile con ogni mezzo, al punto che qualcuno ebbe l'alzata di ingegno di far piantonare l'ingresso della sua abitazione dalle forze dell'ordine, allo scopo di impedire l'accesso al medico che volesse eventualmente dar corso alla sua volontà.
Così Giovanni, per rivendicare quello che era a tutti gli effetti un suo diritto, fu costretto a iniziare uno sciopero della fame e della sete; dopo poco lo sospese, vinto dalle sofferenze che il digiuno gli provocava, ma alla fine, visto il (quasi) totale silenzio con cui venne accolta la sua battaglia, fu costretto a riprenderlo.
Andò avanti ancora otto giorni, finché non morì d'inedia, nell'indifferenza (quasi) generale.
Adesso questi catechisti balbettano i loro pareri sul testamento biologico, e vengono a raccontarci che all'alimentazione e all'idratazione artificiale non si può rinunciare: come si fa, dicono, a lasciar morire un essere umano di fame e di sete?
Mi viene da ridere (per non piangere), pensando alla disinvoltura con cui questi crociati ignorarono Giovanni, lasciandolo crepare di fame e di sete, pur di precludergli l'esercizio dei suoi diritti: a quale terrificante indifferenza riuscirono ad esercitare, appena fu chiaro che l'intenzione di non mangiare e di non bere fosse il disperato tentativo di attirare l'attenzione su di sé e di affermare il proprio inviolabile (stavolta ci vuole) diritto all' autodeterminazione.
Lo lasciarono morire, Giovanni Nuvoli: e adesso vengono a raccontarci che le loro farneticazioni sul testamento biologico sarebbero il frutto della loro solerte attenzione per la vita umana, il baluardo contro l'inarrestabile cultura della morte, l'argine contro la deriva laicista che tutto sta sommergendo.
In realtà vogliono solo impedirci di scegliere.
E Giovanni Nuvoli, morto d'inedia per affermare i suoi diritti, è ancora là a raccontarcelo.
Si riassume tutto alle tue ultime righe Metil. Aborto si/no, Eutanasia si/no: non è il peccato, il reato od il principio ad interessargli ma solo il controllo della scelta.
RispondiEliminaSi definisce essere vivente ciò che nasce, si riproduce e muore.
Curioso, invero, come le religioni abbiano come chiodo fisso proprio il controllo di questi 3 aspetti (e quindi il controllo della vita).
Inquietante, no?
Piccola svista:
RispondiEliminaNasce, CRESCE, si riproduce e muore.
Dimenticavo che anche su questo punto le istituzioni religiose hanno picchetti precisi da (far) rispettare.
Ciao.
Ridicoli.
RispondiEliminaNeoalfa ha ragione, curioso questo particolare. E inquietante che anzichè lasciarli sproloquiare c'è qualcuno che li segua.
Rendiamocene conto, viviamo in un manicomio ed i pazienti sono al comando! Questi delinquenti sono aguzzini con i piedi ben piantati ai tempi dell'inquisizione. Non possiamo permetterci piu' di lasciarli sproloquiare. Bisogna passare leggi che li neutralizzino e per far questo i bigotti della destra non devono piu' governare.
RispondiEliminaIo sono convinta che nessuna di queste teste di "pazzo" vestiti di porpora abbia mai avuto a che fare con una persona in fin di vita.
RispondiEliminaUn fin di vita che dura anche anni.
E possiamo parlare fino a perdere il fiato di vita e di quello che è eticamente giusto o sbagliato agli occhi di Dio.
Ma se Dio è amore e pietà, mi chiedo chi siamo noi per poter negare a queste persone l'amore e la pietà negandogli una morte dignitosa.
Quando ancora lavoravo in Italia avevo solo una preghiera e la dicevo tutte le volte, anche se non sempre serviva, non sempre Lui guardava giu'.