03 febbraio 2010
Perché mi ci costringete?
Non che me ne freghi granché, per la verità, se uno si flagella, si mette il cilicio o si diverte a mangiare gli escrementi che trova per terra: siamo tutti adulti, maggiorenni e vaccinati, e notoriamente ognuno fa quello che vuole, almeno finché non finisce per rompere l'anima a qualcun altro.
Se però viene fuori che gli stessi individui, ai quali pure -a volersi impicciare nei fatti loro, cosa che come ripeto vorrei evitare- potrebbe essere addebitato un comportamento perlomeno bizzarro, non sono soliti adoperare il medesimo criterio di giudizio nei confronti degli altri, allora il discorso cambia: voglio dire, lasciando da parte argomenti più controversi nei quali in qualche modo c'è di mezzo la figura di un "altro", come si fa a scrivere nero su bianco che farsi una pugnetta o andare a letto con una persona consenziente del tuo stesso sesso siano comportamenti "gravemente disordinati" e poi, appena posata la penna, andare nell'altra stanza e infliggersi una ventina di nerbate? Cioè, le frustate non sono disordinate? Non è disordinato martoriarsi le carni con una cinghia uncinata? Non è gravemente disordinato raccogliere il primo stronzo che ti capita a tiro e ingoiartelo sano sano?
A me non interessa, ripeto, il fatto che Giovanni Paolo II si fustigasse tutte le sere, o a giorni alterni, oppure soltanto quando sentiva il bisogno di farlo per avvicinarsi a Dio: anzi me ne compiaccio (sinceramente) per lui, perché in quel modo riusciva a portare a termine l'avvicinamento che si proponeva attraverso uno strumento del tutto inoffensivo per il prossimo; né ritengo, per quanto possa valere la mia opinione, che la circostanza debba in qualche modo influenzare il giudizio che la Chiesa, secondo le regole che si è data, sta portando avanti per stabilire se si sia trattato di un santo o no.
Però, per piacere, diciamoci le cose come stanno: o stabiliamo che nei fatti degli altri, finché rimangono tali, non si deve ficcare il naso (ed in tal caso diamo il via libera alle flagellate e al cilicio, ma pure alle pugnette), oppure decidiamo che quei fatti ci interessano, e che ci interessano a tal punto da indurci a formulare una valutazione sul loro maggiore o minore grado di "disordine".
E' di tutta evidenza che scegliere la seconda strada, per me che mi trovo inevitabilmente a disagio quando mi tocca ingerirmi negli affari altrui, equivarrebbe a una mezza sconfitta: tuttavia, se le cose stessero davvero così -e cioè se vi doveste ostinare a puntare il dito sui comportamenti privati degli altri e contestualmente a pretendere che nessuno faccia un fiato sui vostri- la conclusione sarebbe obbligata: da sconfitto, e quindi senza la minima soddisfazione, mi toccherebbe chiedere ai miei lettori se secondo loro sia più "disordinato" frustarsi fino a sanguinare o farsi una sega.
Dite la verità: vi converrebbe?
se uno pensa gia' di essere il rappresentante di una creatura soprannaturale in terra sinceramente non so quanto il fatto che si flagelli possa peggiorare il suo quadro mentale....
RispondiEliminaBuhauhahuaha!
RispondiEliminaQuoto in pieno Blisser.
Ma vedi astrattamente puoi anche aver scritto una cosa giusta. Solo che il ragionamento non tiene conto del fatto che per loro frustarsi non è peccato, farsi le pippe no. Il grado di disordine si basa su due scale molto diverse.
RispondiEliminaInsomma, Wojtyla si fustigava. Del resto era molto vicino all'Opus Dei, le cui regole prevedono tra l'altro la fustigazione almeno settimanale accompagnata dalla recita del Salve Regina o di altra preghiera.
RispondiEliminaBel post, davvero
RispondiEliminaSposerò Blisser, un giorno o l'altro! :D
RispondiEliminaE chi fa entrambe le cose è assolto? E se le fa contemporaneamente?
RispondiEliminaUna annulla il valore dell'altra e si resta in pari?
Da santo subito a sado-maso subito.
RispondiElimina