11 marzo 2009
Rumeni+stupri = risultato cercasi
I due rumeni accusati dello stupro della Caffarella sono stati scarcerati. Anzi no, restano in carcere. Se il caso non fosse tanto grave, si potrebbe dire che oltre al danno, ai due è stata inflitta una bella beffa. Dopo che la prova del DNA ha dimostrato la loro innocenza rispetto alla violenza sessuale, per farli rimanere in carcere Alexandru Loyos è stato accusato di calunnia e di autocalunnia (cioè rimane dietro le sbarre perché si sarebbe autoaccusato di stupro, chissà sotto quali “pressioni”), mentre Karol Racz è stato accusato di un’altra violenza sessuale (quale, perché, con quali prove?). Nel frattempo, le loro gigantografie continuano a campeggiare su tutti i quotidiani e le loro immagini a rallentatore proiettate in tutti gli spazi di informazione televisivi. Sono rumeni e in Italia ci sono tanti stupri, qualcosa dovranno pur aver fatto. Ma è un paese civile, quello in cui due persone vengono additate come mostri e messe alla pubblica gogna per gli aguzzini che hanno bisogno di un colpevole “facile”? E’ un paese civile, quello in cui a fronte di un errore che è costato l'immagine di due persone, oltre a non presentare scuse o risarcimenti, li si tiene in carcere per salvare la faccia e per non farli parlare? Winston Churchill diceva che la civiltà di un popolo si misura dalle condizioni delle sue carceri. In questo caso il problema non è come siano ridotte le nostre malandate prigioni, bensì di come si sbatte dentro la gente che fa comodo al regime per portare avanti se stesso.
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