Ultimamente, specie tra i militanti e i simpatizzanti di svariati partiti dell'opposizione, è in gran voga una sorta di idolatria della Costituzione che in genere si manifesta con slogan del tipo "la Costituzione non si tocca", "giù le mani dalla Costituzione", "la Costituzione è la nostra bibbia laica" e via discorrendo.
Ebbene, ho avuto come l'impressione che commentando la vicenda di Breivik e del suo sanguinoso attentato ad Oslo molte di quelle stesse persone abbiano avuto modo di esibire una scintillante attitudine forcaiola, a sua volta estrinsecata in adagi come "metterlo in carcere e buttare via la chiave", "ventuno anni sono una pena ridicola", "marcisca in galera fino alla fine dei suoi giorni".
Ora, fatta salva la circostanza che la pena di Breivik dovrà essere erogata dallo stato norvegese, e che quindi la discussione sulla sua congruità ci riguarda solo in linea di principio, mi permetterei di ricordare agli scalmanati di cui sopra che la Costituzione repubblicana, quella che loro stessi hanno trasformato in un totem, al secondo comma dell'articolo 27 recita testualmente così:
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.Il che equivale a dire, in italiano, che la detenzione non è una sorta di risarcimento alle vittime e ai loro cari, né tantomeno una vendetta, ma una misura con la quale si cerca di recuperare al vivere civile un individuo che ha commesso un delitto: e pertanto che locuzioni come "marcire in carcere" sono contrarie alla nostra Costituzione; la stessa Costituzione di cui costoro si riempiono la bocca un giorno sì e un giorno no come se si trattasse di un'ostia consacrata.
A meno che -ma in questo caso ce lo dicano chiaramente- non la si debba considerare una "bibbia laica" solo quando fa comodo alla loro retorica.
lo trovo assolutamente esatto, basta con questo prolungamento dell'occhio per occhio, stimolato dal mainstream, evolviamoci. (lo dico sinceramente)
RispondiEliminaNon e' una questione di occhio per occhio (almeno per quel che mi riguarda), quanto piuttosto una constatazione mirata ad evitare nuovi eventi analoghi ad opera dello stesso individuo.
RispondiEliminaRitengo, spero a torto, che quando uno e' cosi' convinto delle sue azioni, difficilmente il carcere servira' a riabilitarlo.
Anzi, probabilmente si sentira' come un martire, passera' 21 anni chiuso nella sua convinzione, pregando e rafforzando la sua fede estremista, per poi uscire e trovare un mondo che, se tutto va bene, sara' ancora piu' liberale e aperto a mentalita' diverse.
Mi spaventa, in uno scenario simile, l'idea di che cosa possa fare da qui a 21 anni quando uscira' dal carcere.
Ma ripeto, queste sono delle considerazioni personali.
carissimi, basta voi don Tutto! Un conto è riferirsi sempre alla costituzione e un conto è chiedere che sconti in galera la sua pena. Probabilmente così avverrà in Norvegia, 20 anni ma garantiti, specie dopo un crimine che ci riporta indietro nel tempo (provate ad immaginare a quale periodo storico). In Italia invece se ne scontano pochi, e si rimettono in libertà personaggi che continuano a delinquere, come Izzo. Se tra quei ragazzi ci fosse stato un vostro fratello forse sareste diventati anche voi forcaioli (ma è forcaiolo chi chiede che la pena venga scontata? stiamo parlando di un ladro di polli o di un fanatico che ha ucciso a freddo circa 80 ragazzi?). Mha! La verità è che ciascuno di noi cerca di guadagnare lo scranno più altp da cui pontificare!
RispondiEliminaLa pena non ha una funzione "retributiva"... almeno nei paesi con una certa tradizione giuridica...
RispondiEliminahai pienamente ragione, e ti fa onore scrivere questo pensiero in un momento in cui è certo più comodo incitare alla forca piuttosto che mantenersi razionali
RispondiEliminaPrima di tutto, in Norvegia 21 anni di reclusione è il massimo della pena: il loro sistema non prevede ergastoli, pene di morte o reclusioni di durata superiore, ma questo è un problema loro.
RispondiEliminaSecondo, in Italia vige molto più frequentemente il principio retributivo della pena, a scapito di quello preventivo; dipende dalle interpretazioni dei giudici, ma la tendenza è quella.
Per il resto, io sono perfettamente d'accordo col senso dell'articolo.
Metil, ti amo.
RispondiEliminaMa assolutamente no. Uno che ammazza novanta persone, o anche una sola, merita il confino dalla società civile.
RispondiEliminaMi meraviglia che chi predica i valori dell'uguaglianza e del vivere bene comune possa poi mostrare indulgenza per chi turba il bene comune distruggendo la libertà fondamentale (quella di vivere) di molte persone, rovinando le famiglie dei poveri defunti e mettendo in pericolo la sicurezza di un paese in cui il neonazismo è sempre più popolare.
Siamo radicali solo quando fa comodo, così come il PD, democratico solo per spartirsi i posti in parlamento.
Bravo Passivamente, è proprio così, c'è tanta gente che ama solo predicare. Sulle libertà fondamentali non esistono deroghe, e chi chiede che un criminale nazista sconti la sua pena sino in fondo non è forcaiolo, basta con posizioni di comodo che sono semplicemente decontestualizzate per comodo.
RispondiEliminaApprezzo il senso del post, la penso anche io cosi, fermo restando che SO che se fossi un familiare delle vittime richeiderei la pena di morte dopo torture, a costo di praticarla io stesso.
RispondiEliminaE forse anche Metil, non so. Questo non è in contraddizione con quanto scrive, perchè una legge saggia la deve fare una testa calma e pensante che tende al bene comune, non un animale assetato di sangue come quello in cui naturalmente la maggior parte di noi si tramuterebbe.
Posto questo ... io sarei per un rinvio a nuovo giudizio tra 21 anni. Reclusione e analisi, se la persona viene giudicata guarità, bisogna fidarsi.
Se non lo è , va tenuta in impossibilità di nuocere alla società.
secondo me.
Metil, e se dopo 21 anni rimane il pazzo fanatico omicida senza pietà che è oggi che si fa? Non stiamo parlando di una truffa o di un omissione di soccorso! Si tratta di uno psicopatico criminale, per me deve restare in un manicomio criminale finché non guarisce. E se non guarisce oltre ogni ragionevole dubbio, semplicemente non esce mai più, punto e basta. Mi spiace ma secondo me non ci credi neanche tu in quello che hai scritto, la tua è una posa, inconscia magari, ma lo è, una provocazione... Un paese civile difende i propri cittadini, il carcere deve rieducare, ma anche allontanare i pericoli dalla comunità e uno psicopatico è un pericolo mortale e probabilmente resterà tale per tutta la vita. Come Izzo, citato giustamente da qualcuno prima di me. Basta studiare le statistiche criminologiche a riguardo, per convincersene, d'altra parte.
RispondiEliminaIl rischio di sedersi dalla parte del torto d'altra parte è quello di sostenere posizioni lontane dal buonsenso.
Detto ciò espressioni come marcire in galera, tortura o buttare la chiave sono emotive e quindi contestabili. Ma ridurre il carcere a pura rieducazione, in casi come questo, non funziona.
Metil ti segnalo questo http://www.ilgiornale.it/esteri/suite_matrimoniale_e_tivu_ecco_carcere_extra_lusso_riservato_mostro_oslo/27-07-2011/articolo-id=537027-page=0-comments=1
RispondiEliminaperchè , in tema, merita... me lo sono segnato anche sul blog perchè ero allibito O_O
PS: tra l'altro ti do sempre del "tu", scusa la libertà , spero non ti offenda ^^'
Aggiungo: ricordiamo ai signoroi della sinistra che nella Costituzione è scritto "L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA COME STRUMENTO D'OFFESA E RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE INTERNAZIONALI..."
RispondiEliminaE loro votano sempre i finanziamenti alle missioni