Chi legge questo blog da un po' sa che non sono granché portato per i post commemorativi.
Però Mario Monicelli è stato il regista italiano che ho amato più di tutti, e leggere che se n'era andato mi ha fatto un gran dispiacere.
Non mi capita quasi mai, quando muore una persona che non avevo conosciuto di persona.
Invece, stavolta sì.
La speranza è una trappola
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=qtvS98JJX0E&feature=related
Anche se non l'hai conosciuto era un pezzo anche della tua vita,non una briciola e fino all'ultimo aveva un sacco di cose da insegnarci,ti ricordi Rai per una notte?
RispondiEliminaEcco, mi aggancio al link di Rossa Innaturale, a quella frase che da quando l'ho riletta mi ronza in testa.
RispondiElimina"la speranza e' una trappola". Li' per li' non avevo capito l'intelligenza di quel grande messaggio, ma ora si'.
Ora che incensate trasmissioni televisive addormentano le coscienze nella consolazione e nell'appagamento fine a se stesso, rivelandosi funzionali a un sistema da perpetuare.
Non abbiamo bisogno di speranze, peggio, di illusioni, o di consolazioni.
Abbiamo bisogno di essere svegli, consapevoli dello schifo e anche della disperazione se occorre, senza anestesia, per lottare per il diritto alla dignita', a un sistema sociale, economico e politico migliore.
Grazie, Mario, di quest'ultimo prezioso insegnamento.
vorrei sottolineare il fatto che Monicelli ha applicato a se stesso l'eutanasia! se ci fosse stata la possibilità di una scelta, non sarebbe stato necessario buttarsi giù dal quinto piano!
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