26 ottobre 2010

79 - 30 = 49

Si chiamava Simone La Penna ed era stato arrestato per detenzione di stupefacenti.
Il 26 novembre 2009 è morto in carcere, dopo aver perso 30 chili ed aver chiesto inutilmente di essere curato.
Per la sua morte sono indagati sette fra medici e infermieri.
La sensazione, per nulla rassicurante, è che si tratti di un nuovo caso Cucchi.
Ci sarebbe da chiedersi quante vicende come questa succedano, nel nostro paese, senza che se ne sappia nulla.

Grazie a Daniela per la segnalazione.

5 commenti:

  1. conosco più di qualcuno passato per commissariato o carcere per problemi di droga, di detenzione o di spaccio. di queste persone nessuna è uscita dal commissariato o dal carcere senza tumefazioni (bugia, i delinquenti veri in meno di 24 ore sono a casa con una pelle da beauty farm). senza aver subito torture e minacce. senza aver preso tante di quelle botte da trasformare dei criminali, presunti tali, o semplici cittadini (non sempre alle botte segue un'incriminazione)in un essere umano blu-giallastro.
    alcuni ci muoiono, ma è la punta dell'iceberg. sono i casi di cui si viene a conoscenza.
    perchè un pestaggio in carcere non si denuncia, perchè lo sai che se solo ci provi, le botte che hai preso sono carezze. perchè lo sai che poi i problemi non finiranno mai.
    perchè lo sai che vieni pestato il più delle volte solo se sei un pesce piccolo, uno che non fa paura, uno che non ha capacità, anche economica di difesa. perchè siamo talmente immersi nello schifo che consideriamo normale un pestaggio in carcere, perchè così è.
    solo che non se ne parla.
    per ogni stefano cucchi ci sono centinaia di pestaggi non finiti in tragedia. immagino che in testa di qualche "malato" questo sia un ottimo rapporto rischi-benefici.
    sia chiaro, credo fortemente che gli autori di questi pestaggi non rappresentino la maggioranza delle forze dell'ordine. non voglio cadere nel tranello dello schieramento. non odio le "guardie", ma i pestatori in divisa. e bisogna distinguere, perchè il passaggio successivo alla generalizzazione è la radicalizzazione dell'odio. e questo, se possibile, è ancora peggiore.
    io non ho paura, proprio perchè la paura porta all'odio, e l'odio è cieco, annebbia la vista e la mente, impedisce il pensiero, ti fa combattere una causa (il più delle volte) sbagliata.


    e scusate lo sfogo, ma il parco dove stefano è stato preso, è stata casa per diversi anni.

    RispondiElimina
  2. se in italia si applicasse la legge, buona parte degli operatori del carcere (polizia penitenziaria e sanitari) sarebbe sempre in carcere, ma dietro le sbarre.
    GP

    RispondiElimina
  3. Detenuto appicca fuoco in cella nel carcere di Sulmona

    SULMONA. Per l'ennesima volta si è sfiorata la tragedia nel carcere di Sulmona.


    Il nuovo episodio di violenza lo racconta Mauro Nardella, segretario provinciale Uil Penitenziari che assicura che «solo grazie al tempestivo intervento della Polizia penitenziaria si è evitato il peggio».

    Un internato ieri ha appiccato il fuoco nella sua cella ed è stato salvato grazie alla solerzia del personale di polizia penitenziaria di stanza presso l'istituto di via Lamaccio.

    «Gli agenti», racconta Nardella, «malgrado in sottorganico vista l'ora (era l'una di notte) non si è lasciato prendere dal panico e con prontezza è riuscito a salvare l'uomo e a domare un incendio che ha praticamente distrutto l'intera cella. Si è evitato, attraverso l'apertura delle finestre, che il fumo si propagasse per l'intera sezione».

    «Intanto», denuncia sempre il segretario, «aumentano in modo preoccupante in tutta Italia i casi di suicidio tra i poliziotti penitenziari». L'ultimo caso si è verificato ieri. «Un assistente della polizia penitenziaria in servizio al nucleo traduzione e piantonamenti del carcere di Ferrara infatti si e' tolto la vita con la pistola d'ordinanza, dopo aver sparato e ucciso con la stessa arma l'ex compagna», denuncia il segretario della Uil.

    «Bisogna correre ai ripari ed evitare che nei prossimi anni questi casi ora isolati non diventino parte integrante di una strage. 35 anni da passare all'interno del carcere sono tanti. Il Governo deve rivedere la politica gestionale di questo Corpo di Polizia il quale, e bisogna sottolinearlo, dal 1995 sta vivendo un vero e proprio esperimento. Infatti fino al 1995 i poliziotti erano posti in quiescenza maturati 19 anni 6 mesi e un giorno. Prima di allora già si contavano a migliaia i casi di disagiati psichici vittime di un lavoro così usurante figuriamoci oggi dove da tempo gli anni in media passati all'interno delle carceri italiane per un poliziotto penitenziario ha superato di gran lunga il numero di 25. I poliziotti penitenziari sono allo cavie di un sistema che se non verrà modificato farà inevitabilmente altre vittime».

    Intanto si terrà presso la sala conferenza del comune di Molina Aterno venerdì 29 ottobre 2010 a partire dalle ore 15.00 un incontro proprio sul tema.

    RispondiElimina
  4. Cosi' adesso sono 67486 a spassarsela bene... vero Bertoldo?

    RispondiElimina
  5. io invece gli sbirri li odio. Per 1 di loro che si comporta da persona corretta ce ne sono altri 20 che fanno più paura dei delinquenti conosciuti. Cucchi, aldovrandi, bianzino, giuliani, sandri etc sono solo alcuni dei tantissimi nomi delle vittime delle divise, a cui tra l'altro non è mai stata resa giustizia ma anzi si è cercato ancora di infangare i loro nomi, come se farsi due canne o anche fare il teppistello in giro siano azioni da punire con la morte. Io sono stata picchiata e minacciata da uno sbirro e vi assicuro che, a parte un pacchetto di sigarette in tasca, non avevo armi con me...anzi, non avevo proprio nulla visto che tutto, anche i documenti, erano rimasti in macchina (bisogna essere un grande uomo per mettere le mani addosso ad una ragazza di 52 kg per poco più di un 1,60 di altezza). In un altra occasione un ragazzo con cui stavo ha avuto una discussione con degli sbirri perchè ubriaco, il giorno dopo, oltre ad un processo per direttissima (perche uno sbirro pestandolo si era slogato un polso e lo ha denunciato per lesioni) ha guadagnato anche un faccione largo il doppio del normale...ma gli avocati di solito consigliano di lasciare perdere perchè tanto contro quella casta di assassini non si può fare nulla e rischi pure che ti facciano delle ritorsioni. Che schifo.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.