03 marzo 2009
Le mistificazioni tossiche de "Il Giornale"
Pezzo odoroso di incenso, quello battuto da Michele Brambilla su Il Giornale di oggi, indecoroso megafono del berlusca-pensiero e di ogni idiozia clericale. Pretesto, orribile, la morte del piccolo Ivan Cameron, sei anni, figlio del leader conservatore britannico David. Il bambino, che era affetto da una grave malattia, si è spento lo scorso mercoledì.
Cameron ha scritto una toccante email (pubblicata dal Corriere della Sera) per ringraziare tutti i cittadini che sono stati vicini alla sua famiglia in questo tristissimo momento.
La triste notizia viene indecentemente strumentalizzata dal giornalista cattolico per portare acqua (sporca) al mulino dell'agenda clericale oltranzista del suo giornale, pudicamente ribattezzata "pro-life" (anche se a me questo sembra più che altro un farmaco contro la calvizie).
Primo, creare confusione, mettendo insieme due cose che non hanno niente in comune: Brambilla non resiste alla tentazione di chiamare in causa Eluana Englaro. Il messaggio per i poveri in spirito è semplice: se David Cameron non ha soppresso il figlio malato, perché Beppino Englaro ha "ucciso" Eluana? Una cosa è parlare di una persona che non sarebbe diventata quello che è diventata senza l'accanimento terapeutico e che non avrebbe mai accettato per sè quell'assurdo destino; altra cosa è invece parlare della vita di un bambino malato. La medicina, la legge, il clero hanno ridotto Eluana ad uno stato non naturale; la medicina ha aiutato il povero Ivan Cameron a sopravvivere finché è stato possibile.
Secondo: Eluana è stata "eliminata" perchè "segno visibile e tangibile dell'ineluttabilità, nella nostra vita, della sofferenza. Ovviamente Eluana non è stata eliminata. In modo conforme alla sua volontà, rappresentata dal tutore, è stato solo restituita al suo destino, rimasto impigliato chissà come in un paradosso forse unico al mondo. Non c'è alcun insegnamento: quelli che adesso va di moda definire "nichilisti" non volevano "dimostrare" nulla; ma forse per un cattolico oltranzista "fare la giusta cosa" non è sufficiente, ci deve essere sempre alla base un intento didattico...
Infine la conclusione di Brambilla, tanto triste quanto irritante: "... David Cameron ci dice quello che molti altri hanno sperimentato: e cioè che la sofferenza (oserei dire nulla più della sofferenza) può avere il potere di renderci migliori, più attenti al dolore degli altri". Un trito leitmotiv cattolico, che, sviluppato attorno al lecito obiettivo di consolare chi soffre, ad un'analisi fredda mostra tutta la sua incosistenza.
La sofferenza, a me, non mi ha mai reso migliore: no. Devastato, svuotato, fatto sentire niente, un errore nell'universo, questo sì. Migliore, no. Non ci ho mai trovato niente di edificante e ho promesso a me stesso che avrei fatto ogni cosa possibile per tenerla lontana dalla mia porta di casa - se possibile. E se non è possibile, di cercare un modo per trovare un senso diverso da quello di Brambilla e di quelli come lui: su questo, devo dire, sono ancora un po' indietro, come tutte le persone diverse da Budda.
Infine, la conclusione: la vita di Ivan Cameron, così breve e triste, "serve" a generare negli altri l'amore. Di nuovo con questa logica (sempre tra virgolette) del sacrificio, della mortificazione, dell'annullamento dell'innocente per un miglior bene comune futuro. Se proprio Brambilla vuole indagare a che cosa serve la morte di un bambino, perché non lo chiede al suo Dio? Forse ci può aiutare a capire come può tollerarla a cuor leggero.
La vita di Ivan è stata breve? Nessun problema: tanto, "davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo" (seconda lettera di PIetro, 3,8).
Beh, adesso sì che mi sento meglio.
Brambilla ha dimenticato che Cameron ha sempre dato un sostegmo totale e incondizionato alla ricerca scientifica, proprio per alleviare la sofferenza di chi amava.
RispondiEliminanoto che nel tuo interessante spunto scrivi che Brambilla e chi per lui sono cattolici oltranzisti; magari! per quanto lontani dalla mia vita sarebbero almeno rispettabili per la loro scelta e per la coerenza. conosco bene le regole del loro "gioco" e sono davvero difficili da rispettare per tutta la vita.
RispondiEliminaPensa se può essere "Il Giornale" di Berlusconi a pubblicare ogni giorno articoli come questo mentre nella pagina accanto predica razzismo, intolleranza, violenza, discriminazione, volgarità e disprezzo.
Tutte virtù cattoliche per definizione.
tu dici "perché non lo chiede al suo dio?". ma brambilla probabilmente non crede in un dio, è solo un pennivendolo comprato dal padrone.
RispondiEliminaBrambilla dev'esse proprio un cognome del cazzo...
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