Si chiamava Giuseppe Uva. E' morto nel reparto psichiatrico del pronto soccorso di Varese, dopo una notte passata nella caserma dei Carabinieri che lo avevano fermato per stato di ebbrezza, a causa di un arresto cardiaco provocato dalla combinazione tra l'alcool che aveva in corpo e i farmaci somministratigli dai medici per tenerlo buono. Il cadavere era pieno di lividi sul naso, sul collo, sulla schiena. Aveva il cavallo dei pantaloni inzuppato di sangue. Qualcuno gli aveva tolto le mutande e le aveva fatte sparire. Durante la notte l'amico che era stato fermato con lui, sentendo le urla da un'altra stanza della caserma, aveva provato inutilmente a chiamare un'ambulanza.
E' una storia di ventuno mesi fa. La storia di un altro dei tanti, troppi Stefano Cucchi a cui capita di subire barbarie intollerabili in uno stato di diritto.
Una storia di cui mi auguro che qualcuno, e presto, verrà chiamato a rispondere.
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Grazie a Grazia per la segnalazione.
sto aspettando quel giorno
RispondiElimina@Berica: Allora stai fresco.
RispondiEliminahttp://www.senzasoste.it/livorno/caso-lonzi-la-vergogna-continua-la-procura-annuncia-larchiviazione.
È... è... agghiacciante.
RispondiEliminaDue sorelle combattono per i loro fratelli come Antigone
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