04 marzo 2009

La scuola italiana è davvero perfetta?

Se il test di ammissione alla facoltà di Lettere di Ca' Foscari (Venezia) fosse un buon indicatore del livello di cultura generale dei ragazzi che escono dalle scuole superiori, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Riferisce il Corriere della Sera che degli 830 ragazzi che hanno sostenuto il test di ammissione a quella università, il 44% lo ha fallito (nel 2005 la percentuale era del 30%): un numero impressionante di candidati si è dimostrato incapace di spiegare il significato di parole ed espressioni di uso relativamente comune, di esaminare gli elementi di una frase e, perfino, di comprendere il significato di un testo. Per non parlare degli errori di ortografia e delle coniugazioni errate. Fin qui per il profitto. Se analizziamo il comportamento in classe, poi, risulta che agli scrutini intermedi oltre 34.000 ragazzi hanno avuto un cinque in condotta, di una bocciatura. Può anche essere che mi sia imbattuto in due articoli di propaganda finalizzati a convincere il lettore della necessità di riformare (drasticamente) la scuola; ma se queste informazioni ci dessero un po' di colore sullo stato delle cose nella scuola italiana non resta che concludere che: 1) la scuola italiana è effettivamente ha fallito nel suo obiettivo di istruire i cittadini e possibilmente di educarli alla convivenza civile; 2) la famiglia non sembra in grado di supplire alle carenze dell'educazione pubblica. In ogni caso c'è poco da stare allegri.

3 commenti:

  1. secondo me non dovrebbe essere accollato alla famiglia il compito dell'istruzione, casomai quello dell'educazione. questo perché anche chi proviene da famiglie svantaggiate dovrebbe avere le stesse possibilità di avere un'istruzione di chi proviene da famiglie "colte". quindi assegnare alle famiglie questo compito, come pretendono i cattolici e la destra, significa perpetuare un modello classista della società, che la scuola (pubblica) dovrebbe servire a rimettere in discussione, ma che non fa anche perchè le vengono negati gli strumenti normativi e i mezzi economici.

    RispondiElimina
  2. quello che volevo dire è che le carenze del sistema dell'istruzione scolastica non dovrebbero costituire un'esimente per le famiglie a derogare il proprio compito di educatori.

    in altre parole, non mi piacerebbe l'idea di un papà o di una mamma che si lamentano che il figlio è una capra e/o un incivile senza prima considerare con attenzione che tipo di esempio il ragazzo ha a casa propria, tanto per questioni di istruzione che per fatti relativi al comportamento.

    mi piace, insomma, la gente che si assume le sue responsabilità; meno quella che trova sempre un capro espiatorio, lo stato, la scuola, il sistema, il paese, i politici eccetera.

    se dalle scuole escono degli asini e degli incivili, insomma, parte della colpa è della scuola, incapace di trasformare studenti in cittadini, e parte va sicuramente alle famiglie.

    inoltre, e parlo per esperienza diretta, dubito che il problema sia solo la mancanza di risorse. c'è anche un problema di qualità nell'insegnamento e di cattiva organizzazione.

    RispondiElimina
  3. D'accordo con Mario.
    Il metodo di insegnamento o educazione più efficace che ci sia è dare il buon esempio.
    Credo funzioni tanto coi nostri figli quanto con i nostri simili.
    Allegra

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.