21 marzo 2009
Quando a pagare sono i bambini
Maria Novella De Luca, da Repubblica, ci racconta le realtà numerose, ma poco note, di figli di genitori omosessuali. Una tema difficile trattato - che bello - con senso di normalità. L'articolo fornisce i numeri e si tratta davvero di tanti bambini. Nonostante vivano infanzie normalissime a casa e a scuola, vi si dice, non sono riconosciuti giuridicamente come figli di entrambi i genitori. La legge italiana, infatti, considera solo i genitori "biologici" e non quelli che, in coppia, si sono rivolti a centri di fecondazione all'estero o hanno (negli usa dove si può) fatto partorire i propri figli a donne desiderose di donare la vita, ma non nelle condizioni o felici di potersene occupare. Insomma, questi piccoletti - per lo stato, ma non nella vita reale - possono avere un solo genitore: o un papà o una mamma, con le conseguenze che possiamo immaginare. Viene da pensare che molto difficilmente, almeno nel medio periodo, la legge italiana possa attribuire a questi bambini il diritto ad avere "riconosciuti" i genitori che li stanno amando e crescendo. L'Italia di oggi non sarebbe in grado di superare gli ostacoli ideologici che impediscono attraverso tutte le fonti di potere disponibili di legiferare in queste direzioni. Abbiamo la mente e il cuore chiusi. E nessuno si accorge che ne fanno le spese soltanto i bambini.
Che bell'articolo, felice di averlo letto e rammaricata dalla chiusura mentale dell'Italia, come sempre.
RispondiEliminaHo sempre considerato il diritto all'adozione per genitori omosessuali un fatto positivo e per nulla ingiusto verso lo sviluppo del bambino, sono felice di trovare conferma nelle parole di molti psicologhi e pediatri.
Il prezzo pagato da questi bambini è di essere in bali di due omosessuali: cosa diventeranno da grandi?
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