29 luglio 2009
Il Foglio dietro un dito
La vicenda Marino e la questione dei rimborsi gonfiati mi fa sorridere. Mi viene da pensare: lo scandalo che ha scovato Il Foglio sarebbe scoppiato comunque se Marino non avesse lavorato all'estero?
Mi spiego. Con una certa cadenza ci arrivano da oltreconfine le notizie di dimissione di ministri o cadute di governo per questioni di note spese, spesso avvenute nella legalità ma nello sconcerto dell'opinione pubblica. Prima i filmetti porno del marito della ministra degli interni britannico pagati coi soldi del contribuente, vicenda che ha costretto la povera Jacqui, cornuta e mazziata, a dimettersi. Ora il caso della ministra della Spd, che in vacanza in Spagna ha fatto arrivare dalla Germania la sua macchina con autista, destinata esclusivamente a degli incontri di lavoro: la marachella da 10.000 euro potrebbe costare una sconfitta ancora più pesante alla Spd.
Tutti questi episodi vengono visti dall'occhio italico come qualcosa di esotico, oggetto di battute nostrane. Li utilizziamo poi quando c'è da trasformare una persona in bersaglio, come ha fatto Il Foglio con il chirurgo, e ha fatto benissimo. questo sì che è un giornalismo che dà il suo contributo.
Mi rimane però il dubbio che ci piaccia nasconderci dietro a questi episodi senza esaminare il nostro sistema Paese: perché i cittadini non si incazzano quando vengono utilizzati gli aerei di stato per farsi i giretti vacanzieri? Perché nessuno esige che i nostri rappresentanti vadano in giro in bicicletta, in motorino, se del caso con la propria macchina, anziché dare un'autista anche al consigliere del delegato del dirigente del reparto della commissione dell'organo? Perché, anziché pubblicare "La casta" una tantum, i giornali non si impegnano in campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica, per imprimere anche in Italia il concetto dei "soldi dei contribuenti"?
Mi permetto umilmente, quindi, di suggerire al Foglio un buon inizio per intraprendere una strada del genere: perché non ci dicono quanti soldi stanno spendendo Bersani, Franceschini e Marino per l'elezione del segretario del Pd, se tutti e tre hanno gli stessi fondi (ne dubito), stesso accesso ai mezzi di comunicazione interni (ancora peggio), se quindi i soldi dei contribuenti (non mi si dica che il Pd si finanzia con il suo tesseramento!) sono utilizzati almeno per implementare il pluralismo e la democraticità di un partito che per ora sembra solo utilizzare i soldi punto?
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