Finalmente Libero
Soffro molto nell'attesa
la mia vita è ad un filo appesa,
alimentata dalla corrente...
La mia voce più non si sente!
Vivo qui da quando ero bambino,
con mio padre sempre vicino,
eppure lo sento distante,
e trovo la cosa un po' irritante.
Certo, se potessi per una volta parlargli
e un cenno d'assenso mostrargli,
mi libererebbe dalla mia condizione,
che in lui desta tanta preoccupazione.
Eppur mi trovo qui a soffrire,
e mi chiedo: non è meglio morire?
Non posso esprimere il mio dissenso,
e a tutto ciò non riesco a dare un senso.
La questione ora è causa mondiale,
se la mia vita molto o poco vale,
c'è chi vorrebbe la mia liberazione,
e chi preme per la mia incarcerazione.
Io sono un angelo, di quelli senza ali,
bistrattati e malvoluti proprio in quanto tali,
ma per la chiesa la mia vita troppo vale:
è lo strumento per fare a tutti la morale.
Mi chiedo come può un Dio,
che è vostro, ma anche mio,
predicare tanta saggezza,
ma procurarmi tanta tristezza?
La risposta l'ho trovata,
dopo averla a lungo cercata,
era dentro le mie emozioni
e non dentro le intubazioni.
Ora posso essere contento,
ho ottenuto in me un chiarimento.
Non vedo l'ora di spiccare il volo,
con nuove ali, finalmente solo.
Davanti a me vedo la luce,
devo solo capire dove conduce,
ora finalmente sono felice,
e la mia anima gioiosamente dice:
"...Sul palco è calato l'agognato sipario,
non soffrirò più quell'orrendo calvario.
Dal paradiso terrestre via sono andato,
e l'oscurità mi ha finalmente abbandonato..."
16 dicembre 2008
Finalmente Libero [di Gerardo90]
Sapete, è proprio davanti alla debolezza del singolo individuo che viene fuori la forza della collettività, e questa è compatta, irremovibile, cosciente, soprattutto quando si parla di libertà e diritto all'autodeterminazione. Purtroppo, in uno stato come il nostro, molto spesso gli ideali della collettività vanno a contrapporsi agli interessi di quei pochi che giocano con gli equilibri tra i poteri forti, senza pensare che il potere più forte è quello del popolo...
Ma si sa, meglio lasciar fare alla classe dirigente, perché se il popolo dimostra la sua forza, i politici sono costretti a cambiare i loro schemi minuziosamente progettati per il beneficio di pochi. Perché dico questo? Perché non è giusto che, dopo anni di lotte e di conquiste, il tutto debba ridursi ad un dialogo tra governanti ed ecclesiastici. E ciò si vede soprattutto nel caso di Eluana Englaro, una giovane vita mutilata nella fisicità, ma non nello spirito. Il corpo si butta, ma l'anima è eterna, e se il corpo è irrimediabilmente danneggiato non c'è ragione di costringere un angelo a restare senza ali. Proprio a questo proposito ho scritto una poesia, che non vuole assolutamente essere un elaborato tecnico e metricamente perfetto, ma un messaggio che viene dal cuore, dal cuore di chi soffre vedendo che le sofferenze altrui persistono sia nel corpo che nello spirito. Perché non dimentichiamo che la libertà non è un valore aggiunto, ma un valore intrinseco, innegabile e assolutamente non negoziabile, il diritto di vivere è anche decidere di morire per non soffrire inutilmente, visto che non c'è alcuna speranza che Eluana si risvegli.
La poesia si intitola Finalmente Libero
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