In estrema sintesi, ritengo che l'indecente situazione delle carceri italiane, sulla quale ho più volte espresso il mio punto di vista in modo inequivocabile, abbia poco e niente a che spartire, se non in virtù di una flebile assonanza riconducibile al significato generale della parola "giustizia", con il voto di ieri sul ministro Romano.
Il sospetto è che i miei amici radicali (non posso utilizzare la parola "compagni", credo, perché secondo la definizione pannelliana il fatto che non sia più iscritto al partito vale a sottrarmi la qualifica di "radicale") abbiano voluto approfittare di una circostanza che potesse dar loro un minimo di visibilità per porre all'attenzione dell'opinione pubblica una questione cruciale colpevolmente ignorata dalla politica e silenziata dai mezzi di informazione.
Ebbene, pur comprendendone le motivazioni, debbo rilevare che personalmente non condivido questo modo di procedere: non solo perché negli anni, con ogni evidenza, si è rivelato controproducente per i radicali, ma soprattutto perché non sono affatto sicuro che sia utile per la causa (lo ripeto, cruciale) che perseguono.
Dopodiché, come al solito, può darsi che qualcosa mi sfugga.
Ma se sfugge a me, che oltre ad avere un quoziente intellettivo nella norma ho bazzicato Torre Argentina per un bel po' (e continuo a bazzicarla, sia pure con minore frequenza), forse i miei amici radicali dovrebbero considerare l'ipotesi che sfugga a un mucchio di altra gente.
E prendere atto, finalmente, che si tratta di un problema determinato anche da loro.
Amen.
RispondiEliminaBravo!! Ci voleva! Anche io a Milano frequentavo gli amici radicali, piu' o meno assiduamente, ma non condivido certe azioni quando si deve dimostrare unita' e compattezza. Mi spiace ma reputo il voto su Romano l'ennesima caduta di stile (ed e' un eufemismo). Poi nn lamentiamoci se dicono che i Radicali sono franchi tiratori, voltagabbana e via dicendo.
RispondiEliminaInsomma, un altro po' di credibilita' politica buttata giu' per lo sciacquone!
Sono completamente d'accordo. Sono anni ormai che le iniziative radicali, pur animate da intenzioni meritorie, risultano totalmente illeggibili per chiunque sia estraneo agli ambienti radicali e alle loro acrobatiche elucubrazioni dialettico-politiche.
RispondiEliminaAggiungo che il loro approccio alla comunicazione politica, almeno nelle forme da loro scelte, era senz'altro all'avanguardia 30 o 40 anni fa, ma oggi-personalmente- lo trovo decisamente datato. Anche l'insistito ricorso allo sciopero della fame è ormai uno strumento talmente logoro da essere quasi controproducente.
AleG
I Radicali dovrebbero smetterla di campare su successi (importantissimi, sia chiaro) da loro ottenuti in passato e adeguare ai tempi (non al contesto politico, ma ai tempi) le modalità delle loro battaglie, altrimenti il rischio è che sempre di più i loro messaggi sfuggano alla maggior parte della gente.
RispondiEliminaproprio come dice Ivana.
RispondiEliminae forse è una mia impressione, ma è molto diverso quando l'iniziativa è di Emma Bonino da quando si finisce invischiati nella palude argomentativa e nel maelstrom di Marco Pannella.
e dopo questa, di loro non se ne può proprio più.
Sono finiti ormai da qualche lustro. Non si tiene fede alla reputazione delle battaglie degli anni settanta facendo mercato dei propri voti con Berlusconi qualche anno fa o con Veltroni nel 2008.
RispondiEliminaè vero, non una mossa politicamente azzeccata. speriamo che le battaglie vere continuino con altri mezzi più idonei...
RispondiEliminaSono completamente in disaccordo con il mio amico Alessandro, e completamente d'accordo con i miei amici e futuri compagni (sto facendo il pagamento rateale per iscrivermi) radicali
RispondiEliminaIl pd ci tratta come un problema... Ci usa quando fa comodo altrimenti ci "silenzia"... silenzia le nostre battaglie e la nostra militanza
Altro fattore di non secondaria importanza è che si è trattata di un operazione puramente "mediatica" visto che avremmo (noi centrosinistra) perso 315 a 302 invece che 315 a 294... DI COSA STIAMO PARLANDO!!!
NON AVEVAMO ALTRA SCELTA che farci sentire in questo modo
L'incontro di Vasto con Casini (in Caltagirone) ne è la prova
Comprendo, Andre'. Senonché, lamentarsi del fatto che il parlamento sia svuotato della sua funzione istituzionale, e poi utilizzarlo come strumento per risolvere il proprio rapporto col PD non mi pare il massimo. Questione di punti di vista, naturalmente. :-)
RispondiEliminaNon concordo sul "NON AVEVAMO ALTRA SCELTA che farci sentire in questo modo"...
RispondiEliminaAll'atto pratico questa scelta obbligata ha portato risultati positivi per la battaglia dei radicali? Si sta parlando del problema?
È sempre lo stesso problema, campagne più che giuste, condivisibili e sacrosante, metodi per portarle avanti che conducono a zero risultati, isolamento e incompresione
http://perdukistan.blogspot.com/2011/09/ma-quanti-begli-amici.html
RispondiEliminaCome non sposare questa logica: come interessiamo il Parlamento del problema del sovraffollamento delle carceri? Facciamo di tutto per non farle visitare a nessuno di loro, qualunque cosa combinino.
RispondiEliminaBell'intervento.
RispondiEliminaTrovo che questo sia un blog veramente utile per riflettere, meditare, imparare, arricchirsi (in senso anche 'spirituale', intendo).
E complimenti anche ai frequentatori: direi che, per quanto ho visto finora (da due/tre mesi in qua) si tratta generalmente di persone serie; i troll sono rarissimi, ... speriamo continui così.
un certo tal dani62ita è venuto a insultarmi sul blog perché, a parte la lunghezza del testo, ho messo un link. vabbè. in estremissima sintesi, occorre sempre tenere in considerazione il contesto in cui si agisce prima di giudicare comportamenti che proprio contro quel contesto, oltre che per sollevare questioni sulle quali mi pare si sia d'accordo (a parole of course ;-), ci si trova a operare. allo scandalo del silenziamento si risponde collo scandalo della cartellonata in parlamento e, magari, anche colla non partecipazione di un voto che, oltre a esser inutile (se non proceduralmente moooooooooolto dubbio) è pure controproducente.
RispondiEliminaCerto che il PD dovrà decidere prima o poi cosa fare da grande. Nei miei desideri di elettore il PD dovrebbe essere intrinsecamente radicale e invece guarda altrove. E' normale che dalle contraddizioni nascano inconvenienti.
RispondiEliminaDetto ciò penso proprio che stavolta abbiano "pestato una merda".
raramente ho letto un'analisi così sintetica, competente e precisa sui radicali (e anche io, anche se solo da simpatizzante, torre argentina l'ho frequentata un bel po'). aggiungerei solo che non c'è cosa più triste che perdere la vision per un partito, un movimento che aveva fatto della lettura intuitiva della società uno dei suoi punti di forza. ed è un peccato.
RispondiEliminaconcordo con te, il fatto è che non ho capito cosa e perchè l'hanno fatto e ho faticato quasi 24 ore per trovare una spiegazione sui siti radicali o su radio radicale
RispondiEliminainutile fare azioni mediatiche quando il messaggio che passa è un casino
che si abbiano buone ragioni o no
concordo con te
RispondiEliminail fatto è che ho impiegato quasi 24 ore per trovare una spiegazione sui siti radicali o su radio radicale su cosa hanno fatto e perchè
inutile fare azioni di comunicazione quando il messaggio è confuso
io non ho capito, i deputati del PD, che erano lì non hanno capito, i giornalisti non hanno capito, gli italiani non hanno capito
solo pannella ha capito
se lui è il solo che capisce, perchè si ostina?
noi italiani siamo capezzoni e non capiremo mai! si rassegni!
D'accordo su tutto.
RispondiEliminaForse quella dei Radicali non sarà stata la migliore delle strategie possibili per dare visibilità al problema delle carceri. Ma io non ne vedo e non ne vedevo delle migliori. Se tu ne vedevi delle migliori potevi anche farti avanti. E' gente ben disposta ad ascoltare, che ce la mette tutta e che spesso si sente dire da dei saputelli : "eh ma potevate fare meglio", "E grazie ar cavolo, dimmi come!"
RispondiEliminaCondivido le perplessità del titolare, qui. Aggiungerei che dai radicali mi aspetterei anche una riflessione molto seria sul perché e come mai il "loro" strumento principe, il referendum, si risolva oramai in grande successo sia di raccolta firme che di partecipazione al voto solo da quando loro non ne sono più promotori. Può sembrare OT qui, ma io non lo credo. L'erosione e il finale sputtanamento presso l'elettorato - durato molti anni - dello strumento che loro stessi avevano "scoperto" ha molto a che fare anche (non solo: la disapplicazione dei verdetti referendari da parte di una politica autoreferenziale poi c'ha messo il carico, lo so) con la strumentalità e il machiavellismo che purtroppo informano le campagne radicali, e che credo anche io abbiano danneggiato loro prima di tutto, e non poco poi anche la politica - che già aveva la sua inclinazione naturale al piccolissimo cabotaggio - ma soprattutto le campagne giuste che spesso loro sostengono. La credibilità è l'unica moneta valida in mano alle minoranze, e invece i radicali se la sono più di una volta giocata ai dadi.
RispondiElimina"perché e come mai il "loro" strumento principe, il referendum, si risolva oramai in grande successo sia di raccolta firme che di partecipazione al voto solo da quando loro non ne sono più promotori."
RispondiEliminaEhm...è successo solo una volta questo fatto, cioè con gli ultimi referendum e solo perchè è stata montata una campagna ad arte volta a far credere che il governo volesse privatizzare l'acqua, mentre in realtà la privatizzazione avrebbe riguardato il servizio di erogazione già oggi in mano a società parapubbliche a guida partitocratica. Peraltro anche i precedenti referendum non-radicali non hanno raggiunto il quorum se non erro.
Comunque sia vi invito a riflettere su una cosa, SE l'iniziativa non ha funzionato la colpa è soltanto di chi, stoltamente, continua a vedere il dito (i radcali che non votano) invece della luna (il problema carceri). L'informazione italiana è gravemente malata, e il modo in cui stampa, tv, radio e, mi dispiace dirlo, anche i blog hanno trattato questo fatto ne è la dimostrazione più lampante. Discutete di aria fritta, parlate di "affidabilità" come se bastasse uniformarsi acriticamente ad un partito inaffidabile (il PD) per esserlo. L'affidabilità radicale, secondo me, è dimostrata da ben altro, cioè dal fatto che continua a portare avanti le stesse battaglie a prescindere dalla loro popolarità, dimostrandosi interessati alla risoluzione dei problemi piuttoso che alla raccolta dei voti.
Ascolto molto spesso Radio Radicale per cui anche oggi ho sentito la motivazione di Pannella e della Bonino.
RispondiEliminaTutto plausibile ed accettabile dal loro punto di vista ma...qui prodest?
Arrivassero al 7% capirei, ma sono allo 0,7%..
Questo dovrebbe farli riflettere: le loro strategie e tattiche non mi sembrano portare a risultati decisivi per il bene dell'Italia e degli Italiani...