TERNI - "La voce della Chiesa va ascoltata e rispettata, anche quando è scomoda. Per me non è mai un'interferenza". Dario Franceschini sceglie il palco dell'ala liberal del Pd di Enzo Bianco per occuparsi anche dei temi più spinosi in casa democratica: quelli eticamente sensibili, in primo luogo. Contesta subito a Silvio Berlusconi il suo "preteso monopolio nella difesa della libertà della Chiesa. Come se qualcuno la volesse mettere in discussione...". "Noi, certo no, perché - aggiunge - la tuteliamo e la rispettiamo insieme alla laicità dello Stato. Lo stesso ragionamento vale per il testamento biologico: "Vanno rispettate la pluralità e la diversità delle opinioni. Nel Pd si può costruire una posizione prevalente ma mai verrà imposta una disciplina di partito"Ora, sarò puntiglioso, e probabilmente è proprio così, tuttavia - a parte l'idea bizzarra di contendersi l'essere portatori di una libertà che la chiesa prende già da sola a piene mani- un pugno di riflessioni, spero costruttive, mi sono subito balzate alla mente. a) La posizione prevalente esiste fisiologicamente, non è il caso di "costruirla" bensì semplicemente di seguirla. b) Mi sarei aspettato, alla luce delle critiche recentemente emerse, un netto "si deve" al posto del laconico e ormai svuotato "si può". c) "Non è mai un' interferenza" è un triplo salto carpiato. L'ho detto, a volte sono cavilloso...
23 marzo 2009
Errore di sintassi o vizio di pensiero?
Mi aggancio al post di Allegra ed in particolare alle parole di Debora Serracchiani, vice capogruppo dei democratici di sinistra nel consiglio provinciale di Udine, riportando un breve intervento di Franceschini risalente a ieri.
la cosa tragicomica: http://www.uaar.it/news/2009/03/23/fini-laicita-significa-netta-separazione/
RispondiEliminaora sì che sono confuso!
ma d'altro canto, sempre la stessa persona: http://www.uaar.it/news/2007/08/08/fini-togliere-crocifissi-una-bestemmia-civica,/
qua, sembra che contino più le parole dei fatti. sembra che per alcuni la realtà nasca dalle parole, ovvero, cambiando le parole, cambia la realtà. ma tutto questo ha un nome: si chiama magia. siamo circondanti da stregoni, apprendisti stregoni e fan dell'abracadabra, a quanto pare.