05 agosto 2011

L'uomo senza scarpe

Ieri sera un tizio mi ha fermato in mezzo alla strada.
Parlava con un accento straniero, non saprei dire di che posto, era un tantino brillo, ma solo un po', e camminava scalzo.
Voleva una sigaretta.
Però voleva anche raccontarmi che mentre dormiva qualcuno gli aveva fregato le scarpe.
Ci avrà messo un minuto buono, per farmelo capire. E gesticolava, come se per lui fosse davvero importante che io, uno sconosciuto che passava per strada, sapessi quello che gli era capitato.
Così ho pensato che di certi drammi non abbiamo cognizione. Non li comprendiamo. Non ne cogliamo minimamente i contorni, la portata, le implicazioni.
Voleva una sigaretta, il tizio scalzo.
E io gliel'ho data, ché per me una sigaretta non è niente.
Ma soprattutto aveva bisogno di raccontare a qualcuno che mentre era solo come un cane, in un paese straniero, senza un soldo in tasca né uno straccio di speranza, gli avevano fregato le scarpe.
E voleva che quel qualcuno, per un minuto, lo ascoltasse.
Ecco, tutto qua.

10 commenti:

  1. Hai fatto bene perché noi, gli occidentali, i cittadini della società del "progresso" e del "benessere" abbiamo una particolarità. Un cancro che uccide mille volte al giorno: l'indifferenza

    RispondiElimina
  2. mi viene da pensare anche a quello che gli ha fregato le scarpe, che per farlo non voveva esser proprio messo bene

    e poi anche al fatto che forse tutto sommato, se le scarpe le avesse avute, non gli avresti dato la sigaretta

    la prossima volta dagli tutto il pacchetto, però

    RispondiElimina
  3. ultimamente i tuoi post stanno diventando toccanti in un modo nuovo, più profondo e complesso.

    complimenti come sempre: in giorni come questi è difficile provare un così intenso brivido d'empatia.

    perchè per TUTTI noi una sigaretta, 5 minuti di attenzione, un sorriso o un saluto '...non sono niente', e dovremmo imparare a darne via più spesso.

    RispondiElimina
  4. Può darsi che volesse solo una sigaretta.

    RispondiElimina
  5. Che bel post.
    Certo, ce ne andiamo tutti un po' in giro indossando quotidianamente lo scudo invisibile,riparandoci dalla possibilità di interagire con coloro che incontriamo. Per anni mi angosciava anche un po' il fatto che, non so per quale motivo, il mio personale 'scudo invisibile' sembra non funzionare un granchè, vista la quantità di perfetti sconosciuti che mi fermano per raccontarmi i fatti loro. Chissà, forse a volte con gli sconosciuti possiamo parlare con una sincerità diversa.
    A sproposito: se il tizio in questione è uno che vive un po' da clochard,la perdita delle scarpe immagino sia un evento epocale, e che cavolo.

    RispondiElimina
  6. Eppure io continuo a pensare che nella nostra societa' ci siano piu' persone come te che esseri indifferenti e inariditi. Almeno lo spero...
    Nel frattempo continuo a ringraziarti per la bellezza dei tuoi post.

    RispondiElimina
  7. Segnalerei questo post a Stracquadanio ( http://it-it.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1908146035640&id=1601499347 ), magari gli si attiva il neurone.

    RispondiElimina
  8. Alessandro, non ti è venuto in mente di sfilarti le tue, di stringhe, e dargliele? Costano poco più di una sigaretta...

    RispondiElimina
  9. "Articolo molto toccante" disse Zia Rosa al parrucchiere, "le meches però le vorrei un po' più castane. Mi raccomando Arturo, che stasera devo andare al concerto di Gigi D'Alessio"

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.