Se vivessimo in un paese come quello che avrebbe voluto lui, nel quale i più deboli vengono dileggiati, insultati e umiliati, Pier Gianni Prosperini avrebbe trovato sotto l'ospedale una folla incarognita pronta a sputargli in faccia e a prenderlo per il culo, magari invitandolo sguaiatamente a "ciapa' su la lametta e andarsene al cimitero".
Per fortuna non è così: nonostante Prosperini e i suoi sodali, e con tutte le sue (gravissime) imperfezioni, questo continua ad essere un paese garantista, anche quando i diritti che si devono garantire sono quelli di chi fino al giorno prima faceva il giustizialista gradasso con i ladri di polli.
Io continuo a trovare rassicurante l'idea di vivere in un paese così: lui ringrazi il cielo di non essere riuscito a farlo diventare come voleva.
Oggi, che il più debole è lui, se la vedrebbe brutta assai.
Così, a gradire:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=rBqos2hvIYQ
Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare :-))
RispondiEliminaE questo qua, per quanto abbia fatto il gradasso, non è che una mozzarellina.
Paolo
Ogni volta che leggo o ascolto la valanga di improperi, insulti e aggettivi di varia natura, che questi signori usano con grande disinvoltura, penso sempre che stiano parlando di sè come dallo psicoanalista.
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