20 dicembre 2008

Dottrina, rete e strategie [di Masque]

Partendo dall'assunto che c'è sempre una ragione alla base dei comportamenti umani e non volendo quindi scadere in un banale ragionamento accusatorio, mi sono trovato a riflettere sul perché la Chiesa Cattolica stia lottando contro moltissime idee ormai diventate di senso comune ed accettate dalla gente indipendentemente dalla propria fede. Su che cosa causi queste idee e su come la Chiesa stia cercando di combatterle e se la sua strategia di combattimento sia quella più efficace. Prendo in considerazione essa perché, da italiano, ne sono sempre costantemente immerso, ma credo che il discorso si possa applicare a qualunque religione occidentale.Nel mio ragionamento mi sono chiesto cosa ci sia in comune fra tutte queste idee combattute dalla Chiesa e cosa le causi. Indubbiamente, buona parte di queste idee derivano dal periodo illuminista, ma le idee, da sole, non hanno capacità di diffondersi e di entrare nelle menti delle persone. Le idee derivano dal confronto con persone e culture diverse, questo frase implica che l'idea debba avere qualcosa che la veicoli. Osservando la realtà, si capisce chiaramente quanto queste idee diventino sempre più diffuse e, al contempo, quanto le tradizioni e le dottrine religiose, siano sempre meno seguite. La maggior parte dei credenti, non segue più nessuna dottrina per intero (con dottrina, forse in modo improprio, intendo la parte sociale e politica di una religione, mentre con fede ne identifico la parte spirituale e soprannaturale): ne tengono per buona quella parte che coincide o conferma il proprio senso comune, lasciando magari inalterata la propria fede. Di questo ne danno conferma tutti i recenti sondaggi popolari riguardo ai recenti casi di Eluana Englaro, dell'introduzione della pillola abortiva ru486 o della proposta di depenalizzazione del reato di omosessualità. In tutti questi casi, la quasi totalità del campione, pur autodefinendosi cattolico, aveva un'opinione diametralmente opposta a quella espressa dai rappresentanti della Chiesa Cattolica. Nella maggior parte dei casi, questo non genera nel credente alcuna sensazione contraddizione, tanto che non hanno problemi a definirsi cattolici, nonostante non seguano sia la fede cattolica, sia la dottrina. Solo pochi rarissimi individui possono dirsi cattolici a tutto tondo, conoscendo e seguendo sia la fede che la dottrina. Fede e dottrina infatti non hanno un legame strettissimo ed indissolubile, nascono per scopi diversi, tuttavia conservano dei rapporti. I sacerdoti dovrebbero essere considerati seguaci sia della fede che della dottrina e sono loro infatti (i cui più alti rappresentanti vengono spesso interpellati dalla stampa), a scagliarsi contro tutto ciò che va contro la dottrina. Essendone i rappresentanti, costoro hanno il potere di condurre e correggere i pensieri di quei cattolici che sentono disagio nella propria coerenza, se non seguono sia la fede, sia la dottrina. Questi sono un buon bacino di persone indecise, che pur credendo in un dio, simile a quello insegnato dalla religione tradizionale del proprio paese, inconsciamente o razionalmente non ritengono giusta parte della dottrina, perché essa va in contrasto con i propri personali valori morali ed etici. Per lo stesso motivo, gli stessi non tengono in considerazione, ignorano, negano o cercano di razionalizzare i passaggi più controversi e cruenti del vecchio e del nuovo testamento. I rappresentanti attualmente combattono varie lotte ideologiche, che vanno dalle questioni sull'aborto, la contraccezione, tutto ciò che riguarda la sessualità e sue sfaccettature ed in generale al controllo delle nascite, la famiglia, unioni e divorzi, fino alle questioni di fine vita come quella dell'eutanasia. Essi combattono i dettagli, le foglie dell'albero, mentre invece, per avere qualche possibilità di “vittoria”, dovrebbero andare a lavorare sulle radici. La loro strategia è quindi sbagliata, perché sul lungo periodo, non avranno mai la possibilità di continuare a dirigere, tramite la dottrina, il pensiero comune. I risultati di questa strategia sono evidenti a tutti: un continuo e costante allontanamento delle persone dalla dottrina (ma non sempre dalla fede, sempre per il discorso sulla sensazione di coerenza). Ciò che invece influenza il pensiero comune, è il confronto, il dialogo e lo scambio di idee. Questi meccanismi, innati nell'uomo per via della sua natura sociale, grazie al miglioramento delle condizioni di vita in seguito alla rivoluzione industriale, si sono potenziati sempre di più, passando dalla stampa, diventata poi sempre più a portata della gente comune, alla televisione, ed infine alla rete, attuale massima espressione delle possibilità di comunicazione globale. Mentre stampa e televisione sono unidirezionali, quindi preferiti nel caso si voglia essere sicuri che la propria idea venga veicolata senza possibilità di contraddittorio, la rete non ha questa caratteristica, ed è multidirezionale. La comunicazione è dannosa per qualsiasi tradizione e dottrina. Mina alle radici sentimenti come il patriottismo ed il razzismo. Quando le persone hanno la possibilità di confrontarsi apertamente con altre persone di diverse idee e culture, vi è sempre una qualche forma di influenza reciproca. Spesso, è sufficiente la sola osservazione: non è necessario nemmeno il dialogo. Si viene a contatto con idee diverse, che prima ci era impossibile immaginare perché venivano escluse da altre idee che, al contrario, venivano date per scontate a tal punto da non rendersi nemmeno conto che non si trattava della realtà oggettiva, ma appunto, un'idea essa stessa. Se pensate che sia impossibile dare così per scontate le idee della religione e della tradizione del proprio paese, chiedetevi in che anno siamo, e quando vi risponderete “2008”, pensate a cosa significa quel “2008” e a quante volte pensate all'anno attuale senza pensare anche al suo significato. E questo è solo uno dei più banali e visibili esempi. Quindi è il venire a conoscenza di idee diverse a mettere in pericolo la tradizione e la dottrina. La gente scopre punti di vista differenti, che ritiene corretti e sensati, e si domanda perché questi punti di vista non gli erano mai stati mostrati prima. Il modo sereno di concepire la realtà di un buddista, a confronto con il proprio senso di oppressione e colpa derivato dalle idee sul peccato e la minaccia di una punizione eterna, ad esempio. Ciò incrina sempre più la propria fiducia verso la tradizione e la dottrina. Questo è un processo di “meticciato culturale e idealistico” inevitabile e impossibile da fermare. Tuttavia, se le religioni dogmatiche volessero preservare le loro dottrine, dovrebbero contrastare in primo luogo la capacità di comunicazione ed osservazione delle persone. Questo sarebbe il metodo migliore per avere successo. Ciò, si sa, è già accaduto. La storia moderna, ad esempio, racconta delle alleanze fra le grandi religioni occidentali ed i più svariati regimi totalitari quali il fascismo, il nazismo ed il franchismo. Ragionando su tutto questo, mi sono sorpreso, infatti, che i rappresentanti della chiesa non si siano ancora schierati contro uno dei mezzi attualmente più potenti per la comunicazione fra individui diversi di tutto il mondo, cioè la rete.

4 commenti:

  1. condivido tutto il ragionamento, ma forse si sopravvalutato l'attuale scarso peso della religione nel medio uomo della strada. Ma non per ateismo diffuso o per conversione all'islam, bensì per via della crescente superficialità di pensiero e la desertificazione dei sentimenti. Vediamo così molti "tifosi" del Cattolicesimo (che per quasi tutti loro è sinonimo di Cristianesimo )

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  2. quello che ho pensato è che la gente abbia bisogno di un dio per sentirsi rassicurata e per "coprire" i dubbi esistenziali e dare una spiegazioni ai fatti spiacevoli o spiacevoli della vita. quindi, mentre la fede soddisfa il lato "sentimentale", irrazionale delle persone (quelle che si dicono religiose), la dottrina al contrario, non riesce più a soddisfarne il lato razionale, andandone in contrasto.
    le due cose, in contrasto a quanto vorrebbero i rappresentati delle religioni, vengono prese separatamente, creando così tutta quella serie di cattolici né carne né pesce, che non appoggiano razionalmente le idee politiche e sociali della chiesa, ma fanno comunque "numero" per essa.

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  3. ops… il commento precedente era mio… stupidi cookie!

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  4. "non si siano ancora schierati contro uno dei mezzi attualmente più potenti per la comunicazione fra individui diversi di tutto il mondo, cioè la rete."

    Diamogli anche dei suggerimenti! Bravo!
    :-)

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