15 dicembre 2009
Facebook, la Carlucci, Maroni e le "misure adeguate": andiamo nel dettaglio?
Su certi argomenti, ci avrete fatto caso, si tende a rimanere sul generico, mentre sarebbe assai interessante dare un'occhiata un po' più da vicino, vederci chiaro e capire meglio.
Non ho ben compreso, tanto per fare un esempio, cosa intenda con esattezza il ministro Maroni quando parla di adottare "misure adeguate" per arginare il fenomeno dei gruppi Facebook offensivi o ineggianti alla violenza; premesso che è la stessa piattaforma, senza fare tanti proclami, ad aver già predisposto da un pezzo strumenti che in casi del genere possono essere utilizzati direttamente dagli utenti (basta segnalare il gruppo ed il gioco è fatto), è evidente che i casi sono due: o il governo si attrezza con volontari preposti a scansionare Facebook dalla mattina alla sera e a chiudere d'imperio i gruppi dai contenuti più discutibili (ma a giudizio di chi? e poi, con quale autorizzazione? no, perché se si aspettano che Zuckerberg dia loro il permesso di fare cose del genere senza colpo ferire li aspetta una bella sorpresa), oppure decide di oscurarlo direttamente e buonanotte ai suonatori.
Mentre segnalo che in quest'ultima ipotesi ci ritroveremmo in ottima compagnia (Facebook è attualmente vietato in paesi come la Siria, la Cina, l'Iran e il Vietnam), mi tocca rilevare ancora una volta un particolare angosciosamente ricorrente: costoro, nella stragrande maggioranza dei casi, non sanno di cosa parlano, o perlomeno fanno finta di non saperlo.
Basta andare appena appena nel dettaglio.
più ci ragiono e più che mi convinco che invece sanno cosa stanno facendo,
RispondiEliminain fondo 'sta roba non si chiama "fascismo"?
sul mio blog i video delle dichiarazioni "pacifiche" di Berlusconi!
RispondiEliminaConcordo con quanto dici, le soluzioni che tendono a fare di tutta un'erba un fascio sono quelle che risultato meno razionali e spesso le meno utili.
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