05 marzo 2009

Mi girano le eliche... del DNA

Come noto, l'esame del DNA dei due sospettati del delitto della Caffarella ha dato esito negativo, scagionando i due sospettati. Oggi vorrei tentare di dimostrare che il modo superficiale con cui certi concetti vengono trattati dalla stampa può provocare gravi danni. Scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera che, una volta fallito il test del DNA per i due rumeni inizialmente arrestati,
La convinzione degli investigatori, ricavata attraverso un esame accurato del cromosoma Y del DNA è che bisogna ricominciare a cercare [il colpevole] nella comunità romena. Attraverso l'analisi di questo particolare componente, si può infatti ricavare l'etnia del profilo genetico e in questo caso il risultato raggiunto conferma che la nazionalità è proprio quella.
Dalla lettura del pezzo, sembra che dal cromosoma Y si possa capire non solo l'etnia (e già questa è una cretinata) ma addirittura la "nazionalità". Devo ammettere che anche io ho preso per buone le sue conclusioni. In un interessante pezzo di Gabriele Beccaria su La Stampa, il professor Guido Barbujani, genetista e professore dell'Università di Ferrara sostiene invece che:
Sostenere che dai geni della degli stupratori del parco della Caffarella si desuma che fossero due romeni è una falsità evidente.
Continua Beccaria:
Nessuno sarebbe così ingenuo da da cercare la firma genetica della nazionalità. Protagoniste, semmai, sono 'le varianti genetiche' dei ceppi di popolazioni da un Continente all'altro.
Eppure il Corriere della Sera è così ingenuo, e forse lo sono stato anche io, e ora un po' me ne vergogno. Ma andiamo a vedere quello che scrive oggi la stessa giornalista sul Corriere:
Dopo aver isolato i Dna ricavati dai tamponi prelevati alla vittima, la polizia scientifica ha chiesto ai colleghi romeni di inserire il risultato nella loro banca dati. E così si è scoperto che il cromosoma 'Y' di uno dei profili corrisponde a quello di un uomo detenuto in Romania. Questo esclude che lui sia coinvolto, ma serve a dimostrare che il colpevole è certamente una persona che appartiene al suo ceppo.
Aridaje. Da quello che si capisce, il cromosoma Y dello stupratore, una volta inserito nella banca dati DNA rumena (tra parentesi, in Romania ce n'è una, in Italia no, ma lasciamo perdere), ha trovato una coincidenza. Ciò significa, semplicemente, che il colpevole potrebbe è un uomo che per un precedente reato era stato arrestato (e quindi schedato) in Romania - o un suo parente. Non, come scrive la giornalista, che "appartiene al suo stesso ceppo". E' vero che una cosa potrebbe implicare l'altra, ma si tratta di due concetti diversi. C'è, mi pare, un'insistenza, sul dato genetico, che, magari senza volerlo, avvalora una tesi odiosa e deterministica, secondo cui il comportamento delle persone dipenda dall'appartenenza ad una specifica "variante genetica". Anche se appare ormai chiaro che i due fermati non hanno commesso il delitto, la procura fà sapere che "non arretrerà di un centimetro".

2 commenti:

  1. Anche quel siparietto propagandistico del tg2, ieri sera, ha dato la notizia alla maniera della Sarzanini. Si vede che ormai le notizia partono male direttamente dalle agenzie...

    Comunque sembra che il primo fermato, quello che avrebbe confessato e poi ritrattato, avrebbe fornito durante gli interrogatori particolari che solo chi era presente al momento della violenza poteva conoscere (particolare sul luogo e sui fatti, già descritti dai due ragazzi aggrediti).

    Credo dovremo aspettare un po' prima di trarre conclusioni.

    Genetica a parte, ovviamente.
    Grazie Mario.

    RispondiElimina
  2. Queste affermazioni sono pericolosissime. Si vuole affermare, così, che esistono razze diverse e che, tra queste, ci siano quelle geneticamente criminali. Teoria lombrosiana e nazista!
    In realtà esistono solo due razze: quella normale e quella dei luridi cretini, a cui appartiene anche questa giornalista!

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.