Supponiamo che un bel giorno io scriva sul blog che l'assessore Taldeitali è un corrotto, e immaginiamo che costui -com'è ragionevole ipotizzare- si senta danneggiato dalla mia affermazione: in base alla legislazione vigente l'assessore può portarmi davanti a un giudice, il quale mi chiederà in base a quali elementi ho scritto quello che ho scritto, e quindi stabilirà se ho detto la verità o se mi sono inventato tutto; nel qual caso, giustamente, verrò condannato ad un massimo di tre anni di carcere, nonché ad un cospicuo risarcimento del danno che ho procurato al malcapitato con le mie frottole.
Ora, le carceri italiane pullulano di poveri cristi che languono in cella in attesa di giudizio, e nei tribunali giacciono a prendere polvere i fascicoli di milioni di italiani che aspettano di ottenere quanto loro dovuto in conseguenza di un danno subito: però l'assessore Taldeitali è un potente, ed essendo un potente non può mica aspettare i tempi della giustizia -probabilmente determinati anche dall'incapacità o dalla malafede del partito a cui appartiene, sia detto per inciso- come fanno i comuni mortali. No, perbacco: lui, l'assessore, è un pezzo grosso, e quindi deve avere soddisfazione subito; e già che c'è l'occasione gli è assai gradita per ottenerla senza che un giudice ficchi il naso nella faccenda e decida se l'affermazione dalla quale si sente offeso è una bugia, vale a dire indipendentemente dal fatto che quella soddisfazione la meriti oppure no.
Per venire incontro a questa comprensibile esigenza, i compagnucci dell'assessore stanno cercando di introdurre una norma che gli consentirà di mandarmi una bella mail, invitandomi a rettificare quello che ho scritto, con l'avvertenza che se non provvedo entro 48 ore mi becco una una multa che può arrivare fino a 12.500 euro. Così, semplicemente perché l'assessore si è fatto girare i coglioni, mi ha invitato a pubblicare la sua rettifica e io non l'ho cagato, a prescindere dal fatto che io possa provare in modo incontrovertibile la veridicità di ciò che ho scritto.
Ebbene, siccome io non sono il titolare di una testata giornalistica, ma un semplice blogger, può darsi che i 12.500 della sanzione non li abbia: oppure che li abbia, ma che mi servano per destinarli ad altre finalità quali pagare l'affitto, fare la spesa, mettere la benzina nella macchina e via discorrendo.
Ne consegue che se una norma del genere verrà introdotta mi guarderò bene dallo scrivere che l'assessore Taldeitali è un corrotto, anche nel caso in cui sia venuto in possesso di elementi schiaccianti che lo dimostrano.
Se questo è vero per un caso così lineare e lampante, figurarsi esprimere un'opinione basata su un ragionamento, su un punto di vista, sull'interpretazione di una serie di fatti: dovrò tenermele tutte per me, quelle opinioni, onde evitare di venire subissato dalle richieste di rettifica di centinaia di assessori, parlamentari, sottosegretari e ministri indispettiti, a ciascuna delle quali potrebbe corrispondere una multa pesantissima.
Ecco, questo è quello che stanno cercando di fare: silenziare tutta l'informazione e la critica indipendente, vale a dire quella che non possono controllare, intimidendo a suon di sanzioni chi se ne occupa, indipendentemente dal fatto che sia accuratamente documentata o completamente campata in aria.
Dite la verità: vi pare un'alzata d'ingegno vagamente compatibile con l'idea astratta di un paese libero?
"Dite la verità: vi pare un'alzata d'ingegno vagamente compatibile con l'idea astratta di un paese libero?". No, ma da quando all'Italia corrisponde un'idea di paese libero?
RispondiEliminaComunque e sempre, buon lavoro!
Pietro
Scusa, ma se io mi metto a scrivere OGNI GIORNO al giornale dell'assessore, che magari si chiama XXXX (o anche a quello della moglie o del fratello dell'assessore) che le loro opinioni sull'opposizione - di cui faccio parte - mi sembrano offensive verso di me, che devono toglierle dal sito dove sono pubblicate, e anche (per fare buon peso) sul giornale di carta, che accade? E se ci metto anche le televisioni dell'assessore, e quelle che l'assessore controlla, e via andare, ancora, che accade?
RispondiEliminaDomanda (perdona, ma questo punto m'è venuto in mente proprio leggendo).
RispondiEliminaLa sanzione come e da chi viene comminata? Ovvero, non è che alla fine è un giudice che (con gli stessi tempi con cui giudicherebbe sulla diffamazione) stabilisce che siccome il tuo blog è uno tra tanti, non lo guarda nessuno e tutto sommato avevi pure ragione ti condanna a venticinque euro?
Ovvero che alla fine resti una delle migliaia di leggi italiane senza sanzioni, infame finché si vuole, ma alla fine inapplicata e inapplicabile?
Confesso di non essermi perso a leggere il decreto, per cui questo è un aspetto che mi sfugge.
Grazie
Dice tutto la tua ultima riga. Idea ASTRATTA di paese libero. MOLTO astratta, trattandosi del nostro.
RispondiEliminaC'è una bella differenza tra l'articolo 21 della nostra costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione [...] Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili." e il I° emendamento della costituzione degli Stati Uniti d'America: "Il Congresso non potrà porre in essere leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione o per proibirne il libero culto, o per limitare la libertà di parola o di stampa o il diritto dei cittadini di riunirsi in forma pacifica e d'inoltrare petizioni al governo per la riparazione di ingiustizie."
RispondiEliminaLa differenza è che da noi basta cambiare una legge per venir meno ad un principio fondamentale di una Democrazia: la libertà di pensiero e di parola.
L'America non è un eldorado di democrazia ma è pur sempre una democrazia.
Eppure la loro costituzione è più vecchia della nostra....
Come disse qualcuno (adesso non ricordo chi, mi perdoni l'autore) "C'è del marcio nella Democrazia Italiana, un sistema per metterlo in quel posto (mi autocensuro) alla povera gente, con il loro consenso". A tanto siamo arrivati.
Quindi anche pontifex ne farebbe le spese...beh, quasi quasi varrebbe la pena ;-)
RispondiEliminaMa se Sempronio sul suo blog scrive che Tizio ha truffato Caio, Tizio si appella e chiede la rettifica e Caio offeso dalla rettifica chiede di rettificare ulteriormente, si entra in un circolo vizioso infinito.
RispondiEliminaA questo punto la doppia rettifica può essere la soluzione.
Il potente ti fa rettificare, l'autore fa rirettificare visto che la rettifica comporta l'associazione autore = bugiardo.
Alla fine della fiera un autore di un blog farà post leggermente più lunghi, che concluderà: a fronte dell'eventuale rettifica, io rettifico confermando che è tutto vero
La cosa non mi sorprende affatto. Mi sorprendo invece che qualcuno ancora si sorprenda e chieda in modo retorico se questa Italia sia davvero un Paese libero, ovvero democratico (ammesso che lo sia mai stato).
RispondiEliminaOgni giorno viene rapinato un pezzo della nostra Costituzione e nessuno fiata.
Diritti inalienabili vengono violati tranquillamente.
Chi protesta finisce manganellato o incarcerato, mentre i veri malfattori calcano le scene del Palazzo.
10 anni dal G8 di Genova....
30 anni dalla Stazione di Bologna...
e Piazza Fontana?
Cosa volete che sia al confronto limitare, proibire la libertà di parola e di pensiero....
Il REGIME trionfa e noi qua a guardare....
Nonciclopedia ha già subito gli effetti del potere, e si tratta solo di un cantante. Wikipedia si sta muovendo per difendersi dalla legge bavaglio e l'impresa è titanica.
RispondiEliminaA noi poveri blogger non resta altro che protestare, sperando che serva.
Notare che, nell'ipotesi di cui dicevo che (per la difficoltà di comminare le sanzioni) la legge sia una bolla di sapone dal punto di vista della libertà di blogging, diventerebbe un potentissimo ingolfamento al lavoro della polizia postale (o chi per essa debba elevare le sanzioni). Forse pure peggio, l'ennesimo intasamento della giustizia per fare un favore all'Assessore di turno, alla faccia del servizio ai cittadini.
RispondiEliminaNon è questione di paese libero, questo è il paese dei pagliacci, troppo poco serio persino per far passare un'abnormità come questa
RispondiEliminaPer dimostrare come la cosa oltre che tragica sia anche paradossale e grottesca, ho provato a riderci sopra (anche se vien più da piangere) chiedendomi: MA SE IO FACCIO UN POST SCHERZOSAMENTE CONTRO ME STESSO E POI MI CHIEDO SCHERZOSAMENTE RETTIFICA, SE NON RETTIFICO MI MULTANO?
RispondiEliminap.s. spero che anche la battuta di dixit su pontifex fosse MOLTO scherzosa, altrimenti rivelerebbe in maniera scoraggiante e definitiva come in quasi ogni italiano si nasconda un illiberale censore, dispettoso e prepotente: io trovo insopportabili le loro idee, ma è ovvio che anche loro come tutti DEVONO poterle Esprimere.
Ecco, l'esempio di Nonciclopedia sarebbe meglio lasciarlo stare, visto che non hanno subito un bel nulla.
RispondiEliminaHanno semplicemente cambiato l'home page del sito (che per il resto è perfettamente on line) in segno di protesta, tra l'altro in seguito alla semplice - e dovuta - convocazione in seguito a una denuncia, e ci hanno montato sopra un polverone di quelli storici gridando a una censura mai esistita (ci fosse stata davvero si sarebbero ben guardati dal lanciare la pagina "Ringrazia anche tu Vasco").
E la sfilza di rettifiche, mezze dissociazioni e cambiamenti in corsa ("censura", "no siamo in sciopero volontario", "non ci ha obbligato nessuno", "no agli insulti" e via così) non gioca certo a favore della loro coerenza.
Ho una proposta di protesta. Ogni giorno si sceglie un personaggio pubblico, di quelli aderenti alla maggioranza che vuole portare avanti questa iniziativa. Si scrive un pezzo privo di aggettivi e commenti, riportando un fatto o alcuni pochi fatti veri e verificabili riguardanti quell'esponente politico che non è che gli facciano totalmente onore (per esempio una frase detta o una decisione presa in veste pubblica, di discutibile correttezza, eleganza o legittimità). Insomma, un pezzo palesemente a prova di qualunque giudice, ma che non farà tanto piacere alla persona indicata.
RispondiEliminaLo stesso testo viene condiviso da (sperabilmente) migliaia di blogger allo stesso momento, lo stesso giorno. Ogni giorno si scrive un pezzo su una persona diversa.
Questo metodo lo si applica da subito, da domani, per trasmettere il messaggio che questa sarà la forma di protesta nel caso che la legge passerà. In tal modo sarà chiaro che il potente di turno non potrà materialmente, pur avendo scritto una legge apposta, scrivere migliaia di diffide e soprattutto sperare che tutte le migliaia di blogger ottempereranno istantaneamente alla richiesta di rettifica. D'altronde, anche se tutti ottemperassero, rigorosamente dopo 47 ore e 59 minuti, sempre al Taldeitali di turno non farà piacere la eco ricevuta. Un assaggio, insomma, della tremenda protesta che la rete sarà in grado di mettere assieme se si tenterà di far valere il principio che un'e-mail dell'interessato può sortire più effetto, ai fini pratici, della decisione di un giudice.
Ma la legge originale consentiva già di costringere i giornali a pubblicare smentite sotto l'unico insindacabile giudizio della persona offesa? E l'unica difesa del giornale era rifiutarsi di pubblicare e affrontare il processo?
RispondiEliminaMi sembra che ci foose stato un tentativo precedente di equiparare i blog ai periodici, costringendoli ad avere un direttore responsabile. Ricordo male?