Mentre nel centro storico di L'Aquila
non sono iniziate né le demolizioni né le ristrutturazioni, le lezioni universitarie si tengono in tenda e il maltempo rischia di peggiorare ulteriormente la situazione,
lo Stato finanzia con 3 milioni di euro il restauro di 23 chiese
lievemente danneggiate dal sisma per fare in modo che siano tutte tirate a lucido entro Natale.
Prima le cose importanti, perbacco.
Io sono stata a L'Aquila a luglio, come volontaria, e ho un blog che racconta tutto quello che io ed una mia amica abbiamo fatto e visto laggiù.
RispondiEliminaGià allora notai come tutti gli edifici religiosi, o quasi, erano dotati di puntellature e cinghie, mentre gli edifici pubblici e le abitazioni erano quasi tutti privi di messe in sicurezza.
Se consideri inoltre la quantità di case pericolanti che rischia di danneggiare le case integre crollandogli addosso, la cosa è ancora più assurda: ancora oggi ci sono persone, tante, che hanno la casa agibile e non possono rientrare perchè magari la casa a fianco sta crollando, e nessuno ha fatto nulla per sanare il problema.
Andrà a finire che quelle case crolleranno, e danneggeranno anche le case intatte, con buona pace dei loro abitanti :(
Scusa la tirata, ma su questa questione sono avvelenatissima.
Che skifo.
RispondiEliminaIo vivo e studio a L'Aquila e posso confermare tutto, tranne che lezioni si facciano nelle tende.
RispondiEliminaAbbiamo tre milioni di problemi, ma fortunatamente le strutture dove fare lezione ci sono.
Mancano le case, alcuni studenti prenotano settimanalmente un posto in tenda (max una 30ina di posti).
Se vuoi ti faccio un resumé generale :)
Sarebbe fantastico, e credo molto utile a tutti.
RispondiEliminali pagasse almeno il ricchissimo stato pontificio... invece saranno quattrini che escono dalle nostre tasche... dopo il danno, la beffa (e che beffa!)
RispondiEliminaBeh però, se le chiese sono state solo lievemente danneggiate, forse vuol dire che dio un po' esiste? :-)
RispondiElimina"Beh però, se le chiese sono state solo lievemente danneggiate, forse vuol dire che dio un po' esiste? :-)"
RispondiEliminaSe fossi uno che ha perso la casa o, peggio, una persona cara a causa del terremoto, ad un dio che pensa alle sue chiese e se ne sbatte del resto gli sputerei in faccia.
No probabilmente il fatto che siano state poco danneggiate significa che sono state costruite meglio, essendo la chiesa, sin dal medioeva strapiena di soldi.
RispondiEliminaSant’Agostino: «Non sono le mura a fare i cristiani»; e, ancora: «tu stesso sei il tempio di Dio».
RispondiEliminaI padri della Chiesa godono, da tempo, scarsa considerazione da parte delle gerarchie ; )
Le chiese fanno parte del nostro patrimonio storico-artistico, l'ultimo vanto che resta all'Italia. Tutelarlo non credo sia un errore, anzi. Certo, se la mettiamo sul piano delle priorità, è indubbio che lo stato debba preoccuparsi di dare prima una sistemazione ai cittadini. Ma questo non implica l'abbandono del degli edifici storici, chiese comprese, che esprimono la nostra storia e la nostra cultura (magari non la vostra, ma quella di milioni di cittadini).
RispondiEliminaGilberto
Scherzavo, e non sulla tragedia dei terremotati, ma, appunto, sull'esistenza di dio.
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