03 aprile 2009

Otto per mille: tutta la verità

L’otto per mille, istituito nel 1985, è il meccanismo con cui lo Stato italiano devolve l’8‰ del gettito fiscale IRPEF a se stesso, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose, per scopi definiti dalla legge. Il meccanismo fu messo a punto dopo il nuovo Concordato del 1984, quando la religione cattolica cessò di essere religione di Stato, e quindi divenne impossibile pagare direttamente gli stipendi del clero cattolico con i soldi pubblici, come invece avveniva a partire dal Concordato del 1929. Negli anni successivi lo Stato ha siglato analoghi accordi anche con le Assemblee di Dio, con la Chiesa Valdese, con i Luterani, con gli Avventisti e con le Comunità Ebraiche; nel 2000, inoltre, lo Stato ha firmato intese anche con l’Unione Buddista Italiana e con i Testimoni di Geova, ma queste non sono ancora state ratificate dal Parlamento, mentre i Battisti hanno firmato un’intesa con lo Stato nel 1993 ma rifiutano di ricevere l’otto per mille.
Il meccanismo è apparentemente semplice e trasparente: ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi sceglie se destinare l’8‰ delle sue tasse allo Stato, alla Chiesa Cattolica, agli Avventisti, alle Assemblee di Dio, ai Valdesi, ai Luterani, agli Ebrei, ovvero se non operare alcuna tra queste scelte. È proprio qua, tuttavia, che si annida la parte più insidiosa della faccenda: infatti tutte le quote dell’8 per mille per le quali non è stata esercitata alcuna scelta (che, per inciso, sono la maggioranza) non rimangono acquisite al normale gettito fiscale (come sarebbe lecito attendersi) ma vengono ridistribuite tra i sette beneficiari, nella proporzione corrispondente alle scelte effettuate da chi ha esercitato l'opzione. Per chiarire il meccanismo sarà utile fare un esempio pratico, utilizzando i dati relativi ai redditi dell’anno 2000, dichiarati nel 2001.
Importo complessivo dell’8 per mille€ 897.077.477
Contribuenti che hanno espresso la scelta39,62%
Contribuenti che non hanno espresso la scelta60,38%
Gettito IRPEF corrispondente alle scelte espresse€ 355.422.084
Gettito IRPEF corrispondente alle scelte non espresse€ 541.655.363
Ci si aspetterebbe, si diceva, che questi ultimi cinquecento e passa milioni di euro non siano stati destinati ad alcuna delle confessioni religiose, poiché i contribuenti non hanno espressamente richiesto che tale destinazione avesse luogo; invece questi fondi, come subdolamente previsto dalla legge, sono stati ridistribuiti tra i sette beneficiari in base al calcolo contorto che si va qui di seguito ad illustrare.  Si deve innanzitutto prendere in considerazione la sola quota di contribuenti che hanno scelto esplicitamente la destinazione del proprio otto per mille, e quindi verificare che percentuale abbiano ottenuto, relativamente a quella quota, i sette possibili beneficiari; nella tabella che segue si riportano tali percentuali, espresse nella prima colonna in rapporto alla sola quota dei contribuenti che hanno esercitato l’opzione e, nella seconda colonna, in rapporto al totale dei contribuenti:
Beneficiario% relativa al 39,62%% sul totale
Chiesa Cattolica 87,25%34,57%
Stato10,28%4,08%
Valdesi1,27%0,51%
Comunità Ebraiche0,42%0,16%
Luterani0,31%0,12%
Avventisti0,27%0,10%
Assemblee di Dio0,20%0,08%
TOTALE100,00%39,62%
A questo punto si prende il totale dell’8 per mille non optato (pari, come si è visto, a cinquecento milioni di euro abbondanti) e lo si ripartisce tra i sette beneficiari, nelle stesse percentuali risultanti dalle scelte di chi ha esercitato l’opzione: alla Chiesa Cattolica, quindi, andrà l’87,25% di quell’importo, allo Stato il 10,28%, e così via, con le sole eccezioni dei Valdesi e delle Assemblee di Dio, le quali non partecipano a questa seconda distribuzione, poiché devolvono la loro quota allo Stato. L’effetto paradossale di questo meccanismo sta nel fatto che i beneficiari dell’8 per mille (e in primo luogo la Chiesa Cattolica) si vedono distribuire non solo i fondi di coloro che hanno scelto a chi erogarli, ma anche il denaro di coloro che non hanno voluto esprimere alcuna scelta. Per dirla con semplicità, non c’è scampo: l’8 per mille dell’IRPEF di ciascun contribuente deve per forza essere destinato a uno di questi sette soggetti, che lo si voglia oppure no. Il che produce, dati alla mano, effetti ancora più paradossali. Proviamo a leggere un’altra tabella; nella prima colonna sono evidenziati, per ciascun beneficiario, i fondi erogati in base alle scelte esplicite dei contribuenti, mentre nella seconda colonna sono riportati i fondi che ciascuno ha ricevuto da coloro che non hanno esercitato alcuna scelta:
Beneficiario Fondi da scelte espresseFondi da scelte non espresse
Chiesa Cattolica 310.105.768472.594.304
Stato36.537.39063.644.505
Valdesi4.513.8600
Comunità Ebraiche1.492.7732.274.953
Luterani1.101.8081.679.132
Avventisti959.6401.462.469
Assemblee di Dio710.8440
TOTALE355.422.084541.655.363
Com'era ovvio aspettarsi, giacché i contribuenti che non esercitano l'opzione sono di gran lunga più numerosi rispetto a quelli che lo fanno, ciascuno dei sette beneficiari, ed in primo luogo la Chiesa Cattolica che in valore assoluto la fa da padrona, percepisce la maggior parte dei fondi non da chi ha voluto destinarglieli, ma da coloro che non hanno espresso alcuna intenzione in tal senso. Muovendo dal presupposto (ovvio, per la verità) che chi desidera destinare l’otto per mille della sua IRPEF alla Chiesa lo può fare (ed in effetti lo fa) apponendo semplicemente una firma sul frontespizio della dichiarazione dei redditi, si può desumere la considerazione (altrettanto ovvia) che chi non appone la firma non vuole che quella destinazione avvenga: ciononostante, circa l'85% della sua quota di otto per mille sarà comunque destinata alla Chiesa Cattolica, in base al meccanismo di ridistribuzione che abbiamo appena spiegato. In sostanza, amici miei, il succo è questo: c'è un sacco di gente che versa i propri quattrini alla Chiesa senza saperlo, in base a un meccanismo che pare fatto apposta (ed in effetti è fatto apposta) per favorire questa inconsapevole erogazione: la Chiesa, da parte sua, ringrazia e porta a casa, senza preoccuparsi del fatto che gran parte del ricavato proviene da persone del tutto inconsapevoli di finanziarla.
Ci sarà tempo e modo, ve lo preannuncio, per verificare cosa facciano di questi soldi, e allora ci sarà da ridere; per ora leggete e rileggete questo post, ripassatelo se vi è sfuggito qualcosa, e poi fatevi una domanda: avete capito che state dando i vostri soldi alla Chiesa senza saperlo?
Ecco, regolatevi un po' voi...

10 commenti:

  1. Personalmente pur non aderendo a nessun credo religioso da molti anni devolvo l'8 per mille alla chiesa valdese, perché è l'unica chiesa aperta e sensibile a molti temi etici e sociali. Vi invito ad approfondire e a devolvere a loro quella percentuale che proprio non volete vada a finire alla Chiesa Cattolica a causa di questa legge truffaldina.

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  2. Due brevi osservazioni:

    Primo: laicamente diamo a Cesare quel che è di Cesare e ricordiamo che l'inventore del meccanismo perverso dell'otto per mille è mr. Giulio Tremonti.

    Secondo: cosa la Chiesa Cattolica faccia di quei soldi è il quarto segreto di Fatima e quindi credo che svelarlo sarebbe leggeremnte balsfemo. Meglio astenersi.

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  3. @Marco: invece no. Ve lo racconto nel dettaglio tra qualche giorno, cosa ne fa.

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  4. A me la storia della ridistribuzione venne spiegata dal commercialista quando feci la prima dichiarazione dei redditi; sicché scelsi i Valdesi.

    Oltre alla palese ridicolaggine dell'8 per mille, mi chiedo se tale meccanismo venga fatto presente, in maniera visibile e chiara, nei moduli della dichirazione (dal momento che ho avuto la fortuna di non averci mai avuto a che fare direttamente).

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  5. E quello che si può devolvere alle varie associazioni? Tipo per la sclerosi multipla? Cos'è? Come funziona?

    Lu

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  6. Pur essendo un antivaticanista "quasi quanto te, e pur devolvendo la mia quota ai valdesi perchè la penso come Anonimo, non mi viene in mente un meccanismo + adatto per ovviare a questa ingiustizia. Con un po' + d'informazione la gente dovrebbe essere consapevole cosa succede a NON mettere una firma. Tu hai qualche idea?

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  7. I meccanismi perversi (o comunque disonesti perché fuorvianti) sono quindi due:
    1) chi sceglie lo fa anche per chi non sceglie;
    2) (meno evidente) non si dà "il proprio 8 per mille", ma a tutti gli effetti SI VOTA: one man, one vote.
    La firma di chi paga 2000 euro di Irpef vale come quella di chi ne paga 200'000.
    O mi sbaglio?

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  8. Diedi ai valdesi il mio 8 per 1000 perchè non trattengono 1 euro ma devolvono l'intera cifra ricevuta. E pubblicano il bilancio dell'operazione sul loro sito.

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  9. Il meccanismo è sicuramente perverso, ma riflette anche quelli che erano i tempi di allora.

    25 anni nel mondo di oggi sono un'eternità e le priorità di allora non sono le priorità d'oggi. Non sempre purtroppo le leggi riescono a stare al passo con i tempi.

    Di sicuro Marco l'inventore dell'8 per mille non è Tremonti. Sotto il governo Craxi non era certo lui il ministro per il bilancio e la programmazione economica ;) mi sembra di ricordare Romita ma non vorrei dire una castroneria.

    Un'idea potrebbe essere fondere il concetto di 8 per mille e 5 per mille, cioé magari una percentuale unica in cui vengono inserite anche la ricerca (attualmente nel 5 per mille) e le preferenze non espresse vadano allo Stato (come avviene mi sembra per il 5 per mille).

    D'altra parte mi sembra un ragionamento logico. Siccome l'IRPEF è un'imposta che forma una parte del gettito fiscale dello Stato Italiano, è secondo me giusto che se non c'è preferenza, lo Stato possa disporne come meglio crede. Di cose in Italia ce ne sono tante da fare :)

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