Sono consapevole del fatto che con questo breve post scontenterò i sostenitori del cosiddetto "scappellotto a fin di bene", ma io sono con gli svedesi: secondo me schiaffeggiare i figli è un maltrattamento bello e buono, e dunque punire chi lo fa (magari con una sanzione pecuniaria, ché dalle nostre parti le carceri sono già fin troppo affollate) costituisce un'elementare norma di civiltà.
Ecco, adesso i fautori dei metodi educativi "tradizionali" possono anche scatenarsi.
Beh, è un'opinione. La pedagogia non ha mai svelato cosa sia meglio a livello educativo - e a ben guardare non potrà mai farlo. Io qualche scappellotto me lo sono sicuramente preso e non vorrei mai vedere i miei genitori in carcere per una piccolezza simile, questo è certo.
RispondiEliminamah io comunque vedo una differenza fra lo "scappellotto" e lo schiaffo... ma forse è solo una questione linguistico/regionale
RispondiEliminaBe', spiattalo, la frase dopo i due punti inizia con "secondo me". Quindi si tratta senza dubbio alcuno di un'opinione. :-)
RispondiEliminaOvvio, lo è anche la mia; mi riferivo più che altro ai (probabili) commenti dei "tradizionalisti" o degli "anti-violenti" che in questi casi sfiorano squisitamente il fanatismo. ;)
RispondiEliminaMi sembra francamente esagerato mandare in prigione un genitore che da uno scappellotto ad un figlio indisciplinato. Insomma, mi sembra che tra lo "scappellotto educativo" ed il maltrattamento ce ne passi...
RispondiElimina@Stefano: il punto è proprio questo. Secondo me lo "scappellotto educativo" non esiste: lo "scappellotto", sempre a mio parere, è un maltrattamento sempre, in quanto tale. Si tratta di picchiare, cioè colpire un essere umano per provocargli dolore fisico, e non vedo come ciò possa essere considerato altro che un maltrattamento. Questione di opinioni, naturalmente.
RispondiEliminaCon questo breve commento scontenterò i sostenitori della "superiorità della razza umana sulle altre forme di vita", ma io sono dalla parte degli animali. Ho diversi gatti e se un gatto mi piscia sul divano, lo meno e poi non lo fa più. Non ho figli ma se mio figlio mandasse affanc*lo sua mamma davanti a me, lo meno e poi non lo fa più.
RispondiEliminaRendiamoci conto che siamo bestie, l'abbiamo scordato ma e' quello che siamo. Con la scusa della "civiltà" ci stiamo rovinando con le nostre mani.
Ecco, adesso i fautori de "La censura sul mio blog? Mai!!" potranno scatenarsi.
Recentemente si sta allargando a macchia d'olio la fazione del "i figli devono fare tutto quello che vogliono, come vogliono e quanto vogliono, non devono essere bocciati altrimenti cresceranno male". Secondo me stiamo solo aumentando la percentuale dei futuri insoddisfatti perenni.
RispondiEliminaGuyto, seppur tranchant, ha ragione. Io qualche scappellotto me lo sono preso al momento giusto e non lo ricordo come una violenza atta a procurarmi dolore fisco, semmai un ribadire con un gesto un concetto espresso (il più delle volte molte volte) a voce. Ecco, lo scappellotto è come la sottolineatura di una frase, serve ad evidenzare ed attenzionare un concetto. Se poi parliamo di schiaffoni a mano aperta o cazzotti, allora mi trovi d'accordo. Io da un anno ho un cane: mai picchiato e mai lo picchierò, ma qualche scappellotto (leggi buffetto sul sedere per insegnargli - dopo svariati tentativi verbali - a sedersi, quello gliel'ho dato). Opinioni. Esperienze.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con Guyto, parola per parola. Però... però da convinta sostenitrice dello scappellotto a fini educativi, mi chiedo anche quali metodi usino gli svedesi per educare i propri figli, giacché reputo quello svedese un popolo estremamente civile (molto più di quanto lo siamo noi)...
RispondiEliminaVolevo aggiungere un'altra cosa. Io non so nel caso specifico come il tizio abbia colpito suo figlio, ma credo che lo scopo dello scappellotto non sia quello di FARE MALE per ottenere qualcosa, ma il fatto di sottolineare e far ricordare il momento dello sbaglio. E' una cosa diversa dal maltrattamento, altrimenti sarebbe meglio usare un bastone; meno sforzo più risultato. Ma non funziona così.
RispondiEliminaSono un ignorante tradizionalista ... e distinguo tra maltrattamenti e sculacciata.
RispondiEliminaPer la mia poca cultura poi, mi sembra molto più diseducativo che le forse dell'ordine contrastino l'autorità del padre che non la cosa in se. Un po come quando si dice che se un genitore sta riprendendoil figlio per qualcosa, l'altro non dovrebbe contraddirlo (per quanto possibile e all'interno del buonsenso, ovviamente).
Bah, si dice anche che il mondo è bello perchè è vario :)
Gli eccessi sono sbagliati in ogni senso. Vogliamo ragionare sulla non-educatività (se esiste in italiano) del fatto di mostrare a un figlio il padre messo in galera per un semplice scappellotto? Cosa gli insegnerà questo, che la violenza è sbagliata (cme se non fosse violenza recludere una persona) o che lui, ragazzino, ha ragione a comportarsi in modo maleducato nei confronti del padre?
RispondiEliminaLo scappellotto è comunque una giustificazione all'uso della violenza, pertanto diseducativo. Ci sono tantissimi modi per punire un figlio senza ricorrere all'uso della violenza. Basta privarlo di qualcosa che gli piace o obbligarlo a fare qualcosa di riparatore. Si chiamano punizioni e servono, se ben motivate, ad educare, al rispetto. Con uno schiaffo insegno a mio figlio che una cosa non la deve fare per paura e non perché è sbagliata, inoltre perdo autorevolezza a scapito dell'autorità.
RispondiEliminaLo scopo è quello di far smettere un fastidio, la finalità educativa è una maschera per il disagio davanti ad una situazione che non si sa gestire con le parole.
RispondiEliminaSecondo me, alla luce di tre figli, gli schiaffi non servono, mettetevi nei panni di un bambino, che cosa può pensare se non di essere vittima di un gesto violento? Serve l'esempio prima di tutto, e casomai qualche punizione tipo se non studi oggi domani non esci. Lo schiaffo é una scorciatoia che non porta da nessuna parte.
RispondiEliminaio cmq faccio fatica a vedere la differenza tra uno scappellotto o, che so, un weekend di confinamento in camera. Sempre di violenza si tratta, purtroppo a volte necessaria nei confronti di individui non ancora formati.
RispondiEliminaio di scappellotti ne avrò presi 4-5 in tutta la mia infanzia, ma a ben ricordare erano altre le punizioni che mi pesavano di più.
quindi boh, non saprei che dire.
Esatto, Stefano, quindi senza volere concordi: la punizione di "mano" non serve a nulla, se non a manifestare la ns incapacità a gestire una situazione, e ad essere ricordata come un atto fine a se stesso, mentre altre punizioni restano nei ns ricordi come quelle "vere".
RispondiEliminaParliamoci chiaro: lo "scappellotto" serve solo a noi genitori: ci sfoghiamo e non dobbiamo impegnarci più di troppo a trovare un altro modo per gestire i ns figli....
"Carletto non attraversare la strada di corsa."
RispondiElimina"Carletto *NON* attraversare la strada di corsa."
"Carletto *NON ATTRAVERSARE* la strada di corsa."
"*CARLETTO...." *stunf!*
Mettiamola così: se leggessimo che uno ha dato uno schiaffo ad un suo dipendente o alla moglie che "faceva i capricci", saremmo qui a discutere sugli "scopi educativi"?
RispondiEliminaTutto è violenza, lo scappellotto, la punizione, la "voce grossa", il carcere... e quindi? Alcune violenze sono più giuste di altre? La violenza fatta ad una persona che ha usato violenza è giustificabile? Metil, hai affermato questo: ad una persona violenta è giusto usare violenza. Occhio per occhio?
RispondiEliminaPer me una cosa è dare uno scappellotto a un bambino di 10 anni, con cui puoi dialogare e con cui puoi usare metodi educativi più "raffinati", ma con un ragazzino di 4 anni come fai a fargli capire che la deve piantare?
RispondiEliminaLo scappellotto come lo concepiva mio padre non era fatto per farmi male, era un gesto codificato per farmi capire che quella cosa non andava ASSOLUTAMENTE fatta [quindi il finale di un crescendo che partiva da "basta" detto in tono calmo poi via via più perentorio fino all'urlo "smettila o ci buschi!"] e mi ha educato molto più dei discorsi lunghissimi di mia madre o dei suoi "ora vai nello studio di papà e rifletti sui tuoi errori", errori che ovviamente non vedevo perchè la punizione arrivava ore dopo la cazzata fatta e non vi vedevo un nesso logico...
Per altro ognuno ha il suo modo di educare i ragazzini ma anche immedesimandomi nel più convinto "padre pacifista definitivamente anti-busse" non riesco a concepire l'idea di rinchiudere in galera una persona per un ceffone dato al figlio, magari un cazziatone della polizia, una multa... ma addirittura la galera?
La cosa sorprendente è che l'ho scritto, nero su bianco, "sanzione pecuniaria"...
RispondiEliminaa leggere i commenti si capisce perchè l'Italia è in queste condizioni...
RispondiEliminaQuando aveva meno 2 anni, uno dei miei bimbi era continuamente incuriosito dal rilevatore di monossido di carbonio attaccato ad una presa nel corridoio (per funzionare bene, tali rilevatori vanno messi quanto più possibile vicini al pavimento ed senza ostacoli davanti - quindi accessibilissimi ad un bimbo che sta iniziando ad esplorare l'ambiente).
RispondiEliminaA nulla sono valse le raccomandazioni "Bello di papà, non si tocca", "Ti fai la bua", "È cacca", ecc ecc e neanche i buffetti sulle manine. Poi, un giorno, il piccolo è riuscito a pigiare sul tasto "TEST" dell'apparecchio, facendo fischiare l'allarme. Vuoi per il suono improvviso, vuoi per la potenza dello stesso, il bimbo si è così spaventato da piangere inconsolabile per decine di minuti.
Che ne devo dedurre? Che la prossima volta che fa qualcosa che non va gli fischio forte in un orecchio?
Quel suono VIOLENTO ha funzionato, però. Ora lui, che ha 4 anni, dice al fratellino di 2 di non toccare il rilevatore. E il fratellino non lo tocca! Forse il maggiore è più convincente del papà con la sua dialettica? O forse, dato che viene visto dal fratellino come pari, ha maggiore forza di convincimento?
Tutto questo per dire che le punizioni vanno adeguate alle situazioni ed alle persone. E molto spesso si sbaglia punizione in perfetta buona fede.
BTW, concordo pienamente con Alien Life Form. Spiegaglielo tu a parole un Carletto di 2 anni a non attraversare la strada, argomentando sul perchè sia pericoloso. Good luck e fatemi sapere dove mandare il cuscino di fiori.
Cito parola per parola Silvia: "Lo scappellotto come lo concepiva mio padre non era fatto per farmi male, era un gesto codificato per farmi capire che quella cosa non andava ASSOLUTAMENTE fatta".
RispondiEliminaLa sensazione e` che qua si faccia confusione tra uno "schiaffo" e uno "scappellotto" e sono propenso a pensare che chi fa questa confusione abbia o ricevuto solo schiaffi (che sono violenza) o niente affatto (e quindi non ha un riferimento personale per collocare il concetto di "scappellotto").
Anche chi dice "serve l'esempio prima di tutto" evidentemente non ha presente di cosa si parli davvero. Nel mio caso lo scappellotto arrivava, come gia` detto da altri, dopo innumerevoli "smettila" i quali pure arrivavano sempre dopo "l'esempio" dei miei genitori che (per esempio) ovviamente non facevano casino al supermercato correndo urlanti tra gli scaffali ;)
Idem, sanzione pecuniaria. E' lo stesso. Una punizione... è lecita? Non capisco proprio.
RispondiEliminaHokutoJen tutta la vita!!!
RispondiEliminaE in ogni caso, hai scritto "(magari con una sanzione pecuniaria, ché dalle nostre parti le carceri sono già fin troppo affollate)". Ergo, anche il carcere ci stava bene, a tuo parere.
RispondiEliminaSilvia, cioè ..più è piccolo più gli meno?
RispondiEliminaNon dovrebbe essere: più e piccolo più capisco, più ho pazienza?
"Carletto *NON ATTRAVERSARE* la strada di corsa."
E' una lavoro che va fatto prima, da casa, quando assieme si guarda fuori e si spiega cos'è un auto e ccome si attraversa la strada, nel tempo trascorso aassieme a parlare, gli si spiega che attraversare da soli senza guardare a destra e sinistra, può essere pericoloso.
E, alla fine, ai bambini si da la mano per questo in strada, se non si è sicuri che ci stiano a sentire. E se si divincola lo tieni un po' più stretto, o stai fermo sul marciapiedi a spiegare ancora che "le macchine arrivano veloci e per attraversare c'è bisogno di prestare attenzione per non morire". Alla prola "morire spieccicati" effetto "skifiltor troppo usato - che non si ripiglia più" di solito ascolta pure il più muletto. Più sei calmo tu, più si calma il satanello. E non si attraversa fino a quando non si da la mano e si fa attenzione.
E' per questo che è una palla esagerata fare i genitori, perchè ci vuole pazienza =_=. Però una volta che lo sei non puoi fare il bullo come sistema educativo.
Concordo pienamente! Non si tratta di lassismo o buonismo ma di intelligenza educativa... la violenza, anche il semplice "scapaccione" per dirla alla napoletana, non ha mai portato ad alcunchè di positivo.
RispondiEliminaI bambini sono persone, hanno solo meno esperienza, alle volte decidono di verificare una strada, con assoluta testardaggine, esercitano violenza
RispondiElimina(non fisica ma vera) contro i genitori giusto per vedere fin dove possono arrivare, non c'è pazienza o dialettica o esempio che tenga, anche loro sanno essere stronzi ne più e nemmeno che gli adulti. Ecco in queste occasioni uno schiaffo può interrompere una pericolosa escalation. Ma bisogna essere consapevoli che si sta usando violenza "vera" e assumersene la responsabilità (con se stessi in primis). Se non avete vissuto una di queste situazioni non credo possiate capire fino in fondo.
Altro caso e la sberla come scorciatoia, sono al cellulare e non voglio rotte le palle quindi ti meno per indurti al silenzio o cose simili. Ecco credo che l'episodio in questione rientri in questa seconda categoria.
Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma c'è gente che impara come comportarsi senza bisogno di nessuna punizione, e c'è gente che invece per non essere mai stata punita in nessun modo è cresciuta viziata e invadente/menefreghista degli spazi altrui.
RispondiEliminaE l' esempio l' ho " in casa". Una ragazza che non è mai stata punita ma ha sempre avuto il comportamento civile che le si richiedeva, appena fattole capire perchè era richiesto, e suo fratello di 14 anni, ugualmente mai toccato, ma che ha capito che può fare il cazzo che gli pare perchè tanto non gli arriverà mai uno schiaffo, solo qualche richiamo risibile a cui fare orecchio da mercante. Ma vabbè, facciam pagare soldi ai genitori che non vogliono consegnare alla società figli privi di rispetto per le cose altrui ed educazione basilare. Poi però non lamentiamoci di quelli che cercano di scavalcare le code, che parcheggiano in seconda fila, etc etc ;)
Perchè è innegabile che tra quelli che non ne han bisogno affatto ci sarà sempre chi, non venendo mai punito dopo non aver ascoltato i richiami e le ragioni degli stessi, farà il furbo.
A questo punto facciamo pagare soldi anche per le punizioni di qualsiasi tipo, come togliere tv/giochi per tot giorni. E' violenza psicologica, intollerabile, non importa che sia " a fin di bene".
Che cuccagna, già mi immagino.
Libero di pensarla così, spero solo che non ti capiti mai uno di quei figli di indole stronza e furbetta, che col tuo metodo del "mai uno scappellotto" ci andranno a nozze e contribuiranno a crescere in modo tale da danneggiare chi gli sta intorno.
E sia chiaro che non sto parlando di pestare a sangue i figli per ogni minima troiata.
Uno schiaffo a scopo educativo a fronte del fallimento di qualsiasi altro metodo è una violenza tanto quanto togliere al figlio l' uso di giochi e la proibizione ad uscire.
Purtroppo i genitori perfetti non sempre esistono (anche se in questo post ne ho trovati molti)e di Tata Lucia c'è n'è una sola.
RispondiEliminaUn genitore non si diverte a dare uno "scappellotto" al proprio figlio. Se lo fa è perchè non è riuscito, per suoi limiti o circostanze, ad usare metodi più "raffinati". Nessuno vuol fare il bullo, piuttosto non raccontiamoci le favole.
Certo hai la dote di mettere le cose in modo che dissentire risulti piuttosto difficile, forse anche per questo sono sostanzialmente d'accordo con te; ma per comprendere meglio la tua opinione, posso permettermi di chiedere se hai figli?
RispondiElimina(io ne ho tre, e credo che questo sia il motivo per cui ho usato "sostanzialmente" invece di "assolutamente")
@guyto: bestia sarai tu. Tu non hai figli e forse non sai che educare un figlio e un gatto sono cose molto diverse. educare i figli con schiaffi e violenza forse a prima vista funziona, certo, ma con che risultati a lungo termine? A un gatto non puoi parlare, non puoi spiegare, con un bambino puoi usare altri metodi che non le sberle. Senza entrare nel merito della storia in questione (bisogna capire cosa e' successo davvero), se educhi tuo figlio con la violenza imparerà che certe situazioni si superano con la violenza e la violenza diventerà la sua forma di comunicazione preferita. Ora, se si tratta di uno 'scappellotto' dato magari in un momento di stanchezza o di emergenza non c'e niente di male, ma se e' l'unico modo che hai per farti rispettare da tuo figlio, forse dovresti riflettere sulle tue capacita' di genitore.
RispondiEliminaLo scappellotto è la sintesi di ciò che penso sui genitori: pateeeeente! Ci vuole una patente per fare i genitori e non è affatto vero che tutti ne sono capaci. Praticamente nessuno ha preso in considerazione la questione a parti inverse. Quello che per un genitore è uno "schiaffo" o un semplice "scappellotto", per il bimbo è puro terrore, perché in età infantili non c'è nessun sistema di difesa così evoluto da spiegarti il perché il tuo genitore ti stia picchiando. Sai solo che se fai quella cosa ricevi violenza.
RispondiEliminaEcco, non si può proprio fare di meglio? Davvero siamo così inetti da non trovare una soluzione alternativa che non richieda l'uso delle mani? E davvero pensate che una persona cresciuta senza ricevere neanche uno schiaffo, diventi per forza un libertino anarchico, sprezzante di qualsivoglia regola?
No, lo schiaffo è il fallimento del genitore. È la strada breve e facile da percorrere. È il "i miei hanno fatto così e quindi tanto male non è". Io che ho 23 anni e forse sono più vicino agli schiaffi presi, che a quelli dati, mi ricordo di veri e propri momenti di terrore quando mia madre o mio padre alzavano le mani.
Picchiare è da bestie. Fine.
La maggioranza dei figli degli italiani le sberle se le meritano tutte. Pure la maggioranza dei genitori del resto.
RispondiEliminaOh,io concordo assai, come educatrice e come madre. C'è che in Italia la cultura sull'infanzia (e il rispetto di essa) non si sa cosa sia, ahimé.
RispondiEliminaOvviamente quoto Serbilla :)
Chiunque abbia avuto figli sa che le tecniche educative vanno adattate con l'età del pargolo. Quando sono molto piccoli è impossibile ragionarci a parole, ma sono più "controllabili". Quando sono grandicelli puoi parlarci, e se usi i toni giusti a volte ti ascoltano pure. Ma c'è un'età di mezzo, più o meno tra i 5 e i 7-8, dove sono davvero difficili da controllare. Sperimentano l'indipendenza, si sentono "grandi", cercano il rischio come prova di coraggio e di maturità. In quella fase, a volte, dopo che gli avvertimenti, le spiegazioni e i ragionamenti hanno fallito e Carletto continua comunque a lanciarsi in mezzo alla strada, lo scappellotto (che è diverso dallo schiaffo, e non è mirato a far male, ma a sottolineare un divieto con un piccolo disagio fisico utile a memorizzare) non solo ci sta, ma a volte è proprio necesasrio.
RispondiEliminaboh. sarò strano io, ma trasecolo; ma direi anche che tramillennio. intanto, è pieno di gente che guarda il dito anziché la luna: un legislatore decide - deve decidere - il discrimine tra lecito e illecito in maniera netta, non può sentenziare che "il maltrattamento è illecito a partire da uno schiaffo che lasci i segni sulla pelle". quindi, alzare le mani è illecito, punto. se no potremmo arrivare all'assurdo di qualcuno che dice che non è stupro finché non te l'hanno infilato tutto, perdonate la trivialità.
RispondiEliminasulla questione "carletto non attraversare la strada" mi son pisciato addosso dal ridere. come se carletto fosse un individuo adulto e autodeterminato. i genitori hanno la responsabilità dei figli che, lo vorrei ricordare per chi si fosse collegato solo in questo momento, vengono al mondo come tabula rasa e sanno una sega di traffico e di automobili; soprattutto hanno la responsabilità della loro incolumità, e difficilmente apprezzano le raffinatezze dialettiche. impedire a qualcuno che è incosciente di farsi del male non è coercizione.
a tutti quelli che dicono che anche impedire di uscire o altre forme di punizione a seguito di scorrettezze sono violenza, e pertanto spingono tale ragionamento anche all'incarcerazione in caso di reati accertati, vorrei chiedere se, colti in contravvenzione per eccesso di velocità, preferiscono una multa e il decurtamento dei punti dalla patente o trenta frustate in piazza.
Non ho niente contro la legge svedese. Ci puo' anche stare. Ma il paragone "scappellotto a fin di bene" e maltrattamento francamente e' esagerato, IMHO.
RispondiEliminauna piccola provocazione:
"scappellotto a fin di bene" = maltrattamento
"vai in camera tua" = sequestro di persona
"ha letto senza mangiare" = malnutrizione
"dai un bacio alla nonna!" = violenza carnale
"non fare lo stupido" = diffamazione
"se fai i compiti dopo avrai il gelato" = corruzione
Leggendo questa notizia mi ritengo fortunato: quando ero bambino (8 anni) sono stato in vacanza con i miei a Stoccolma, tempo orribile, pioveva a dirotto, e mentre i miei cercavano sulla cartina il monumento che volevano vedere, io ho iniziato a saltellare in una pozzanghera, rovinando irreparabilmente le scarpe di tela che indossavo. Quando mio padre se ne accorge, mi dà un ceffone. Da allora ho imparato la lezione, non mi risulta di essere rimasto traumatizzato dallo schiaffo. Ma di certo sarei rimasto molto traumatizzato se avessi visto mio padre arrestato sotto i miei occhi. Quindi è una fortuna che quel giorno non ci fossero poliziotti nei paraggi.
RispondiEliminaTutto questo per dire: ok, forse gli scappellotti non sono un valido metodo educativo, ma siamo sicuri che arrestare il genitore per questo motivo non abbia un impatto ancora peggiore sul figlio?
La risposta migliore e piu' intelligente. Credo che chi e' contrario totalmente agli schiaffi, ne abbia ricevuti fin troppi. Chi ne ha presi solo quando meritava, cresce rispettoso.
EliminaMa guardiamovi intorno!!i metodi educativi moderni hanno fallito!!bambini cje insultsno gli adulti..ma dai
Come qualcuno ha già detto, dipende dal bambino, dall'età, dalla gravità della situazione. Soprattutto nella fase "esploro il mondo e non mi serve l'aiuto di nessuno", quei famosi 4-8 anni già citati. Non ha esperienze ma pensa di sapere già tutto. Non sa cosa è pericoloso e non da retta a chi lo avverte. Considera tutto una sfida, inclusa l'autorità dei genitori, e pensa sempre che la cosa migliore sia fare il contrario di quello che gli dicono (Carletto... SPLAT). E quindi delle volte, dopo mille avvertimenti e mille spiegazioni, focalizzare l'attenzione del piccolo Indiana Jones di turno arrampicato sulle pareti o che fruga in cassetti non propri rischiando brutto, con uno scappellotto che brucia fisicamente per 5 minuti, ma resta ben impresso, ci sta tutto.
RispondiEliminaSenza contare una cosa che ho visto evidenziata solo da Rabbia e giò, mi sembra: i bambini sanno essere dei grandissimi stronzi. Sanno essere molto cattivi con i propri genitori e soprattutto con i coetanei più deboli. E di questo ho discreta esperienza. Ecco, se mio figlio tormentasse un altro bambino solo perchè è grasso, nero o strabico, si prenderebbe uno scappellotto per ogni parola di troppo, e non sarebbero comunque abbastanza. E non mi si venga a dire che bambini del genere sono figli di famiglie prepotenti, perchè molto spesso non è vero. Delle volte nascono così e basta, da famiglie presenti e amorevoli, tant'è che l'esempio di Rabbia di fratello e sorella così diversi potrebbe essere ripetuto mille volte. E in quel caso, con un bambino che tormenta e umilia un altro bambino (che ha lo stesso identico diritto di non subire violenza direi), c'è poco da costruire castelli di sabbia: te lo spiego una-due-tre volte, poi basta. Come per tutte le specie non conta solo l'educazione, ma anche la genetica, e in questo non siamo superiori a nessuno, anche se ci piace pensarlo.
Anghelos! Ma che ne potevi sapere tu che "rovinavi le scarpe di tela" saltando nella pozzanghera!?
RispondiEliminaLa colpa fu di tuo padre, mi dispiace. Se piove, evita di mettere a tuo figlio le scarpe di tela, o sennò accetta il fatto che un bambino possa saltare in una pozzanghera.
Ma i grigi mai eh? Caxxo l'unica cosa che ci differenzia (in maniera molto limitata e parziale) dal resto degli animali è la capacità di discernere: ti prendo, ti lego e ti meno a sangue finchè non ti spacco 3 denti (che tanto sono da latte) è violenza gratuita, un buffetto, che per avere effetto sul serio deve essere molto raro e basta veramente poco, non deve per forza essere doloroso, perchè basta lo shock del gesto subito, non è violenza. Ma non sono nè un pedagogo, nè uno psicologo infantile, perciò mi limito a sostenere che questa è una legge farsa, infatti in privato le famiglie non sono controllabili, e rischia di dare uno strumento in mano a ragazzini poco gestibili, che potrebbero divertirsi in modi assurdi. Come? Dite che non si dovrebbe credere ad un bambino? Con una legge del genere li abbiamo appena elevati a rango di individui capaci di intendere e di volere, poichè passibili di aggressione da parte di un genitore esattamente come un adulto, con tutte le conseguenze del caso.
RispondiEliminaSilvia ha centrato perfettamente il problema: i bambini sanno essere dei grandissimi prepotenti, e chi non ne ha avuti ha difficoltà a capire questo concetto...
RispondiEliminaI bambini sanno essere spietati nell'emarginare un loro coetaneo, sanno essere strafottenti nello sfidare un genitore su qualunque cosa, e, infine, sanno anche cacciarsi inconsapevolmente nei pericoli....
Lo sculaccione serve per risolvere NELL'URGENZA DELL'IMMEDIATO un problema. Se mio figlio (7 anni) brandisce un bastone (ma anche un qualunque oggetto pericoloso) contro il fratellino (4 anni), non posso perder tempo a spiegare la pericolosità di CIASCUN oggetto! Devo intervenire tempestivamente prima a voce e, se inascoltato (come spesso accade) IMMEDIATAMENTE dopo fisicamente.
Chi non ha vissuto l'esperienza di padre, ancor più con due maschietti esuberanti, forse non riuscirà a capire e continuerà a ragionare "per principio"....
Certo, "per principio" non si può non essere d'accordo con metil, ma ci sono certe situazioni in cui è necessaria l'immediatezza, e che una punizione non risolverebbe....
E poi, chi non ha esperienza di bambini, non ha idea di quanta energia esplosiva si cela dietro a quei visini d'angelo. Una energia capace di sfibrare qualunque adulto.
Non mi piacciono gli assolutismi, non mi piacciono i ragionamenti "teorici", non mi piace il nero e il bianco: il mondo è fatto di tonalità di grigio (come scrive qua sopra ballosanvito con cui concordo perfettamente)
Conservo senz'altro più ricordo degli scappellotti inutili che di quelli utili.
RispondiEliminaCiò detto, conosco pletore di bambini che se avessero avuto gli scappellotti giusti al momento giusto sarebbero cresciuti meglio. Invece vengono su viziati e strafottenti, paradossalmente subendo ancor meno influenza autoritaria dai genitori e dalle figure educative.
Questo ovviamente non significa giustificare le cinghiate a random.
L’Australia è un paese portabandiera di questi metodi educativi e alleva i suoi virgulti prestando bene attenzione a mai vietare, mai criticare, sempre giustificare, sempre discutere etc. Così io sono impazzito per tre anni con studenti di giurisprudenza undergraduate, futura classe dirigente (università top-30-ranking, per il Times), che mi accusavano di cose inenarrabili perché mi rifiutavo di dare loro in anticipo le domande degli esami scritti, causando così stress eccessivo … Senza contare che ogni aspetto della didattica e degli esami doveva essere discusso con gli studenti del corso; così ho perso più di metà del mio tempo a "rispondere costruttivamente" alle minchiate più assurde che qualsiasi deficiente aveva il pieno diritto e l'orgoglio di dirmi, in aula o per iscritto, sotto forma di "commenti" sui miei corsi. Se in Italia volete seguire lo stesso crinale, buona fortuna, la cosa mi riguarda molto da lontano oramai. gabriele
RispondiEliminaMi sembra che, come al solito, si dia per scontato che chi non sostiene il partito del "certe volte è inevitabile", non abbia figli o esperienza di bambini.
RispondiEliminaInvece magari un* ce l'ha l'esperienza, e proprio perchè s'è visto, per esperienza, che al piccolo mostro non fa niente bene la mazzata, lo placa e placa la mia ansia al momento, ma non risolve il problema e non dona rispetto, si parli in questo modo. Magari si tratta di esperienza di sculacciate prese e date.
Se un bambino brandisce un bastone glielo levi, non lo prendi a schiaffi ..di solito gli schiaffi vengono dopo, perchè ci si è spaventati e quell'adrenalina non si sa dove scaricarla. Solo che non puoi dire a un bambino non picchiare il più piccolo quando tu sei più grosso e di fatto stai picchiando lui che è più piccolo.
qualcuno riesce a spiegarmi la differenza tra tirare uno schiaffo a un adulto rispetto ad un bambino se non per il fatto che il bambino non ha la forza di difendersi?
RispondiEliminaeppure non mi pare proprio che gli adulti si comportino sempre meglio dei bambini...
il problema è che molti genitori considerano il figlio come una loro proprietà che deve obbedire ciecamente ad ogni ordine e che deve imparare a comportarsi nel modo che più aggrada a loro.
Be sapete una cosa? vostro figlio non è vostro, è una persona libera, e come tale va trattato e ha il diritto di compiere le sue scelte e di sbagliare liberamente come qualsiasi altro uomo. Ha molte cose da imparare sul mondo, e a questo serve il genitore, a dare informazioni, e sicuramente non ad inculcare nel figlio la propria ideologia a suon di botte.
Per fortuna ho avuto genitori molto ma molto diversi dai vostri. I mie genitori mi hanno insegnato a pensare con la mia testa, a fare le cose che IO ritenevo giuste e a non fare le cose che IO ritenevo sbagliate, sicuramente non quello che ritenevano giusto o sbagliato loro.
non capite che è la stessa cosa che criticate tanto alla cultura mussulmana? li pensano che la donna sia di proprietà dell'uomo, voi penate che lo siano i figli.
Detto questo se mio padre mi avesse tirato uno scappellotto io mi sarei girato e gli avrei tirato un pugno nelle palle, e spero proprio che anche mio figlio si comporti cosi se io mai dovessi farlo.
Un bambino sul treno, riteneva giusto tirar calci alla gamba di un signore. La madre continuava a dirgli di smettere ma il bambino nulla. Si vede che lui riteneva giusto cosi'.....
EliminaMa la domanda e': era davvero giusto?
scusatemi ma cosa vuole dire educazione? cosa vuole dire crescere bene e crescere male? A mio parere una persona cresciuta bene è una persona che ha sempre ragionato con la sua testa,che ha assunto molte informazioni sul mondo, che si è divertita molto e che e che non ha assunto nessun pregiudizio dai suoi genitori o da altri.
RispondiEliminase per voi crescere bene è diventare il figlio che il genitore vorrebbe, o quello che la società etichetta come bravo ragazzo il problema sta proprio li.
e poi il buffetto porta il figlio a non ripetere più il gesto in presenza del genitore per paura di essere punito, ma appena sa che il genitore non può vedere ricomincia uguale a prima, e come ben sapete è impossibile tenere sempre d'occhio tutto. Se un gesto è oggettivamente negativo, come fare del male a qualcuno, è necessario che il bambino capisca il perché non deve farlo, non che non lo faccia per paura di punizioni
RispondiEliminaGli adulti non vengono "presi a schiaffi" ma vengono, a seconda della gravità della situazione, redarguiti, multati o messi in carcere. Vogliamo far pagare a un bambino le conseguenze delle sue azioni? Che proponi, lavori forzati visto che non ha risorse economiche? O il carcere direttamente anche per il pupo? E' troppo "comodo" dire che li considero degli uomini/donne liberi a tutti gli effetti le cui azioni non hanno però nessuna conseguenza. Se un bambino fa saltare in aria una casa perchè nessuno gli ha dato uno schiaffo la trentesima volta che ha aperto il gas perchè lo trovava divertente (Carletto... BOOM!), chiamo te a fare un panegirico sulla libertà di decidere a 5 anni. Assurdo direi, no? A ciascuno le sue responsabilità, grandi e piccini, proporzionalmente alla capacità di gestirle!
RispondiEliminaInoltre, se pensi che tuo figlio non sia in grado di capire la differenza tra suo padre alterato perchè ha fatto qualcosa di davvero grave e suo padre che lo prende a schiaffi a casaccio, non hai una grande stima della sua intelligenza, e torniamo al discorso di prima, non dovrebbe essere lasciato libero di fare tutto quello che gli passa per la testa.
In conclusione, sono contenta di non aver avuto genitori come i tuoi a questo punto...
@Serbilla: e se Carletto il bastone della scopa non lo vuole lasciare, come glielo levi? Lo strattoni? Gli dai tò-tò sulle manine? Ah già, tu gli spieghi la pericolosità dello strumento è perché il maneggiarlo in cotale guisa potrebbe arrecar danno a persone e cose intorno a lui :-D
RispondiEliminaHo sottovalutato l'argomento, vedo che c'è una bella fetta di persone che "te lo insegno io come stare al mondo". Beh, questo spiega molte cose di questo strano paese.
RispondiEliminaSpero che i figli scappellottati rendano pan per focaccia ai vecchi genitori quando, scemi ed arterosclerotici, non capiranno un tubo di quello che gli si dice e gli daranno uno scappellotto educativo.
Leggo anche che qualcuno cerca scuse adducendo l'appartenenza al regno animale. Spero seriamente non vi sfugga questa lieve differenza. Si chiama appunto umanità.
@Fabio R...: a un bimbo di 2 anni gli spieghi ed eventualmente gli levi di mano il bastone per evitare che faccia o si faccia male; a uno di 5 anni glielo spieghi e vedrai che lo lascia.
@Andrea F:
RispondiEliminaNe ho uno di 2 e uno di 4. I tuoi quanto hanno?
ma dico, c'è un morbo che sta trasformando l'intera popolazione mondiale in un branco di rincoglioniti? stiamo assistendo al macello del buon senso ad opera di una manciata di coglioni che vivono all'interno dei loro libri di marc hauser e legioni di pecore che belano il loro assenso decerebrato per puro conformismo. e che i sociologi non mi ripetano la palla del "dialogo"! non c'è niente da dialogare: tuo padre/madre ti dice una cosa e tu la fai. punto! non cerco di convincere un poppante che non è il caso urlare e sputare. così come non convinci il ladro che rubare è sbagliato, lo sbatti in galera (almeno una volta usava...)
RispondiEliminaEffettivamente, la galera per i bambini cattivi, ci sta tutta.
RispondiEliminaDirei pure la tortura per chi si fa un account su blogger giusto per dare del "ricoglionito" a gente che discute, con calore, ma civilmente.
@Fabio Rufino Gallo
Se Carletto fa tutte queste cose, probabile che i suoi problemi vadano bel oltre il momento di eccitazione. Direi che le mazzate - specialmente - ad un bambino sociopatico fanno ben poco, forse ci vuole un aiuto specializzato.
@santiddio: se la disinvoltura con cui quelli che la pensano come te schiaffeggiano i bambini è la stessa con cui dai dei coglioni a quelli che esprimono delle opinioni, varrebbe la pena di scrivere questo post tutti i giorni.
RispondiEliminaL'uomo è un animale esattamente come tutti gli altri, e chi si guarda allo specchio compiaciuto delle sue due zampe e di sapersi riconoscere , pensando che questo lo renda migliore degli altri animali del mondo, dimostra solo arroganza, tipica della specie umana e sconosciuta tra gli animali. Bel passo avanti.
RispondiEliminaInoltre, ribadisco, il fatto che siano piccoli non significa che siano scemi. Un vecchio rincoglionito ha un problema di percezione del mondo, non riesce più stabilire relazioni causa-effetto, si dimentica persino chi è, in una parola è, appunto, rincoglionito. I bambini non sono nè scemi nè rincoglioniti, e non vanno trattati come tali. Anzi, probabilmente se un bambino fa qualcosa di grave e gli fai solo tò-tò sulle manine, sarà lui a pensare che il genitore è rincoglionito...
@Serbilla:
RispondiEliminascrivevo qualche post fa che ho 2 bimbi (maschi) di 2 e 4 anni, parlo quindi della mia esperienza diretta.
Mia moglie è paramedico e, come tale, a volte fa turi di 12 ore filate, quindi mi capita di rimanere solo a casa con i bimbi e nessun altro. Mentre gli cucino la cena (odio le cose in scatola) oggettivamente non posso controllare secondo per secondo cosa facciano. Ho reso a prova di bambino la casa (tappi sulle prese della corrente, gomme sugli angoli dei mobili, sistemi anti apertura negli sportelli e cassetti che contengono oggetti pericolosi: posate, bottiglie, detersivi) e però ti assicuro che il modo di farsi male lo trovano lo stesso.
Se mentre gli preparo una frittata, il più piccolo prende il telecomando e lo tira addosso al fratello perchè questi gli ha preso la macchinina, la prima N lo sgrido e gli faccio vedere cosa ha combinato (es: ha fatto uscire il sangue dal nasino del fratello) ma alla volta N+1 magari "tò-tò sulle manine" o una sculacciata sul culetto (ben protetto dal pannolino) forse gliela dò. Perchè tanto alla volta N+1 ci arriva, vedendo che il fratello, piangendo, lascia la macchinina. E non mi dire "allora togligli tu la macchinina, così vede che comunque non la ottiene": ci ho provato ma a quel punto l'obiettivo del piccolo è rivalersi sul fratello e non ottenere il giocattolo. Anche privarlo di TV o altri giochi non funziona. Lui ormai sul fratello si è vendicato ed il suo obiettivo l'ha raggiunto.
Secondo te dovrei insegnare al fratello a non piangere per non dar soddisfazione al piccolo? O forse devo portare il piccolo da uno psicologo? O, addirittura, dato che io e mia moglie non possiamo garantire la nostra presenza costante contemporaneamente, proprio non dovevamo avere figli?
@Serbilla (ci riprovo, mi sa che il precedente commento non è partito correttamente)
RispondiEliminaPremessa: ovvio che (almeno per quanto mi riguarda) non si stia parlando di ceffoni, manrovesci, cazzotti, botte. Se così non fosse, allora sto nel blog sbagliato ;-)
Come scrivevo in un commento precedente, sono padre di 2 bimbi (maschi) di 2 e 4 anni, molto curiosi, energetici e vivaci (per fortuna!). Parlo per esperienza diretta e ti assicuro che stargli dietro è un super lavoro (che sono molto contento di fare, ovviamente).
Abbiamo cercato di rendere la casa quanto più child-proof possibile: tappi sulle prese della corrente; gomme intorno agli spigoli dei mobili; meccanismi anti-apertura negli sportelli/cassetti contenenti oggetti pericolosi quali posate, bottiglie e detersivi; cancelletti alle scale. Però, lo saprai per esperienza se hai figli, un bambino trova sempre un modo per farsi male (lanciarsi dal divano, fare un fortino con le sedie e poi rovesciarsele addosso...).
Mia moglie è paramedico e fa turni di 12 ore filate. A volte, quindi, capita che con i bimbi rimanga io da solo e, necessariamente, non posso dar loro la mia massima ed incondizionata attenzione che mi permetterebbe di agire preventivamente piuttosto che ex-post: mentre giro la frittata nella padella non posso intervenire per sedare un litigio. Se, per esempio, il piccolo di 2 anni decide che per riavere indietro la macchinina rubatagli dal fratello può tirare allo stesso un oggetto (altra macchinina o telecomando), facendolo piangere, io posso solo spiegargli le prime N volte che "non si fa", poi magari lo metto in castigo, poi gli tolgo un giocattolo, ecc ecc. E però, se lui continua, perchè tanto ormai il suo obiettivo non è più riavere la macchinina ma "fargliela pagare al fratello", alla N+1esima volta magari "tò-tò sulle manine" o una sculacciata sul culetto (ben protetto dal pannolino) se le prende. E questa "sottolineatura" del concetto espresso a voce (come altri l'hanno chiamata) ne rafforza l'efficacia.
Tu invece mi proponi di portare il bimbo di 2 anni dallo psicologo? O forse di dire a quello di 4 di non piangere quando viene colpito (dato che di non fargli prendere i giocattoli al fratello non se ne parla)? O, addirittura, dato che io e mia moglie non possiamo garantire una presenza costante in ogni momento e spazio della vita dei piccolini, forse di figli non dovevamo averne proprio?
Ho preso una caterva di schiaffoni quando facevo il galluzzo coi miei genitori... Non sono morto, lavoro e so discernere il bene dal male.
RispondiEliminaPiuttosto i bambini viziati che vedo oggi, quelli che lo scappellotto non lo prendono mai, quelli che hanno i genitori che li rincorrono mentre cercano di sgridarli (senza essere cagati di striscio)..
Beh mi fanno cosi pena che lo scappellotto dovrebbero darlo prima ai genitori per dargli una svegliata e poi ai figli per ricordare che chi si fa il culo per farli crescere deve ricevere rispetto.
Quel bambino, vedendo il padre arrestato e la vacanza rovinata, ha subito una violenza psicologica nemmeno paragonabile alla risibile violenza di uno scappellotto. Potrà sentirsi in colpa, potrà sentirsi d'ora in poi legittimato a far quel che vuole, o penserà che il padre è una persona cattiva dato che è stato in prigione. Ma sfortunatamente molta gente (anche quà) è così terrorizzata dalla seppur minima parvenza di violenza fisica da non realizzare che ci sono diversi tipi di violenza, alcuni peggiori di quella fisica (anche se più sottili da vedere).
RispondiEliminaSe sia giusto o meno dare uno scappellotto al proprio figlio (e se possa effettivamente essere definita violenza dato che non si fa con lo scopo di far male, ma di educare) onestamente penso che se ne possa discutere per millenni, ma dato che non conosco nessuno che sia rimasto traumatizzato da uno scappellotto (mentre invece di gente che di scappellotti da piccolo ne ha presi troppo pochi ne conosco parecchi) allora direi che potremmo lasciarlo nella sfera delle decisioni private di ogniuno di noi. Se dallo scappellotto si passa poi allo schiaffone o peggio allora mi pare ci siano già leggi a tutela dei minori.
Ma porsi la domanda, ti piacerebbe (si proprio tu adulto e genitore) essere punito con uno scappellotto dal tuo datore di lavoro (per esempio) ogni volta che fai qualcosa che non va?
RispondiEliminaCome puo' un gesto di dis-rispetto essere educativo? Cosa insegni a tuo figlio/a dandogli uno scappellotto? Nulla, lo fai solo perche' non riesci piu' a contenere lo stress!
Come prima cosa volevo precisare inapplicabilità del concetto di "bestia" così come proposto da Guyto, che tra le altre cose precisa: "Ho diversi gatti e se un gatto mi piscia sul divano, lo meno e poi non lo fa più".
RispondiEliminaQuesto argomento, se accolto, si tradurrebbe in una legalizzazione della tortura in generale, non del mero scappellotto al piccolo. Questi metodi non li possiamo più applicare perché il concetto di civiltà umana progredita cozza con la teoria del fine come unico strumento di valutazione, anche qualora (come pure è discutibile che lo sia, anche per quanto riguarda i piccoli) la violenza risulti essere efficace. Di certo non vedo perché non dobbiamo imparare ad applicare l'uso di metodiche non violente anche ai bambini.
@ Serbilla (che risponde a Fabietto):
"Solo che non puoi dire a un bambino non picchiare il più piccolo quando tu sei più grosso e di fatto stai picchiando lui che è più piccolo".
È probabile che con questo commento tu abbia centrato perfettamente il punto: è plausibile che il figlio più grande brandisca la mazza contro il fratellino esattamente perché ha imparato la lezione dello "scappellotto", o in alternativa le ha prese da un compagno di giochi che aveva imparato tale "lezione". E su questo, mi dispiace amici cari, ci sono fior fiore di studi: osservando il comportamento nei nidi si è visto che in media la violenza dei bambini correla benissimo con i metodi educativi dei genitori. I bambini meno violenti e più sociali sono quelli educati con più attenzioni e pazienza.
@ Anghelos
Il fatto che tu ricordi di un episodio così futile credo che dimostri proprio l'impronta lasciata da quello scappellotto. Che secondo me, mi dispiace, come osserva Silvia, era anche del tutto gratuito.
@ Charles e i suoi paragoni provocatori.
Mandare a letto senza mangiare lo trovo in effetti un grave abuso. Spero che nessuno qui lo ritenga un lieve metodo educativo. Il più delle volte ciò viene però solo minacciato.
Mandare in camera non è sequestro, a meno che non si chiuda a chiave la porta.
Promettere il gelato non è corruzione, è premio incentivo di produzione.
@ Tutti
Il discorso accattivante "anche io ne ho ricevuti e sono bene" lascia un po' il tempo che trova. Io mi sono sbucciato le ginocchia tante volte, ed oggi cammino benissimo: ma questo non dimostra che "sbucciarsi le ginocchia raddrizza le articolazioni e rinforza i legamenti". Vuole solo dire che me la sono cavata lo stesso. E tale e quale vale per gli scappellotti ricevuti: essere cresciuti bene anche con essi non dimostra che saremmo cresciuti peggio nel caso non li avessimo ricevuti.
Scusate, ma aggiungo che sono molto meravigliato che in più d'uno abbiano proposto un argomento per me indifendibile, ultimo cronologicamente Francesco, le cui parole qui riporto:
RispondiElimina"Quel bambino, vedendo il padre arrestato e la vacanza rovinata, ha subito una violenza psicologica nemmeno paragonabile alla risibile violenza di uno scappellotto".
Può anche darsi che sia vero, ma questo in sé di certo non dimostra la liceità del gesto del padre. I motivi sono tanti.
Primo: lo si potrebbe in estremo applicare al caso di violenza molto grave verso il figlio. Chissà, anche in quel caso non possiamo escludere che l'arresto del padre sia persino peggiore, psicologicamente, per il figlio. Di certo è uno stress aggiuntivo per il bambino. E casomai il paragone non è da fare col singolo scappellotto, ma con i possibili mille che il padre potrebbe inferire se ciò fosse considerato legittimo e non sanzionabile.
Secondo: la legge, come si dice, non ammette ignoranza, quindi comunque di tutto ciò resta responsabile il padre, che poteva evitare di violare la legge se fosse stato un buon padre e avesse voluto far godere una bella vacanza al figlio.
Terzo, e soprattutto: la legge non necessariamente deve tutelare quel bambino al di sopra di ogni altro interesse, soprattutto non a discapito degli altri bambini. La sanzione infatti è un deterrente per qualunque genitore per impedirgli di operare un gesto che, in quella nazione, è ritenuto lesivo per i bambini.
Quarto: beh, magari anche il figlio di un tale che rubi denaro pubblico, con cui il padre soddisfi ogni bisogno e desiderio del figlio, potrebbe rimanere traumatizzato dall'arresto del padre più che dal crimine da lui commesso. Ma questo non legalizza il crimine né modifica la pena.
Gli ultimi tre interventi mi colpiscono per "saggezza" e per equilibrio nell'esporre le proprie tesi. Ma io continuo a ribadire la mia esperienza di normalissima vita vissuta: ho due maschietti esuberanti e non riesco a concepire un metodo educativo che prescinda SEMPRE e totalmente da un "rinforzo" fisico al ragionamento verbale..
RispondiEliminaProbabilmente sono un pessimo padre, probabilmente tirerò su' dei bimbi violenti, ma davanti a un bimbo prepotente, strafottente e con atteggiamento di sfida non conosco altri sistemi che riportino immediatamente all'equilibrio delle parti il comportamento. Davanti a un episodio in cui il bimbo è completamente "sordo" a qualunque ragionamento, a qualunque richiamo verbale, gradirei un suggerimento per ottenere la sua ubbidienza in maniera RAPIDA. Si,dico RAPIDA, perchè non sempre c'è il tempo di ragionare, di far capire.....
Come nella vita reale (alla quale, volente o nolente, ciascun bimbo dovrebbe abituarsi in fretta..), non sempre ci è data l'opportunità di ragionare dopo che abbiamo commesso un errore.....Spesso no c'è il tempo materiale!
A chi mi dice che il bimbo usa il bastone col fratellino perchè vede la "violenza in casa", rispondo tranquillamente che sia io che mia moglie siamo due persone mitissime, non discutiamo quasi mai e se lo facciamo evitiamo di farlo in presenza dei bimbi, e tantomeno ci sogneremmo lontanamente di usare le mani. TUTTAVIA, a fronte della nostra mitezza, la "fisicità" e l'aggressività ci circondano, e i bimbi prendono semplicemente quello che trovano nel mondo REALE: cartoni animati che non siano i puffi o cenerentola, videogiochi (anche se glieli consento in quantità omeopatiche..)e lo stesso vivere in gruppo con altri bimbi...E' la vita bellezza!
Per cui, trovo giustissima e anche condivisibile la teoria del "non toccare mai per nessun motivo i bambini" ma la riesco a concepire solo come "linea guida", dato che nella pratica ritengo che sia quasi inapplicabile.
Probabilmente per mia incapacita...
Domanda veloce: tu hai figli?
RispondiEliminaGiusto per capire da che esperienza viene la tua opinione (che peraltro apprezzo)
Domanda veloce: tu hai figli?
RispondiEliminagiusto per capire da che esperienza viene la tua opinione (che peraltro apprezzo) in questo campo.
@ Fabietto
RispondiEliminaComprendo la difficoltà di congegnare un sistema educativo alternativo. Ma a questo punto sarebbe utile indagare in Svezia quale dalle tre cose succeda:
A) I genitori soccombono ai figli, i quali prendono controllo totale delle faccende di casa, dirigono le attività ed educano i genitori, non senza distruggere qualche suppellettile ed uccidere qualche coetaneo.
B) I genitori menano i figli, semplicemente si guardano dal farlo in pubblico, dove eventualmente minacciano di fare altrettanto una volta a casa oppure lasciano per qualche ora che i figli scordino del tutto l'autorità e gli insegnamenti appena impartiti tra le mura domestiche.
C) I figli crescono completamente storti, man mano sempre meno controllabili e gestibili, dirigendosi verso l'età adulta privi di riferimenti, senso dei ruoli e delle autorità, personalità, controllo, carattere, giudizio.
Ecco, come punto di partenza, a fronte della totale mancanza di idee sul come fare che denunci, io cercherei di informarmi, leggendo e dialogando, sulle modalità educative e i risultati di chi ha rigettato del tutto il metodo dello scappellotto. Salvo poi, visto che in Italia è consentito, tornare allo scappellotto se proprio la cosa non sembra funzionare.
Riguardo però all'affermazione "non conosco altri sistemi che riportino immediatamente all'equilibrio delle parti il comportamento", non vorrei che si instaurasse un meccanismo tipo quelle delle droghe con l'astinenza: il ritorno all'equilibrio come del tutto momentaneo, che necessiterà sempre e comunque di un altro scappellotto quando l'effetto del precedente sarà terminato.
Riguardo i metodi di soluzione IMMEDIATA che chiedi: beh, ritengo che ogni circostanza vada valutata a sé. Nel caso dell'ipotetica mazza brandita contro il fratellino: certamente nessuno vuole negare che situazioni pericolose vadano affrontate con energia, anche fisica, proporzionata alla circostanza, ma casomai si mette in dubbio l'utilità dello scappellotto del tutto aggiuntivo; togliere con decisione la mazza non è violenza a scopo educativo, vuol dire tutelare la salute del più piccolo.
Si potrebbe mettere in chiaro che per un certo tempo prefissato non ci saranno regali o giocattoli, ricordando ad ogni momento futuro il perché di tale decisione, quando fioccheranno le richieste. Col tempo questo sistema dovrebbe venire recepito dal bambino, interpretato cioè nel contesto di azione e reazione, anche con immediatezza se il bambino diverrà convinto che la minaccia di future privazioni (o meglio, mancate incentivazioni) è reale, attuale e concreta.
Magari si può tentare il metodo "zuccherino": premiare, magari con maggiore presenza e giochi, o con quel che si ha, le azioni corrette, e semplicemente negare il premio "produzione" ad ogni errore. Funziona persino con l'addestramento. "Viziare" il bambino quando se lo merita non vuol dire farlo crescere viziato.
Che differenza c'è tra l'indignazione dell'italiano che trova che la normativa svedese sia esagerata e il musulmano che trova esagerata la normativa italiana che gli impedisce di percuotere la moglie o di disporre della figlia come fosse una proprietà?
RispondiEliminaLa legge dello stato in cui ti trovi va rispettata solo se sei in Italia? mentre quando lo straniero all'estero che si scontra con la cultura e con le leggi della nazione ospite è italiano allora tutto gli dev'essere concesso perchè "ah ma io non sapevo, non c'ero e se c'ero dormivo?"
Al di là del fatto se sia effettivamente esagerato o no multare o carcerizzare qualcuno per aver tirato una sberla al figlio.
Io personalmente mi trovo d'accordo con chi sostiene che la violenza fisica, di qualsiasi entità essa sia, è il fallimento supremo dell'educazione.
E lo dico da ex-figlia pestifera ripetutamente scapelottata, sberlata, schiaffeggiata, sculacciata e calcinsederata.
Non è servito a farmi calmare, cosa che è avvenuta naturalmente da sè nei limiti di un carattere parecchio caparbio, indipendente, vivace e paraculo; non è servito a farmi capire perchè un bimbo di 5 anni non può correre lungo un viale alberato o in un parco, non si può rotolare nelle pozzanghere con le scarpe nuove, non può chiedere le figurine panini perchè è stato promosso, non può, non può, non può.
In compenso ho seri problemi con le figure autoritarie, ivi comprese quelle genitoriali, e ho finito un ciclo di 4 anni di psicoterapia per compromettenti problemi di autostima, fiducia nel prossimo e nevrosi. E non è che sia stata una bambina maltrattata, eh.
Mi spiace, ma visto l'effetto che hanno avuto quegli "scapellotti educativi" su di me ai miei figli non ne do nemmeno uno.
Proprio quello che ho sempre detto. Chi e' contrario, ne ha ricevuti troppi. Chi ne ha presi pochi ma al momento giusto, sa che possono servire.
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