20 luglio 2010

Il diritto di scegliere

Quello che penso è presto detto: qualsiasi paese nel quale un individuo non abbia la possibilità di valutare per se stesso fino a che punto la sua vita debba essere considerata dignitosa e quando inizi a non esserlo più, e non possa conseguentemente decidere, se lo ritiene opportuno e può ragionare lucidamente, di interrompere la propria esistenza, non è un paese davvero libero.
La possibilità di scegliere consapevolmente sul proprio corpo e sulla propria vita, a mio parere, costituisce una prerogativa inviolabile della persona, e quindi dovrebbe essere considerato il più importante dei diritti civili.
Ogni volta che quel diritto viene violato, ogni volta che lo Stato sequestra il corpo di un cittadino strafottendosene della sua autodeterminazione, la libertà rimane una parola priva di contenuto.

13 commenti:

  1. Totalmente d'accordo... e del resto, dopo lo scritto che gentilmente hai ospitato mesi fa, non potevo che pensarla come te.
    Un saluto,
    Alessandro

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  2. Bisognerebbe trovare dei sanitari che abiano il coraggio di porre un grande gesto di disobbedienza civile.

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  3. LIBERI DI OBBEDIRE AI PASTORI. VIVA IL GREGGE!

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  4. Un punto a favore della laicità. Io onestamente credo che se vedessi un parente o un caro amico ridotto in quelle condizioni dimenticherei la legge e cercherei un modo per metter fine alle sue sofferenze.

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  5. una legge che permettesse di scegliere coscientemente la propria eutanasia non credo sarebbe sbagliata.

    marco

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  6. Il ricordo di quanto detto e fatto contro Eluana, per impedirle di liberarsi di quella non-vita, mi fa ancora male. Grazie Beppino, ancora una volta, per la tua battaglia di civiltà.

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  7. definitivamente d'accordo. le tue parole interpretano perfettamente il mio pensiero.

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  8. tra qualche anno, spero una decina d'anni, succederà anche a me, spero che almeno quando succedrà la legge sia cambiata

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  9. D'accordo (in parte) sul diritto di scelta... ma questa non diventi una scusa di facciata che nasconde dietro di se un odio viscerale verso la Chiesa ed i suo rappresentanti; un fondamentalismo laicista di cui non se ne sente proprio il bisogno.

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  10. @Ugo
    lo schifo ti va bene? Perché il sentimento più forte verso la chiesa e verso chi nel 2010 crede ancora agli dei non è l'odio, ma il disgusto, misto magari a compassione.
    Rovinatevi solo le vostre, di vite, grazie.

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  11. Spero che il discorso valga solamente per i malati terminali, io non me la sento di incoraggiare persone depresse che chiedono aiuto per il suicidio :)

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  12. Io veramente di un fondamentalismo laicista almeno provvisorio (diciamo 10 anni?) sentirei fortemente il bisogno (e non "NE" sentirei, come scrive l'ineffabile Limonero che ha imparato l'italiano dagli articoli che Nosferatu Sallusti vomita quando si dimenticano di chiudere a chiave la cripta). Anzi, guarda un po', istituirei un "Ministero per la Laicizzazione dello Stato" che porti tale laicizzazione almeno al livello della Francia.

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