09 luglio 2010

Regole auree

Silvio Berlusconi torna su uno dei suoi cavalli di battaglia:
C'è una regola aurea della democrazia che vale per tutti: in un partito ci si confronta e si discute, ma nel momento delle decisioni vince il principio della maggioranza. Chi dovesse dissentire dovrebbe prendere atto di non essere più in sintonia con i nostri elettori.
La regola delle decisioni prese a maggioranza sarà pure -genericamente parlando- aurea, non discuto: però, siccome mi par di capire che il premier intenda estendere il principio anche al voto in Parlamento, riterrei un tantino più aureo l'articolo 67 della Costituzione, secondo il quale
Ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione
capito? la Nazione, per giunta con la enne maiuscola, non soltanto i suoi elettori
ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
Così, tanto per ricordare che se si vuole distruggere una cosa bisognerebbe perlomeno prendersi la briga di conoscerla.

6 commenti:

  1. E infatti noi la si criticava sul piano politico, sul fatto che lei si riconoscesse o no in un partito quale (astrattamente) avrebbe dovuto essere il pd: mica dicevamo che avrebbe dovuto votare come gli imponeva il partito.

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  2. Diciamo che nella vera democrazia si decide secondo maggioranza, ma sempre nel rispetto delle minoranze.

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  3. cade a fagiuolo questo video:
    http://www.youtube.com/watch?v=Q2mMdcTSibc

    (vorrebbe essere il primo di una lunga serie, cazzi buffi e non permettendo)

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  4. Il voto a maggioranza non determina la democrazia. Ad esempio in Cina, Irak, URSS, ecc... le votazioni esistevano (o esistono tutt'ora) pur non essendo essi paesi democratici.
    In democrazia, inoltre, non esiste un obbligo esplicito di rispettare le minoranze. Penso che sia una questione di civiltá, e di diritti fondamentali dell'uomo, ma non un fatto in se per se legato alla democrazia.
    Infatti in Italia le minoranze sono bistrattate con regolaritá!

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  5. @ Sklivvz

    "Infatti in Italia le minoranze sono bistrattate con regolaritá!"

    Per me è il contrario: da noi le minoranze hanno fatto cadere svariati governi, vincolato l'azione legislativa, messo in crisi voti parlamntari. Le minoranze in Italia secondo me hanno un potere che altrove non hanno, tanto che stiamo ancora qui a pagarne le conseguenze. Non va confuso il fatto che tipicamente in Italia le minoranze usino strategie inique, e quindi inutili ai fini del ragiungimento di obiettivi qualificanti, col fatto che esse non abbiano peso: le minoranze sono potentissime ma fesse, e non impotenti ma intelligenti.

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