29 agosto 2009

Le vite degli altri /5

Una volta, nemmeno troppo tempo fa, il sudamerica veniva utilizzato nelle discussioni quale paradossale paradigma dei punti di vista più retrogradi e meno democratici ("Ammazza come sei reazionario. Ma dove credi di essere, in Uruguay?"). Poi uno si sveglia e legge una notizia del genere: Ragion per cui, gente, non mi meraviglierei se a Montevideo, durante un acceso dibattito tra amici sui diritti civili, qualcuno perdesse la pazienza e prorompesse in un'esclamazione del genere: "Te l'ha mai detto nessuno che sei un retrogrado fatto e finito? Ma dove credi di essere, in Italia?" A occhio e croce, direi che ce lo meriteremmo proprio:

1 commento:

  1. Che ciò accada in Uruguay non mi stupisce per niente: la scuola laica, il suffragio universale maschile e poi univesale in un senso più proprio, il divorzio ecc. hanno una storia di quasi 100 anni in questo paese. Paese che, fino agli anni 60, era noto come "la Svizzera dell'America Latina", rivelando un errore piuttosto consueto in molti paesi americani e non: la frequente confusione fra Svizzera e Svezia (sp: Suiza, Suecia).
    Va tuttavia segnalato, a proposito delle frequenti discussioni sulla prevenzione/pianificazione familiare, como il presidente Tabaré Vázquez (medico ed ex-vittima della dittatura di Bordaberry) abbia bloccato con un veto una proposta della maggioranza parlamentare relativa a una legge meno restrittiva sull'aborto.
    Quanto alla pessima abitudine di considerare reazionari i latino-americani bisogna dire che affonda le radici nel tragico periodo delle dittature anni 60 e 70, se si guarda un po' più dietro ci si accorge che molti paesi (Cono Sud in particolare) erano decisamente all'avanguardia, e non solo se confrontati con l'Italia. Tutto lascia prevedere che sia nel bel mezzo di un ricorso storico.

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