Il bello è che Sacconi si scusa preventivamente per la barzelletta a causa del fatto che si tratta di "un esempio un po' blasfemo", avendo ad oggetto delle suore.
Evidentemente il fatto che la storiella parli di donne violentate e precisi che l'unica ad essere stata risparmiata è stata quella che ha detto di no, con ciò sottintendendo che tutte le altre sono state stuprate perché hanno detto di sì, secondo il ministro è roba da ridere, per la quale non vale la pena di scusarsi.
Non so, a voi pare che se avesse sostituito le suore, che so io, con delle studentesse, ci sarebbe stato qualcosa di divertente?
Che uomo questo Sacconi! Dove l'avrà sentita, questa barzelletta, alle cene eleganti di Arcore?
RispondiEliminaForse è il caso che qualcuno ti spieghi il senso della battuta, perché proprio non l'hai colta: le suore non sono state violentate, ma hanno fatto liberamente l'amore; l'unica che non l'ha fatto ha svelato l'inganno. Per questo serve che siano suore: una studentessa non dovrebbe giustificarsi.
RispondiEliminaMah, è un'interpretazione piuttosto estensiva. Quello che ci leggo io è: sono arrivati i briganti, hanno stuprato tutte e in fondo in fondo a quelle tutte piaceva molto.
RispondiEliminaHo inteso la "battuta" nel medesimo senso in cui l'ha intesa Paolo. Ciò non toglie che sia profondamente di cattivo gusto. Per molteplici motivi. Tra cui, non ultimo, la solita limitativa dualità della donna che o è santa o è puttana.
RispondiEliminaPaolo, puoi passare ore a fare l'esegesi della barzelletta, rendendoti complice di ogni persona che minimizza la violenza sessuale, di ogni stupratore che si giustifica dicendo che "in fondo a lei piaceva".
RispondiElimina@Arguzia: non ho passato ore, ma solo i 32 secondi del video di Repubblica.it. È semplice ed intuitiva: non è molto divertente, non c'entra molto nel contesto in cui lo riportava Sacconi (almeno da quello che posso capire) e possiamo pure immaginare che possa nascere in un ambiente in cui si pensa che ogni violenza carnale nasca, in fin dei conti, da una certa condiscendenza femminile.
RispondiEliminaMa questo è fare dietrologia: per me questa è semplicemente una battuta infelice.
@Paolo: la dietrologia è un'altra cosa. Il fatto è che una barzelletta così è intrisa di un maschilismo che mi disgusta. Questione di punti di vista.
RispondiElimina@figumorisca: riprova senza insulti. Sai com'è, ne rispondo io. :-)
RispondiEliminail problema è Sacconi.. e la cultura machista che Sacconi esprime
RispondiEliminail quadretto è completo con Bonanni al suo fianco...vergognoso!
RispondiEliminaOps, perdonami :)
RispondiEliminaPaolo, la tua interpretazione reggerebbe se avesse detto "le scoparono tutte" o "le trombarono tutte", o qualsiasi altro verbo anche volgarissimo ma indicante un rapporto carnale consensuale. Ma ha proprio detto "le violentarono tutte", il che inficia alla base qualsiasi concessione di anche minima attenuante.
è una barza presa dalle eleganti cene di arcore
RispondiEliminaè anche sessista e al contempo blasfema
perchè dice che le donne e le suore in particolare in verita son delle puttane pronte a farsi trombare dal primo che passa addirittura dal brigante
Il senso poi è ancora piu illuminante se usiamo l'esempio di sacconi.
I sindacati sono le suore
Governo e Industriali sono i BRIGANTI
sono d'accordo..infatti per i briganti era prevista la corda...
Il senso è chiaro ed è quello inteso da Metil. Squallidissimo. Però quel che proprio non capisco è... cosa c'entra con la manovra e con la Cgil? Posso dire no e la manovra non mi violenterà?
RispondiEliminaPosso dire no e non sarò licenziato, per esempio?
@Metilparaben: la dietrologia non è riferita a te, ma ad Arguzia (c'è la chiocciola proprio per quello), che dice che mi rendo complice di ogni persona che minimizza la violenza sessuale (addirittura!).
RispondiElimina@figumorisca: è proprio per questo che è una barzelletta. È la battuta finale che svela tutto il retroscena e che nega quanto detto all'inizio da chi la racconta.
Detto in altri termini: fino alla battuta finale sembra che ci troviamo di fronte ad un classico caso di brigantaggio concluso con violenza sessuale.
Il finale, invece, ci lascia immaginare uno scenario in cui le suore sono costrette a giustificare dei rapporti sessuali (magari perché qualcuna di loro è incinta?); come scusa trovano quella della violenza sessuale collettiva. Scusa che viene smontata dall'ingenua unica suora.
La battuta non c'entra molto col contesto e col fatto che la faccia un rappresentante delle istituzioni.
RispondiEliminaÈ ovviamente sia volgare che blasfema.
Decontestualizzata però non è così riprovevole, lo sarebbe stato se fossero studentesse ad essere violentate, ma il fatto che siano suore sposta il focus della comicità dalla violenza maschilista al rompere un voto per piacere.
Non ci stiamo imbigottendo? La comicità nasce (controllate che ne pensano gli etologi), purtroppo o per fortuna, vedete voi, da un tipo di aggressività. Di qui la risata, un modo di mostrare i denti.
Non può essere rispettosa tout court. Certo riteniamo legittima quella verso il potere e scandalosa o nazista quella verso minoranze indifese, ma la radice è la stessa.
Ci fa' ridere, quando suggerisce una nostra superiorità implicita. Quest'ultimo punto è stato dimostrato statisticamente così tante volte che mi sorprende non sia di pubblico dominio.
L'ho intesa come paolo ... e stavo per scrivere quel che ha detto lui. A volte sembriamo veramente assurdamente bacchettoni.
RispondiEliminaO non piace qualsiasi barzelletta che parli di olocausto, femmineVsuomini, omosessuali, chiesa o qualsiasi luogo comune? ... insomma si potranno mica raccontare solo quelle di pierino? sarebbe una tristezza.
Poi sul cattivo gusto e soprattutto sul luogo/tempo/platea in cui poterla raccontare siamo d'accordo, ma è in linea col governo ^^
@Mmv: premesso che non concordiamo sul senso, c'entra con la manovra perché la stessa lascia la possibilità di deroga locale ai contratti collettivi ("di essere violentati" nella metafora di Sacconi) alla trattativa in sede decentrata: posso dire di no alle deroghe in fase di contrattazione locale.
RispondiEliminaÈ ovvio che il paragone non ci sta proprio (vuoi mettere la forza di 1 milione di operai rispetto a quella di una cinquantina? E allora che senso hanno i contratti nazionali?) e così via.
Il problema vero non è il contenuto della barzelletta, nè se faccia più o meno ridere, nè che a deliziarci con essa sia un ministro della repubblica.
RispondiEliminaIl guaio è che è diventata tutta una barzelletta; è sempre l'occasione per infilarci una battuta idiota. Ci sono situazioni nelle quali le barzellette e le battute te le risparmi; questa era una situazione.
Se ministri e parlamentari credono che interloquire con i cittadini sia sinonimo di raccontar barzellette idiote o fare battute ancor più idiote, vuol dire che siamo considerati meno di zero
Vuol dire che siamo solo da prendere per il c****
Oddio!! Ma è davvero Sacconi?? Io quando l'ho visto ero convinto fosse Enrico Bertolino (col quale a questo punto è d'obbligo scusarmi)in una qualche parodia!
RispondiEliminaÈ sempre bello fare battute di spirito sul peggiore incubo di una buona metà della popolazione. Che divertente. Che di buon gusto.
RispondiEliminaAlmeno ha ammesso, neanche troppo implicitamente, che la norma ha come obiettivo quello di "stuprare" i lavoratori....
RispondiEliminaIo l'ho letta e capita come Paolo. Alla fine la barzelletta è un attacco all'ipocrisia della Chiesa e secondo me Sacconi si scusa per le suore perché inconsciamente se ne rende conto.
RispondiEliminaSe al posto di suore ci fosse stato studentesse, o se la barzellata fosse iniziata con "entrarono dei briganti che fecero sesso con delle suore compiacenti tranne una che non volle", non farebbe ridere.
L'inversione finale invece smaschera l'ipocrisia delle suore, che pretendono di spacciare per violenza sessuale quella è stata una loro libera scelta di piacere (seppur contraria alla morale della Chiesa). E' questo che fa ridere, la presunta superiore moralità e castità delle suore che viene ridicolizzata.
Ma che siamo arrivati al punto che non capiamo più neanche le barzellette?
"Dove entrarono dei briganti, le violentarono tutte tranne una. il santuffizio la interogò e le chiese: come mai lei non è stata violentata? lei rispose: perchè ho detto di no"
RispondiElimina"le violentarono tutte".
Lo dice all'inizio, non dice: entrarono dei briganti e dopo nove mesi il convento divene un'asilo. entrarono die briganti e si sentì levò un coro di gemiti di sospiri. ma entrarono dei briganti e le violentarono tutte. una l'hanno risparmiata. Perchè? Fosse stato berlusconi avrebbe detto: perchè somigliava a questa o quell'altra ministra in età o non gradevole alla sua vista.
Il narratore dice: perchè ha detto no.
La suora ha detto: non mi violentate e quelli non l'hanno fatto.
Lo stupro - nella sua mente - è un atto sessuale consensuale. Che somiglia assai a quel: è colpa tua.
Dopo che sarete stati stuprati "consensualmente" veniteci ancora a parlare di bacchettonaggine.
Povero Sacconi: si infierisce su di lui per una storiella che se l'avesse raccontata uno strapagato Benigni in prima serata su Rai uno, Repubblica l'avrebbe indicata come esempio di libertà di pensiero ed opinione.
RispondiEliminaRagazzi è una barzelletta: tutto qui.
Praticamente quasi tutte le barzellette col sesso in mezzo sono sessiste.
Personalmente le evito perchè non mi fanno ridere, e le trovo tristi.
Sarebbe stata benissimo in bocca anche ad un Fo o un Luttazzi o un Beppe Grillo, e infatti non è detto che non sia già nel loro repertorio.
Povero Sacconi? A differenza di quelli che citi, Marmando, Sacconi fa il ministro della repubblica (povera repubblica) e dovrebbe sapersi comportare (dovrebbe).Quella barzelletta é orrenda, volgare e maschilista.
RispondiEliminaun conto è criticare il RUOLO della persona. Un ministro è un ministro , e certe cose non le dovrebbe dire. La GUZZANTI & Co. sono comici, fanno satira , e guai alla censura.
RispondiEliminaPero' sulla barzelletta in se il giudizio deve essere lo stesso. La satira e l'humour devono potersi fare su tutto o su nulla, non solo sugli argomenti che hanno il nostro benestare e non ci offendono.
secondo me.
"Le violentarono tutte" lo dice all'inizio perché questa è la vox populi, è quello che pensa il Sant'Uffizio, è quello che le suore vogliono far credere. È questo che fa ridere della barzelletta, che alla fine l'assunto iniziale viene falsificato inaspettatamente. È un meccanismo comico che se non sbaglio si chiama "rovesciamento". Non c'entrano niente il maschilismo, la giustificazione degli stupri, l'orrore. Certi radical chic indignati per professione sono così accecati dalla loro voglia di vedere diritti negati ovunque che non riescono a capire neanche una barzelletta. Ma provate a metterla in bocca a Benigni o a un altro personaggio "amico" e pensate se reagireste allo stesso modo.
RispondiEliminaA proposito, per citare un autore credo stimato da certi ambienti: "Se non incontri mai qualcosa che ti offende, significa che non vivi in una società libera".
Cavolo non avrei mai pensato di trovare in questo blog tanta ostilità per una battuta anticlericale! XD
RispondiEliminaForse succede perchè si vuol dare sempre e comunque contro?
"Dopo che sarete stati stuprati "consensualmente" veniteci ancora a parlare di bacchettonaggine.
RispondiEliminaMeglio stuprati consensualmente che morti. Magari, si scopre poi che pure piace.
- lector -
A parte che l'unico che ha capito la battuta è stato Paolo nel secondo commento, comunque la si veda, Sacconi ha usato una metafora azzeccatissima.
RispondiEliminaSicuramente della signora Camusso ci si può fidare, molto meno del sindacalista con cui ogni lavoratore ha a che fare tutti i giorni. Chiunque abbia un lavoro dipendente sà benissimo che a livello locale ogni sindacalista sarà felicissimo di farsi stuprare...anche se potrebbe dire no come la suora della barzelletta.
@ metilparaben: a me la barzelletta faceva ridere. Diciamo che restringere il novero delle barzellette raccontabili alle sole politically correct (o non maschilisti, non razziste, non stereotipizzanti, non anticlericali) mi sembra una cagata pazzesca. Semplice, semplice. Finché lo penso così, continuerò a raccontare barzellette simili e, nel caso, a ridere se mi faranno ridere. Quando una maggioranza mi imporrà la lista degli argomenti tabù, vedremo. Ciao! Marco Valerio
RispondiEliminala barzelletta la conoscevo ma credo punti sul fatto che le suore in questione non sono state in realtà violentate ma "ci sono state", poi hanno detto a tutti di essere state violentate per giustificarsi. Altrimenti non ha senso che basti un "no" per essere salve :) (ops... ho letto ora Paolo, con cui concordo)
RispondiEliminaCi sono infinite varianti di barzellette sessuali sulle suore
"...E basta con quel campanello Suor Germana, fai meno casino o ti rimetto il sellino alla bicicletta..."
e via discorrendo.
I carabinieri sono bersaglio prediletto per le barzellette sull'idiozia, le suore su sesso e ipocrisia. Ce ne sono anche sui frati, ma essendo i maschi di solito ad amare le barzellette sboccate sono di più quelle sulle suore.
Poi è chiaro che una barzelletta del genere in bocca ad un politico in occasione pubblica non ci dovrebbe stare... un po' come la mela di berlusconi.
Quante chiacchiere per una barzelletta idiota e di cattivo gusto.
RispondiEliminaEsatto la cosa agghiacciante è proprio l'abbinamento chi dice no non subisce violenza. Da vergognarsi.
RispondiEliminaio traggo due conclusioni dalla barzelletta:
RispondiElimina1) governo e industriali sono dei briganti
2) a cisl e uil piace farselo mettere in quel posto
2) mentre nella barzelletta la supra che non c'è stata risulta la più simpatica rispetto alle ipocrite "colleghe", nella realtà della lotta di classe chi non ci sta viene criminalizzato e chi ci sta ha fatto bene
Io sono una donna, e la barzelletta l'ho intesa come Paolo.
RispondiEliminaFino alla fine si pensa che le suore siano state violentate (perchè ovviamente una suora non potrebbe avere rapporti sessuali), invece alla fine si scopre che non era affatto così, ed i rapporti sono stati consenzienti. E' solo una delle tante barzellette con protagoniste suore e preti nè casti nè puri.
Il fatto è che i problemi di questa barzelletta sono molteplici, a cominciare dal fatto che si trattava di un ministro della Repubblica in un'occasione pubblica e non di un uomo comune in pizzeria con gli amici.
Soprattutto, però poteva essere intesa nel modo in cui la maggioranza della gente poteva intenderla, cioè che le donne stuprate in fondo in fondo ci stanno, se la cercano, e questo la rende assolutamente ingiustificabile, specialmente in un Paese come il nostro.