23 maggio 2009

Falcone e Borsellino 1/9

In queste settimane cadono gli anniversari delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio. Vorremmo ricordare tutte le persone che vi persero la vita, insieme ai due grandi eroi che sono stati i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con questo documentario di Marco Turco (segnalazione: Ricky). Nove puntate, una al giorno. La mafia vorrebbe che non se ne parlasse.

5 commenti:

  1. ...è un dovere di tutti ricordare gli eroi lasciati soli...

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  2. eroi del nostro tempo.
    ... con tempismo perfetto un 'uomo' (sottolineo) che non menziono per disprezzo dice che non lascerà la politica finchè non ci sarà la separazione delle carriere fra giudici e PM.
    Ricordo a quest'uomo che i nostri eroi quando furono uccisi non avevano le carriere separate. dite che sono sciacallo? Eh, no, mi spiace, questo conferma la mia tesi che le procedure sono importanti ma l'onestà degi uomini (ri-sottolineo) VERI è indipendente da separazioni varie.
    Ma farlo capire all'uomo di cui sopra è fiato sprecato.

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  3. Giovanni Falcone non era amato da vivo quanto da morto. Chi ha il diritto di commemorarlo?? Leoluca Orlando il 23 maggio del 1999 dedica una via ala sua memoria ma non bisogna dimenticare che lo stesso accuso Falcone (da vivo) di omertà mafiosa. Il CSM, dopo la vittoria di Falcone al maxiprocesso gli preferì Antonino Meli a capo dell'ufficio istruzione. Lo stesso CSM (i colleghi, valli a capire) gli preferì Pietro Giammanco a capo procuratore di Palermo. Stessi colleghi magistrati che non vollero eleggere Falcone, nel 1990, tra i membri togati del CSM (aveva un successone tra i colleghi). Senza dimenticare che Falcone mise in discussione sia l'obbligatorietà dell'azione penale che la separazione delle carriere.....

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  4. Interessante la lettura che ne diede Calogero Mannino, ex ministro dc ed uscito assolto dal processo intentato contro di lui dalla procura di Palermo: "La strage non fu una vendetta. Falcone fu ucciso in via preventiva"

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  5. @ Allegra
    grazie per avermi citato.

    Accanto a tutte le persone che persero la vita per mano di mafia, permettimi di ricordarne un’altra, morta nel 2002 di morte naturale, nel totale e sconfortante disinteresse generale. In una parola: dimenticata. In un’altra: cancellata. Si tratta di Agostino Caponnetto, procuratore capo a Palermo, chiese e ottenne di sostituire Rocco Chinnici dopo il suo assassinio. Il pool antimafia è stata una sua invenzione.

    Al tempo delle mattanze di Capaci e di via Amelio ero uno sbarbato ventenne cialtrone casinaro, ma Agostino Caponnetto era già per me una sorta di idolo, lo percepivo come un nonno gentile e geniale che nel frattempo, con i suoi uomini, si preoccupava di preparare, di rendere migliore quel paese nel quale mi sarei attivamente inserito di lì a breve. Uno dei ricordi più vivi della mia giovinezza è testimoniato da questo filmato: Caponnetto che stringe il microfono e dice è finito tutto, al tempo trasmesso da tutti i telegiornali. L’ho rivisto grazie a YouTube dopo molti anni, e con lo stesso effetto di allora.

    Vidi Caponnetto dal vivo, in una conferenza all’Università di Padova. Ricordo l’aula gremita e il letterale grido da curva A-gos-ti-no A-gos-ti-no che accolse il suo ingresso. Per chi volesse saperne di più su Caponnetto, il pool e di come è stato smantellato (dalle parole di Giancarlo Caselli):

    http://www.youtube.com/watch?v=_Ai2xeoba2g

    http://www.youtube.com/watch?v=Q1MojWxZmAU

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