La storia, a occhio e croce, è sempre la stessa: si individua un potenziale dittatore disponibile a fare carne di porco di una nazione e poi non solo si fa finta di non vedere le efferatezze delle quali si rende protagonista e si chiude un occhio sul modo in cui calpesta sistematicamente ogni diritto civile, ma addirittura gli si vendono le armi necessarie a rafforzare il suo regime, lo si lusinga, gli si bacia il culo compiacendolo in ogni modo possibile e si fanno affari d'oro con lui; poi, quando alla fine i poveri abitanti di quel paese si incazzano e lui li reprime in un bagno di sangue, si prende atto dell'impossibilità di assistere impotenti al massacro e si interviene con impressionante dispiegamento di forze militari per ripristinare la democrazia.
In questo collaudatissimo schema, che negli ultimi quarant'anni si è ripetuto pressoché identico a se stesso in ogni angolo del globo, il crimine vero non consiste nell'intervenire quando le cose sono ormai andate in merda, ma nell'aver pazientemente e scientificamente costruito le condizioni perché ciò avvenisse.
Quelli che adesso si stracciano le vesti e parlano di neo-colonialismo, ma nei trent'anni precedenti si sono ben guardati dal fare un fiato, o sono in malafede o non ci hanno capito un granché.
In entrambi i casi, per come la vedo io, farebbero bene a tacere e ad occuparsi di altro.
Concordo è davvero stomachevole la faccia tosta dei nostri pennivendoli che dopo aver cantato le lodi di Bush si mettono a fare i pacifisti per compiacere gli interessi leghisti
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