Il bambino che vedete è mio figlio, si chiama Lorenzo ed ha 15 mesi.
Domenica a Milano faceva un caldo atroce, ero in canottiera, jeans e infradito.
Lorenzo aveva la febbre e non mangiava, per il terzo giorno consecutivo. Sta mettendo i dentini e, come tutti i genitori sanno, inappetenza e febbre sono tipici sintomi di imminente dentizione. Alle 13.30, come ogni giorno, l’ho messo a dormire. Mezz’ora dopo l’ho sentito piangere, sono andata nella sua stanza e l’ho trovato in un lago di vomito e diarrea.
L’ho preso in braccio e sono volata al pronto soccorso più vicino, quello della Macedonio Melloni.
Appena arrivati, Lorenzo ha di nuovo rigettato. Un lago di vomito liquido.
Mi si sono avvicinate due infermiere e, mentre mio figlio continuava a contorcersi e a dare di stomaco, mi hanno urlato: “Non può farlo rimettere così, dica al bambino di farlo in un catino!”. Intorno a me, neanche l’ombra di un cestino. Ho risposto, evidentemente alterata, di provar loro a suggerire ad un bambino di un anno e tre mesi dove doveva vomitare. Mi hanno portato uno scatolone di cartone: “Lo faccia vomitare qui!”. Ho risposto: “Se il vostro problema è che non avete voglia di pulire, portatemi uno straccio, non rompetemi più i coglioni e andate a vergognarvi lontano da me, ché non vi voglio più vedere”.
Il pediatra lo visita, ordina esami del sangue, flebo di fisiologica per idratarlo (c’erano 37 gradi), ovviamente non può bere, perché rimetterebbe ancora di più. E’ disidratato, le piccole labbra sono tutte secche. Sta male.
Mio figlio è su una barella, piange, due infermiere hanno il compito di inserirgli un catetere in vena.
Conoscete tutti lo strumento: un lungo e sottile tubicino di plastica, con dentro un ago metallico sfilabile. Le infermiere gli mettono il laccio emostatico e bucano l’interno del suo piccolo gomito destro. Una volta bucata la pelle, iniziano a muovere avanti e indietro (alla cieca) il lungo ago rivestito di plastica, ruotando un po’ a destra un po’ a sinistra. Lorenzo grida di dolore, mi chiedono di montargli sopra per farlo star fermo, eseguo. Dopo ripetuti inutili tentativi una delle due afferma: “Ho rotto la vena, questo braccio non va più bene, chiama Tizio”. Un ematoma nero intanto si allarga nell’incavo del suo braccino. Arriva Tizio (e aggiungo per fortuna), che evidentemente è l’unico infermiere di turno in grado di eseguire la manovra, altre grida, ago in vena. Prelievo e flebo inserita. Lorenzo, che è un bimbo molto coraggioso, si calma tra le mie carezze.
Arrivano i risultati delle analisi: gastroenterite virale acuta da Rotavirus di tipo II. Il pediatra spiega. Si tratta di un’infezione che porta infiammazione di stomaco e intestino (vomito e diarrea), non c’è cura, si può solo seguire il decorso e bisogna idratare per via endovenosa (flebo). Ricovero obbligatorio. Peccato che alla Macedonio Melloni non ci sia posto. Il pediatra di turno: “Cercherò un posto in un altro ospedale. Sono le 18.30.
Alle 20: “Ho trovato posto alla De Marchi”. La De Marchi è una clinica pediatrica con ottima nomea. Mi sento sollevata. Sta arrivando l’ambulanza per il trasporto del mio e di un altro bimbo nelle medesime condizioni.
I due volontari in ambulanza sono angelici (volontari, appunto).
Arriviamo al nuovo ospedale, scendiamo dall’ambulanza con i bambini in braccio e i due volontari con la flebo in mano e il braccio alzato per far fluire il contenuto nei tubicini infilati nelle piccole braccia.
Ci dirigiamo al pronto Soccorso, dove troviamo una decina tra infermiere e medici in tranquilla conversazione. I volontari: “Al telefono ci hanno detto di portarli qui”. Qualcuno dal gruppetto: “Non è di nostra competenza (sic!), dovete andare in reparto”. I volontari (sempre braccio alzato con flebo in mano accanto a due mamme con bambini, a questo punto piangenti, tra le braccia): “Sareste così gentili da chiamare il reparto, tanto per non farci girare ancora a vuoto…”. Telefonata e: “Andate al terzo piano”. Torniamo indietro, tutti stretti stretti tra noi, perché obbligati dai tubicini che ci collegano. Ascensore, terzo piano, porta chiusa e citofono. Citofoniamo. Niente. Citofoniamo ancora, niente. Dal vetro vediamo passare una puerpera, le facciamo segno, ci apre la porta. Dentro il deserto. Andiamo a destra, tutto il corridoio: nessuno. In fondo a sinistra, nessuno. In fondo a destra, nessuno. Torniamo indietro, i bambini sempre in braccio, sempre più disperati. A metà corridoio emergono una dottoressa e un’infermiera che ridono: “Ha ha, ci avete fatto ridere, girate alla cieca senza sapere dove andare”. Io: “ Ci fa piacere di avervi fatto ridere”. La dottoressa: “Ridere amichevolmente, s’intende”. Io, superandola: “Amichevolmente un par di palle, stronza”. Spunta un’altra infermiera: “Andate nelle due camere in fondo”. Occupiamo le stanze libere, un po’ come si fa all’università, autonomamente. Oramai anche al cinema ci sono i posti numerati e spesso qualcuno che, a luci spente, ti accompagna. Qui no.
Poggio Lori sul letto, alzo le sbarre laterali. Sono inutili, a misura di adulto, un bimbo ci passa orizzontalmente solo girandosi nel sonno. E meno male che era la clinica pediatrica. Il materasso è composto da tre cuscini quadrati, di diverse altezze, il più erto genialmente piazzato al centro. Chiedo come mai non c’è il materasso, mi risponde che così, quando si sporca un pezzo, sostituiscono solo quello. Una cerata no? In bagno non c’è sapone, non ci sono asciugamani, mio figlio ha continue scariche diarroiche e io sono sempre in jeans, canottiera e infradito. Non lo posso neanche lavare col sapone.
Arriva l’infermiera che attacca il turno di notte, dice che verrà per cambiare la flebo finita. Mi dice di farmi il letto (una specie di poltrona allungabile). Seee…. A Lorenzo cola il naso, le chiedo fazzoletti: “Non ne abbiamo”. Gli pulisco il nasino con le garze. Sono le 21.30.
A Mezzanotte, Lorenzo riattacca a gridare, di nuovo vomito e scariche diarroiche.
Si è strappato la flebo, il letto è sporco di sangue, feci liquide e vomito.
Chiamo l’infermiera, mi dice di portarlo nella saletta infermeria, dove in due (ancora) tentano di inserire un nuovo catetere.
Ricomincia quel bel lavoretto di ago, avanti e indietro, destra e sinistra, in ordine: nell’incavo del gomito destro, nell’incavo del gomito sinistro, polso destro, polso sinistro, caviglia destra, caviglia sinistra. Lorenzo ora urla come un matto, gli hanno fatto molto male, gli hanno frantumato tutte le vene possibili. E tappezzato di cerotti che coprono brutti ematomi neri.
Memore di Tizio alla Melloni, mi permetto di chiedere se c’è qualcun altro che abbia più confidenza con i cateteri endovenosi. Le infermiere cominciano ad urlare, mi dicono che non riescono ad inserire l’ago perché il bambino (con me sopra di lui per tenerlo fermo) “si sarebbe agitato”. Alzo molto il tono della voce: “Mi sta dicendo che ci sono bambini di un anno che non si agitano mentre gli ravanate dentro la carne con gli aghi? Mi sta dicendo che sapete infilare i cateteri SOLO ai bambini sedati?”. Interviene la dottoressa del turno di notte: “L’unica soluzione è il sondino naso-gastrico”, quello di Eluana, per intenderci. Ma come? Non può bere perché altrimenti vomiterebbe ancor di più e questa gli vuol mandare il liquido direttamente nello stomaco col sondino che passa per il naso? Forse ha bevuto prima di attaccare il turno. Le rispondo: “Deve passare sul mio cadavere”.
E’ l’una e mezza di notte, Lori piange, ha perso un chilo dei suoi undici totali, è sfinito. Mi si stringe il cuore come un nocciolino: il mio cucciolo sta male e tutte le persone che ho incontrato sino ad ora in ospedale hanno solo peggiorato la sua situazione.
Mi danno un contenitore con 250 ml di un liquido “energetico” e mi ordinano: “Non più di un cucchiaino ogni 3 minuti”. Lorenzo è mortalmente assetato. Ci impiegherò delle ore…
Rientro in camera, lo lavo con la sola acqua per tutta la notte, lo asciugo con le lenzuola. Gli somministro cucchiaini e cucchiaini di liquido zuccheroso sino alle 7 del mattino. Poi lo lascio addormentare, è sfinito, è piccolo, ha solo un anno e poco più. Ma dura poco.
Alle 7.30 entra sbattendo la porta un’altra infermiera, Lorenzo si sveglia di soprassalto terrorizzato e ricomincia ad urlare. Lei: “Devo pulire la stanza” (ossia passare un mocho per terra). Le chiedo un asciugamani e del sapone: “Eh no! Quelli se li deve portare da casa!”, Io: “Sì, ha ragione, vado sempre al pronto soccorso con sapone e asciugamani”. Lei: “Io me li porto sempre dietro”. Non ho più la forza per dirle vaffanculo. L’aria condizionata è rotta e la notte a 35 gradi ha sfinito anche me.
Io pago le tasse sino all’ultimo e questo è il “servizio” che due tra i meglio considerati ospedali milanesi, della regione che fa un vanto della propria sanità (“la migliore d’Italia”), mi restituisce.
Ora Lori dorme. Non sono più lucida, devo riposarmi un po’ anche io: comincio a pensare che abbia ragione Berlusconi, che devo evadere il fisco. Coi soldi risparmiati potrei andare in una clinica privata………
Vi chiedo scusa per quest'ultimo brutto pensiero.
---
P. S. Allegra è ancora in ospedale, in attesa che dimmettano Lori. Non può collegarsi, ma mi ha pregato di scrivere, visto che nei commenti lo chiedevate, che Federico, il papà del piccolo, è stato sempre accanto a lei insieme all'altro figlio di tre anni.
Pare Che Lorenzo stia meglio.
Metilparaben
Un'unica risposta a questo articolo davvero terribile:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=fzVtn6rZgLs
-- Mariotto
Auguroni Allegra !
RispondiEliminaAnche il mio che ha 18 mesi ha appena passato una settimana di febbre e diarrea causa questo virus intestinale...
tra l'altro si é ammalata anche la mamma :(
In bocca al lupo a te e a Lorenzo.
RispondiEliminaPer trovare sapone, fazzoletti e affini, prova a vedere se c'è uno spaccio interno all'ospedale - spesso è vicino alla mensa degli infermieri.
Se puoi, facci sapere come va.
Cazzo! Da denuncia.
RispondiEliminaQuesto racconto mi ha fatto veramente spaventare...
RispondiEliminaAuguri al tuo bambino e a te. Avendo due bambini piccoli posso immaginare benissimo cosa significhi un'esperienza del genere.
RispondiEliminaSono sempre piu` contento di essere emigrato.
Roberto
Sono imbufalito anch'io, eppure ho passato l'età dei bambini di 15 mesi. Anni fa, molti anni fa, quando mio figlio aveva 15 giorni, lo abbiamo portato all'ospedale di Melegnano perché urlava (!). Il medico (giovane.deciso.gentile) è arrivato dopo 2 minuti 2, lo ha visitato in retta e ha detto "Lo avete fatto vedere da un cardiologo?". "No". "Allora lo visito io". Risultato: difetto cardiaco congenito. Non grave, ma sempre difetto. Ci ha consigliato dove andare e anche da chi.
RispondiEliminaAh, erano le 3 di notte, e il governatore non era El Furmigun.
Come sono cambiate le cose...
Auguri al piccolo. Baciotti.
RispondiEliminaAndavano chiamati i carabinieri e una testata giornalistica........
RispondiEliminaE poi (mi chiedo) :il papà????..... Lui poteva dare risposte a tono (molto alto) a questi "bastardi" che sono pagati per assistere..............Scusa, ma mi sono proprio agitato......( mai del male ai BAMBINI).......Da buon TERRONE avrei spaccato tutto e tutti.........P.S. lavoro in ospedale........reparto tecnico però............IN BOCCA AL LUPO!!!!!................
tutta la mia solidarietà a te e al piccolo.
RispondiEliminaUn abbraccio
Daniele
Fate girare su quanti più blog possibile questa drammatica avventura.
RispondiEliminaE forse Allegra dovrebbe inviarla ai due tre quotidiano maggiori e direttamente a Formigoni.
Anche queste sono domande a cui chi governa deve rispondere,i cittadini hanno diritto a risposte e interventi per correggere queste miserie della nostra sanità.
Per mie esperienze so cosa significa sentirsi abbandonati e in mani "nemiche" in un ospedale di notte.
Tanti auguri,con simpatia
antonio g.
Non lasciar perdere, fai valere le tue ragioni nelle sedi opportune, troppo spesso accadono queste cose e, finchè non ci scappa il morto, loro si sentono impuniti. Che schifo!!!!
RispondiEliminaAuguri al tuo piccolino.
Anna
...auguri di cuore al bambino ed a te...
RispondiEliminaho le lacrime agli occhi se penso a quello che dovete aver passato...che paese di merda!!!!!come sta il tuo lorenzo??sono mamma anche io e mi vengono i brividi al pensiero di come siete stati trattati!!fagliela pagare chiama striscia la notizia!!fallo subito!!!!!un abbraccio!!!susanna
RispondiElimina"comincio a pensare che abbia ragione Berlusconi, che devo evadere il fisco. Coi soldi risparmiati potrei andare in una clinica privata…"
RispondiEliminaÈ quello che qualcuno vorrebbe farti fare.
Ma chi è che controlla molto della sanità lombarda?
In Italia la gente che lavora nei posti pubblici considera il cittadino un suddito, e al posto della richiesta ci deve essere la supplica, e al posto del servizio dovuto la gentile concessione.
RispondiEliminaFinché non si ribalterà tale concezione, rimarremo un Paese di merda.
Solidarietà a te e al tuo bambino
RispondiElimina"comincio a pensare che abbia ragione Berlusconi, che devo evadere il fisco. Coi soldi risparmiati potrei andare in una clinica privata…"
non mi sembra una idea malvagia. L'alternativa è dare ancora più soldi a quest'ammasso di incompetenti.
Sono allibito. Davvero allibito dal tuo racconto.
RispondiEliminaVivo a Pisa, ho due bambini, che hanno avuto (e hanno ancora) delle cose anche peggiori del povero Lorenzo. Sono stato piu' volte in ospedale con loro. Ma mai, dico mai, siamo stati trattati in questo modo. Ripeto: mai.
E' semplicemente scandaloso che la "vantata" sanita' Lombarda offra di questi spettacoli. Recentemente, ho avuto anche delle pessime voci da famosissimo "San Raffaele".
A questo punto sono davvero contento di vivere in Toscana, che con tutti i limiti della sua sanita', non ha mai offerto degli spettacoli cosi' squallidi.
Auguroni al piccolo Lorenzo, vedrai gli passera' prestissimo!
Ho le lacrime agli occhi, dalla commmozione per Lorenzo ma anche dal senso di rabbia e impotenza.
RispondiEliminaNon so come potrei reagire io, mi sembra una situazione così allucinante... e vorrei poter fare qualcosa, ma non so cosa.
Un abbraccio, virtuale ma sentito, ad entrambi.
(Ho scoperto questo post grazie a Galatea, che come probabilmente sai ti ha linkato. E aggiungo che anch'io sono di Pisa e non ho mai visto o sentito episodi del genere)
spero che le cose per Lorenzo si sistemino e che questo post serva davvero. auguri di pronta guarigione al piccolo.
RispondiElimina@ Giulia Innocenzi.
RispondiEliminaPrimo: il caso di Lorenzo non riguarda solo strutture pubbliche.
Secondo: il tuo commento "di ogni erba un fascio", o "la gente che lavora nei posti pubblici" suffraga le più sfasciste posizioni brunettiane.
@Lorenzo.
Auguri di cuore.
Lele
Mi dispiace, ma sono pienamente d'accordo con Giulia.
RispondiEliminaLa situazione peggiora decisamente con gli anziani. Al pronto soccorso ti rimbalzano che è una bellezza. Alla fine tocca sempre fare visita privata per essere ospedalizzati e fare approfondimenti. L'altra alternativa è avere conoscenze nelle strutture ospedaliere. Questa è la regola, con poche e volenterose eccezioni.
RispondiElimina@Lele
RispondiEliminaTu neghi l'evidenza, o vivi probabilmente in Scandinavia.
Oppure sei uno di loro: un parassita dipendente pubblico.
Ad ogni modo ti consiglio di leggere il mitico libro I NULLAFACENTI di Pietro Ichino.
> Vi chiedo scusa per quest'ultimo brutto pensiero.
RispondiEliminaNo, cara Allegra, tu non devi chiedere scusa a nessuno: e' lo Stato oppressore e delinquenziale che deve chiedere scusa a te per il fatto di rapinarti tutti i mesi con il sistema chiamato "tasse" ed offrirti in cambio un servizio pateticamente disgustoso come tu hai raccontato!
Si vergognino i dipendenti pubblici, si vergognino gli statali, si vergogni chi dice che sia giusto pagare le tasse!
Le tasse sono una rapina a mano armata!
La cosa ancora piu' vergognosa e' che sicuramente ci sara' qualche parassita nullafacente che leggendo questo tuo articolo sul blog pensera' o ti dira' "Maledetta Allegra, raccontando questi fatti tu inciti all'evasione fiscale"...
"Le tasse sono un sistema inventato dai parassiti per vivere sulle spalle di tutti gli altri"
(Frédéric Bastiat)*-* AntiStatalista *-*
Era così semplice,perchè nessuno tra tanti economisti ci aveva pensato prima ? Forse tra di loro si nascondono dipendenti pubblici ? E' evidente che per avere ospedali migliori,scuole migliori,migliori trasporti pubblici,pensioni,sicurezza e chi più ne ha più ne metta,la soluzione è non pagare le tasse. Geniale.Premio Nobel assicurato.
RispondiEliminap.s.
la pressione fiscale ha raggiunto negli ultimi mesi livelli mai toccati prima;questo secondo dati recentissimi del Tesoro.Strano,le promesse elettorali del centro dx erano diverse.
p.p.s.
auguri a Lorenzo
@BastaDipendenti
RispondiEliminaNon nego l'evidenza. Sono il primo a ritenere che la pubblica amministrazione vada trasformata radicalmente. Ma non è tollerabile l'affermazione assolutizzante che "In Italia la gente che lavora nei posti pubblici considera il cittadino un suddito".
Non è tollerabile neanche dare del parassita indistintamente a tutti i dipendenti pubblici. Questo è quello che fa Brunetta, e noto purtroppo che è in buona compagnia.
Lele
Lele: si tratta di conoscenza empirica, null'altro.
RispondiEliminaAllucinante!
RispondiEliminaho pianto leggendo quello che è accaduto al piccolo lorenzo. Mi spiace tantissimo. Lo accarezzo sul musetto e prego che stia meglio presto e torni a casa con la sua mamma e il suo papà.
RispondiEliminatatiana
Sono scioccata. Letteralmente.
RispondiEliminaAllo stesso tempo sono sollevata che il tuo piccolo sta meglio.
Un abbraccio
Cara Allegra, denunciali, anche se questa sembra una via lunga e ancor più penosa del calvario che stai passando, ma questi devono pagare per la loro insensibilità ed incompentenza.
RispondiEliminaSe l'ospedale fosse stato privato, a calci in culo sarebbero stati buttati fuori!
Ho letto questo post con la sensazione di leggere un racconto di fantascienza, pur sapendo benissimo che non è così.
RispondiEliminaQuesta gente merita una denuncia costruita bene e che vada a colpire dove deve. Penso però che tu e la tua famiglia lo farete quando Lorenzo sarà a casa e starà bene e che per ora abbiate ben altro a cui pensare.
Ho avuto anche io qui a Bologna un paio di esperienze molto brutte con un ospedale cittadino, ma per fortuna anche altre molto positive, incontrando personale competente, disponibile e umanamente fantastico, tra volontari, medici infermieri e tecnici.
Per fortuna non tutti coloro che lavorano nella sanità sono così e non tutti i dipendenti pubblici sono la merda che qualcuno vorrebbe far apparire.
Si tende a demonizzare le categorie, a scagliarsi in crociate contro questa o quella figura professionale, ma evitiamo i qualunquismi e le generalizzazioni. Evitiamo di scagliarci contro i dipendenti pubblici come un Brunetta qualsiasi o come farebbe qualcun altro contro i magistrati.
Sono persone, persone che lavorano e ognuna di loro è un caso a parte.
Si tratta di individuare gli agglomerati di stronzi, come nel caso di Allegra, i casi in cui una serie di criminali sono riuniti nello stesso posto di lavoro e fare in modo che questa gente non abbia più modo di fare i danni che ha fatto e continua a fare.
Non vedo l'ora di rivedervi tutti in ottime condizioni e col consueto sorriso che vi accompagna...
RispondiEliminaIl resto, ovviamente, è rabbia...
Cara Giulia Innocenzi,
RispondiEliminati invito a rileggere quello che hai scritto, e a qualificarlo. Se davvero pensi che tutti i dipendenti pubblici siano come li descrivi... mi fai solo pena. Te e chi la pensa come te.
Sono io, la mamma di Lorenzo (e di Leonardo, che in questi giorni ho trascurato).
RispondiEliminaMi spiego e vi aggiorno.
Lunedì, tornata a casa per cambiarmi e farmi una doccia e lasciato Lori col papà, ho acceso d'istinto il pc e, raccontandovi, mi sono profondamente sfogata.
C'è chi prende a pugni i muri, chi picchia le persone, chi scrive.
Ne avevo davvero bisogno.
Inoltre, con questo curioso metodo, ho potuto avvertire familiari, amici e colleghi per i quali ero improvvisamente diventata irreperibile.
Non vi nascondo che, poi, mi sono un po' pentita: non volevo sembrasse che stessi "usando" il mio piccolino. Non erano queste le mie intenzioni. Volevo semplicemente denunciare ciò che avete letto.
Per chi l'ha chiesto: il papà è sempre stato con noi, salvo poi dover pensare al fratellino di Lorenzo, Leonardo che ha 3 anni.
Non credo che tutti i pubblici dipendenti siano come coloro con cui ho avuto a che fare in questi giorni. Come qualcuno ha scritto: si tratta di persone. Quelle persone sono state ignobili, solo quelle. Non mi piace generalizzare.
Mi dispiace che la mia chiosa finale abbia dato luogo al dibattito sull'opportunità o meno di pagare le tasse.
Io sono dell'idea che la legge vada rispettata, anche quella fiscale. Credo le battaglie vadano combattute all'interno della legalità, non da fuori.
La mia, comunque, voleva solo essere una battuta e questa appena espressa è solo la mia opinione. Legittima come tutte le altre.
Sono a casa, siamo a casa.
Ho chiesto di dimettere il mio bambino, sotto la mia responsabilità anche penale, perchè in ospedale c'era l'aria condizionata rotta e Lorenzo che non poteva più essere idratato via flebo, sudava come un matto, perdendo ulteriori liquidi.
L'ho portato a casa, ho messo il suo lettino nella mia stanza con l'aria condizionata ed ora dorme.
E' forte, è già visibilmente migliorato. Salvo brutte sorprese, nel giro di pochi giorni dovremmo esserne fuori. Domenica ho creduto di morire, ma già mi sembrano passati secoli. Anticorpi mentali di mamma...
Detto ciò, mi preme un ultimo pensiero dedicato a voi: i vostri commenti mi hanno profondamente commossa, vi ringrazio con tutto il cuore.
E' bello non sentirsi soli.
Un abbraccio.
RispondiEliminaVedrai, Lorenzo starà bene prestissimo.
Queste pesti sono delle rocce!
Lele
Ma è spaventoso il degrado degli opsedali nel nostro paese. E siamo nel nost Milàn. Chissà, allora cosa accade altrove.
RispondiEliminaSì, occorre sporgere denuncia al tribunale del malato. E questo scritto ti può aiutare perché ìè un perfetto verbale d'accusa.
Auguri e in bocca al lupo al piccolo e alla mamma.
Allucinante. Quella degli asciugamani o del "lo faccia vomitare qui" era già pessima, ma il "ci avete fatto ridere" è addirittura surreale, ma scherziamo?
RispondiEliminaNon scusarti di niente, hai tutto il diritto di sfogarti.
Un abbraccione, spero che vada meglio.
Sono ASSOLUTAMENTE d'accordo con Antistatalista. Difficilmente potrei trovarmi più d'accordo con qualcuno. Lo quoto fino alla citazione del gran Bastiati, anzi fino alla firma finale.
RispondiElimina(inoltre sono immensamente felice che queste idee non siano tanto isolate)
Nessuno dice che tutti i dipendenti pubblici siano così. La questione è diversa.
La questione è che se una impresa privata si comporta di merda, perde clienti per l'incompetenza o l'inefficienza dei propri impiegati. Perdendo clienti è la stessa impresa privata che ne paga le conseguenze (in genere perdendo soldi). Se l'imprenditore sbaglia (nello scegliere impiegati, nello scegliere impiegati [dottori] qualificati ecc.) è lui che paga. SOLO LUI.
Se un ospedale pubblico si comporta di merda noi ne paghiamo le conseguenze due volte: abbiamo servizi scadenti o pericolosi e paghiamo TANTE le tasse per sostentare incompetenti.
ANZI se un ospedale si comporta di merda, ha personale inqualificato, ha medici impreparati, cosa fa? CHIEDE ALTRI FONDI, altre tasse. E via con gli sprechi.
INOLTRE le entità pubbliche non hanno ALCUN INCENTIVO a migliorare. Cosa importa ad un ospedale se i suoi "clienti" stanno male? Perde per caso soldi? No, quelli entrano sempre, giacché la tassazione è COERCITIVA.
Gli unici casi in cui personale incompetente viene licenziato sono grandi scandali, nei quali in genere tutti si coprono a vicenda per mantenere il posto pubblico guadagnato (che in genere tengono per tutta lavita).
A questo punto guardate sotto questa prospettiva tutti gli enti pubblici. Io ci vedo negligenza, menefreghismo, INCOMPETENZA e una mancanza assoluta di gentilezza o di rispetto. Tutto questo condito con la boria di chi è sicuro che il posto non lo perderà mai, perché ha amici qui e lì e perché i posti pubblici non si perdono mai.
Non dico che il privato funzioni perfettamente. Nel privato però l'imprenditore ha il massimo incentivo a far funzionare le cose per bene, perché altrimenti PERDEREBBE SOLDI. Se l'imprenditore scopre incompetenti state certi che valuterà le cose sotto una prospettiva assolutamente diversa.
Se una struttura privata funziona male (e cioè non soddisfa i propri clienti in maniera sufficiente) cosa accade? FALLISCE.
Se una struttura pubblica funziona male cosa fa? Chiede più soldi.
Questa non è DESTRA o SINISTRA o CENTRO. Questo è tutt'altro.
Ognuno veda impieghi pubblici vari, veda università, veda scuole pubbliche, veda ospedali e veda tutte le cose statalizzate. Se qualche piccolo ramo funziona bene dipende solo da quelle pochissime persone che, nonostante non abbiano incentivi a farlo, come dei martiri dedicano passione a ciò che fanno. Individui inghiottiti da tutti gli altri, parassiti maiali.
scusate alcuni errori del post sopra. (ad esempio, Bastiat e non Bastiati! : D)
RispondiEliminasottolineo: non tutti son così, ci mancherebbe altro. Ma la percezione che tanti, tantissimi, probabilmente la maggioranza degli impiegati pubblici son così è una cosa diffusa. Chissà perché.
> @BastaDipendenti
RispondiElimina> Non nego l'evidenza. Sono il
> primo a ritenere che la pubblica
> amministrazione vada trasformata
> radicalmente. Ma non è
> tollerabile l'affermazione
> assolutizzante che "In Italia la
> gente che lavora nei posti
> pubblici considera il cittadino
> un suddito".
> Non è tollerabile neanche dare
> del parassita indistintamente a
> tutti i dipendenti pubblici.
> Questo è quello che fa Brunetta,
> e noto purtroppo che è in buona
> compagnia.
> Lele
@Lele
Su una cosa hai ragione: non si puo' generalizzare, dire che il 100% dei dipendenti pubblici sono parassiti e' esagerato.
Io credo (per esperienza personale) che il 90% di essi lo siano. Magari mi sbaglio, magari sono di meno, magari sono di piu'.
Ma sai cos'e' la cosa che mi da' fastidio?
Che a volte m'e' capitato di conoscere alcune persone parte di quel 10% di lavoratori seri nel settore pubblico, che di solito sono costrette a lavorare il doppio-triplo-quadruplo per coprire la nullafacenza degli altri.
Di fronte a queste persone ho spesso esclamato: "A voi bisognerebbe dare l'aumento, mentre gli altri nullafacenti andrebbero licenziati!"
Beh, anziche' darmi ragione queste persone m'hanno sempre detto cose del tipo: "No, licenziare e' sbagliato. Che costoro non abbiano voglia di lavorare e' brutto, ma licenziare non si deve mai e comunque".
Hai capito l'assurdita'?
Il dipendente pubblico o e' parassita o e' difensore di parassita.
Almeno, cosi' la penso io.
> Anonimo ha detto...
RispondiElimina> Cara Giulia Innocenzi,
> ti invito a rileggere quello che
> hai scritto, e a qualificarlo. Se
> davvero pensi che tutti i
> dipendenti pubblici siano come li
> descrivi... mi fai solo pena. Te e
> chi la pensa come te.
@Anonimo
Qui di persone che fanno pena ci sei solo tu.
Giulia Innocenzi ha ragione, come (quasi sempre). Se parli cosi', significa che sei uno di loro, o un parente di uno di loro.
Parassiti - nullafacenti - fannulloni.
In una parola: dipendenti statali.
Non è questione di dipendente pubblico o privato ( ricordo che la clinica pediatrica è privata). E' il fatto che noi italiani non abbiamo il senso del dovere e il senso comune.
RispondiEliminaChi sporca le città con le cartacce non sono dipendenti pubblici, chi evade non sono dipendenti pubblici e mi sembra che ultimamente molti politici di destra non abbiano per nulla il senso dello stato, quindi del senso comune.
E' un fatto culturale, troppo individualismo errato, troppo disprezzo per le istituzioni .
Auguri per il tuo Lorenzo e per tutti i bambini in quella situazione.
@BastaDipendentiPubblici
RispondiEliminaLa tua esperienza personale non penso possa consentirti di fare asserzioni come:
"Il dipendente pubblico o e' parassita o e' difensore di parassita."In questo modo si continua a generalizzare.
E secondo me la richiesta di Anonimo a Giulia Innocenzi di qualificare quello che ha scritto mi sembra, oltre che legittima, del tutto ragionevole.
Dire "Se parli cosi', significa che sei uno di loro, o un parente di uno di loro." è un solenne nonsense.
"Parassiti - nullafacenti - fannulloni.
In una parola: dipendenti statali."Perché tre righe prima dici "non si può generalizzare" e poi vieni fuori con questi exploit?
Secondo te i dipendenti pubblici sono parassiti in quanto dipendenti pubblici. I nazisti volevano eliminare gli ebrei in quanto ebrei.
Lele
Ci mancava la "reductio ad nazium"...
RispondiEliminaLele, si vede che non hai argomenti.
Yup
Tenere duro non basta più, occorre inserire nel concetto di solidarietà anche l'azione della denucia e la pretesa del rispetto delle regole del gioco della collettività.
RispondiEliminaAVETE FATTO BENE A SCRIVERE QUESTA STORIA.
RispondiEliminaSONO MAMMA DI UN BIMBO DI 9 MESI E LEGGENDO MI è VENUTA LA PELLE D'OCA MA SOPRATTUTTO DA PIANGERE!!!!!!!!!!
COMPLIMENTI PER L'IMMENSA EDUCAZIONE DIMOSTRATA...IN CASO CONTRARIO SIATE BEN FELICI DI SAPERE CHE SAREI VENUTA PERSONALMENTE AD AIUTARVI NEL PRENDERLI A PAROLE!!!!!
TANTI AUGURI PER IL VOSTRO MARMOCCHIETTO SI RIMETTERà PRESTO!!!!
Sono studente infermiere, devo dire che leggendo, il racconto rabbrividisco. E' evidente che molti non hanno voglia di lavorare, e che infermieri del genere non sono altro che un danno per l'immagine professionale. Andrebbero segnalati all'urp e nel caso al collegio ipasvi.
RispondiEliminaEvidentemente queste infermiere non conoscono il principio, primum non nocere... se non riesci a fare una cosa, non farla, se no arrechi danno. piuttosto rompi i coglioni al medico, e se si rifiuta si segnala in direzione sanitaria.
Arrivo qui per caso, e trovo qualcosa davvero che fa rabbrividire... L'unica consolazione è sapere che ora il tuo piccolo sta meglio... Una cronaca infernale, davvero. E anche se le mie (per fortuna poche) esperienze ospedaliere sono state diverse (vivo in Emilia-Romagna) credo che purtroppo la tua, cara Allegra, non sia unica. Davvero, sai, dovresti sporgere denuncia... Anche perchè, se i dipendenti hanno questi comportamenti, mi viene da pensare che che ci siano gravi carenze, e menefreghismo, da parte della dirigenza. Comunque sporgere denuncia mi sembra una buona soluzione. Ho avuto a che fare con un pessimo medico dietologo (non ospedaliero) che propinava anfetamine pure, all'insaputa dei pazienti, spacciandole per prodotti vegetali. Ho rischiato di morire, volevo denunciarlo, ma mio marito mi ha convinto a lasciare perdere. E lui ha continuato a seminare danni...Mio dovere sarebbe dunque stata la denuncia.
RispondiEliminaLa tua storia mi ha colpita moltissimo, comunque: mi ha commossa pensando al dolore tuo e del tuo bimbo, e mi ha fatto anche incazzare da bestia. Senza neppure chiederti il permesso riprendo il tuo post e lo pubblico nel mio blog. Spero non ti dispiaccia.
Un abbraccio solidale a tutta la tua famiglia e un bacetto a Lori, che guarisca presto presto.
Milvia
(rossiorizzonti.splinder.com)
Voglio segnalare questo post perche' tutti dovrebbero leggerlo e riflettere. Anche se, figlia di dipendenti pubblici che si sono sempre fatti il mazzo, non concordo con le condanne per categorie.
RispondiEliminaè incredibile o forse no visto alcune esperienze precedenti. Le tasse, in un paese civile, dovrebbero garantire i servizi fondamentali ed è un dovere di tutti i cittadini contribuire allo stato sociale. Dovere dello Stato è invece garantire che i soldi pagati dai cittadini vadano a finire esattamente nei posti a cui sono destinati e controllare il funzionamento delle strutture pubbliche. Nostro diritto è segnalare se le cose non vanno.
RispondiEliminaUn in bocca al lupo al piccolino!
Valeria (sullarottadimaqrollelgaviero.wordpress.com)
Carissimi,
RispondiEliminacon immensa gioia v'annuncio che, grazie ad una mia segnalazione ad Alberto Mingardi (direttore Istituto Bruno Leoni) questo blog e questo articolo sono stati citati sul Riformista di oggi 29 maggio 2009.
Potete correre a comprarne una copia oppure leggere qui:
http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=7954Saluti ed in bocca al lupo a Lorenzo ed Allegra
-- Davide Chicco
(Studenti Luca Coscioni - Cellula di Genova)
dave.noise(AT)gmail.com
Caro Davide
RispondiEliminaguarda la posta!
Primaditutto auguri al piccolo Lorenzo, che stia bene e non abbia bisogno più di simili "cure".
RispondiEliminaA te tutta la mia solidarietà, di madre e di nonna, e di donna.
Occorre denunciare queste cose, perché in questa italietta da veline e bugie ritrattate, si sappia che non tutti sono disposti a subire senza ribellarsi.
Evadere questa tassazione incivile e confiscatoria è ormai legittima difesa.
RispondiEliminaImmaginate davvero a cosa saremmo ridotti se tutti pagassero: l'intera Italia sarebbe ridotta allo stato di quell'ospedale, altri milioni di dipendentipubblici, in pensione a 48 anni, etc.
"Vi chiedo scusa per quest'ultimo brutto pensiero."
RispondiEliminaSe una persona, dopo tutto quello che è capitato a lei e a suo figlio, chiede scusa solo per aver pensato che sarebbe meglio non pagare il pizzo allo stato mafia, allora la situazione è senza speranza, e tutta la merda che vi cade addosso in Italia ve la strameritate.
Ma non crederete mica a tutto quello che ha scritto la signora Allegra!!addirittura il sondino di Eluana...ma vi rendete conto come una storia così "commovente" possa essere usata per infangare gli enti pubblici e chi ci lavora?!?NON HO PAROLE...la signora forse ha un pò ingigantito i fatti e non ha la benchè minima idea di come si lavori in un ospedale e di quali siano le priorità x i bambini ricoverati!!!!Auguri cmq a Lorenzo...che sicuramente nel frattempo sarà guarito.
RispondiEliminaCaro anonimo che mi precede,
RispondiEliminaa differenza tua, che neanche ci metti il nome, quando io scrivo qualcosa e ci metto la mia faccia, mi premuro di avere la possibilità di fornire prove e conferme. ho le foto dei lividi di Lorenzo a testimoniare la rottura dei suoi accessi venosi e diverse persone che possono confermare, tra le tante cose, anche la schifezza del sondino nasogastrico.
sai com'è, è questione di deformaziona professionale, di mestiere faccio l'avvocato: tu?
Tu, a parte il "secondo me", quali argomenti puoi fornire a supporto dell'opinione che hai qui lasciato?
Infine: trovo ributtante il solo tuo accennare all'ipotesi che io abbia falsato o ingigantito una storia che riguarda la salute di mio figlio piccolo.
CARA ALLEGRA,
RispondiEliminaMI RENDO CONTO CHE QUANDO SI PARLA DI FIGLI NIENTE è MAI TROPPO MA DOVRESTI MODERARE LE TUE PAROLE. PRIMA INFANGHI GLI ENTI PUBBLICI E INDISTINTAMENTE TUTTI COLORO CHE CI LAVORANO (AVVOCATO ATTENTO A NON DIFFAMARE). POI QUASI QUASI MINACCIA? "IO FACCIO L'AVVOCATO". NON HO DUBBI SUL FATTO CHE TU ABBIA POTUTO AVERE DEI DISAGI MA PROPRIO PERCHè IL TUO LAVORO SI SVOLGE AL DI FUORI DEGLI OSPEDALI DOVRESTI INFORMARTI PRIMA DI PARLARE.
HAI DESCRITTO LA GASTROENTERITE COME UNA TRAGEDIA MORTALE (LO ERA FORSE FINO A 200 ANNI FA)
LE VENE DI TUO FIGLIO SI SARANNO ROTTE IN QUANTO DISIDRATATO. MA QUESTA NON è COLPA Nè TUA Nè DI TUO FIGLIO, Nè DEGLI INFERMIERI VISTO CHE IN SANITà LE PRATICHE SVOLTE SU PAZIENTI SI ESEGUONO PERCHè NECESSARIE E NON PER PURO SADISMO. CREDO CHE TUTTO IL PERSONALE CHE SI è "ACCANITO" (COME TU RITIENI)SU TUO FIGLIO SAREBBE ANDATO PIù VOLENTIERI AL MARE. (VISTO IL CALDO).
SUL FATTO CHE GLI ENTI PUBBLICI NON SIANO STRUTTURATI COME HOTEL A 5 STELLE,BEH SU QUESTO HAI RAGIONE, MA DI CERTO NON PUOI SGARBATAMENTE PRENDERTELA CON CHI CI LAVORA DENTRO.
INFINE VORREI CONCLUDERE DICENDO CHE CHI LAVORA IN OSPEDALE SA E PURTROPPO VEDE TUTTI I GIORNI QUALI SIANO I PROBLEMI REALI DEGLI AMMALATI.
"BEATI VOI" CHE NON AVETE PROPRIOIDEA DI QUALI SIANO I VERI PROBLEMI.
Anonimo, è più forte di te, renderti riconoscibile proprio no?
RispondiEliminaSei un infermiere/a?
Io non infango la categoria, racconto dei cani che incontrato. Punto.
La gastroenterite non l'ho affatto descritta, ho lasciato che fosse wikipedia a spiegare cosa fosse.
Non minaccio dicendo che faccio l'avvocato, ma spiego che per deformazione professionale sono abituata a procurarmi prove di ciò che affermo.
Vedo invece che, ancora, gli unici argomenti che hai sono il "secondo me".
Un po' poco sinceramente.
Torna quando avrai qualcosa di più credibile da denunciare, perchè così produci solo tanta noia.
(e dimostri la pochezza degli infermieri come te)
AH AH AH MI FAI SOLO RIDERE... LA POCHEZZA L'HAI DIMOSTRATA TU CERCANDO DI DIFENDERE UN RACCONTO CHE è A DIR POCO AL DI FUORI DELLA REALTà...
RispondiEliminaAnonimo, lascio i tuoi commenti su questo blog, invece di rimuoverli come come dovrei in omaggio alla decenza, per mostrare a tutti che questo paese versa nelle condizioni in cui versa per colpa di personaggi della tua risma: non mi azzardo a definirti, ché i materiali come quelli di cui ti riveli composto vanno toccati con la punta delle dita, tappandosi il naso e possibilmente coi guanti.
RispondiEliminaTanto ti definiranno quelli che leggono.
Saluti.
in riferimento al commento qui sopra : MA PARLA COME MANGI!!!!!!!!
RispondiEliminaPosso azzardare io una definizione?
RispondiEliminaSTRONZO!!
stavo leggendo tutta presa e interessata alla vicenda,i toni parevano guisti e ognuno aveva la sua da dire,con qualcuno ero d'accordo con altri no insomma roba da adulti, ma poi è venuto fuori l'anonimo con un "parla come mangi"e mi ha fatto cadere gli zebedei,se dovesse finire in ospedale vorrei essere io la sua infermiera povero piccolo...
RispondiEliminaCara commentatrice delle 21,07
RispondiEliminabasterebbe che fosse "curato" dai suoi colleghi che ho avuto la sfortuuna di incontrare, che, se indovino, sono tali e quali a lui (o lei).
in risposta a bleek dell 8 giugno: anch'io vorrei azzardare ad una definizione per te...ma sono troppo educato... ti lascio quindi immaginare...
RispondiEliminasono la commentatrice delle 21:07,
RispondiEliminaè giusto dire che non tutti gli INFERMIERI sono così insensibili e disumani come quelli che Allegra e la sua famiglia hanno avuto la sfortuna di incontrare ma è altrettento giusto denunciare quando succede una cosa del genere.
trovo invece ingiusto che in un luogo come l'ospedale, dove si presume uno ci vada perchè c'ha dei problemi più o meno gravi,si rischi sempre più spesso di cadere nelle mani di persone poco sensibili e rispettose nei confronti dei pazienti e dell'importante lavoro che hanno scelto di svolgere,fare l'infermiere non è come lavorare in fabbrica!se l'operaio mi ride in faccia mi può dispiacere però se il pezzo che doveva fare è fatto bene me ne frego che lui rida,invece se sto male e sono nel panico e colui che dovrebbe aiutarmi e confortarmi al contrario ride e se ne frega allora si che è giusto alzare la voce e dire no basta!l'INFERMIERE ripeto non è un lavoro di ripiego è una scelta che non va sottovalutata.non voglio parlare di contratti, condizioni di lavoro ecc...per queste cose uno se la prende coi suoi superiori non con i pazienti che spesso sono messi peggio di loro.siamo persone non numeri di cartelle e stanze,abbiamo dei nomi,delle storie,una dignità,chi più chi meno e comunque davanti al dolore chiunque va rispettato.
purtroppo alcuni scelgono questo mestiere per la facilità di trovare poi un posto di lavoro "sicuro" e sottovalutano tutto quello che comporta essere un buon INFERMIERE.
scusate se mi dilungo troppo ma ci tengo per spiegarmi meglio ad allegare questi scritti:
Sull'etimologia e sul significato del termine "nursing"
La parola nursing stessa ["nurse" vuol dire infermiera] viene da "nourish", che a sua volta deriva dal latino "nutrire" che significa nutrire o allattare. Anche oggi , il primo significato del verbo inglese "to nurse" è ancora nutrire al seno, allattare. All'inizio del secolo Lavinia Dock e Isabel Stewart, tra le prime infermiere autrici di pubblicazioni, osservarono che "fare l'infermiera [nursing] è uno sviluppo della cura materna verso i piccoli". Da allora questo tema è stato ripreso da altri autori. Lisa H. Newton, per esempio, sostiene che la funzione dell'infermiera è per molti versi identica a a quella di una madre, perché i malati assomigliano ai bambini nel loro dover dipendere dagli altri. L'assunzione da parte dell'infermiera del ruolo di madre, continua Newton, è perciò giustificata non solo etimologicamente e storicamente, ma anche se ci si mette dal punto di vista delle attese del paziente.
(Tratto da Helga Kushe, Caring, Nurses, Women and Ethics, 1977. Traduzione italiana: Prendersi cura. L'etica e la professione di infermiera, Torino, 2000, Edizioni di Comunità, pagina 20)
Cara commentatrice delle 21:07
RispondiEliminahai davvero colto il punto. grazie
...pensi davvero che sia facile mettere un' agocannula a un bambino?e che un buco dietro l'altro lo si faccia per il gusto di farlo o a cuor leggero?non direi...e se in due ospedali diversi, con nomi importanti, non sei riuscita a trovare qualcuno di tuo gradimento, non è che magari il problema sei tu?comunque...se pensi che il problema sia nei professionisti incontrati prenditi una laurea nel campo e curatelo da solo il tuo bimbo!!e tra l'altro...nemmeno una clinica privata si salverebbe, visto che la de marchi lo è...capisco che siano momenti brutti, ma sputare su chi lavora per cercare di risolverli...
RispondiEliminacaro anonimo che mi precede,
RispondiEliminase avessi letto il post, avresti notato che alla Melloni le prime due infermiere consapevili di non essere capaci hanno tentati di infilare l'agocannula, come la chiami tu, una sola volta prima di massacrare le altre entrate in vena. sul suo braccino destro. poi, in un momento di lucidità, hanno chiamato un infermiere capace di farlo che, al primo colpo, ha fatto centro. Alla de marchi (che a sentire te sarebbe l'unica clinica gratuita d'Italia, dove comunque è richiesta la tessera sanitaria del sistema pubblico), nonostante ci fossero molte altre infiermiere di turno ad esempio al pronto soccorso senza arrivi urgenti, le due infermiere non hanno mai accennato a chiedere aiuto a qualcun altro, forse per paura di fare brutta figura, e non l'hanno fatto neanche quando l'ho chiesto io. forse, questo sì, un po' tardi.
il resto non merita attenzione.
cara signora vorrei che lei non generalizzasse intanto perchè non sono infermiere chi lava a terra poi perchè probabilmente è capitata nelle mani sbagliate le assicuro che c'è tanta gente che si rompe il culo nei reparti e di questo non ne parla mai nessuno per non parlare della poca considerzione dopo anni di stuio e la dimostrazione è lei cara signora che scambia un addetta alle pulizie con una professionista dell'assistenza
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