10 ottobre 2011

Nobel per la pena di morte

Visto che oggi ricorre la nona giornata mondiale contro la pena di morte, colgo l'occasione per ricordare che negli Stati Uniti d'America del premio Nobel per la pace Barack Obama, leader mondiali dello stato di diritto e solerti esportatori della democrazia a suon di basi militari disseminate ovunque, dall'inizio dell'anno sono state praticate 37 esecuzioni capitali.
Poi qualcuno inizierà coni soliti distinguo, tipo che non è il paese nel suo complesso, ma alcuni dei singoli stati da cui è composto, a dover abrogare la pena di morte; la questione, tuttavia, resta bella aperta: prima di indispettirci per quello che succede nella Bielorussia del perfido Lukašenko, non sarebbe il caso di dire due paroline ai nostri amici yankee, ai quali diciamo di volerci ispirare un giorno sì e l'altro pure?

11 commenti:

  1. due paroline ai nostri amici (?) yankee avremmo da dirle su diverse cosucce, tipo Cermis, Sgrena/Calipari, forse anche l'affaire Kercher.

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  2. Il Paese dalle 1000 opportunità, che esporta democrazia in ogni dove, coi cannoni, le bombe e le mitragliatrici....ma non sa concederla ai suoi cittadini

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  3. purtroppo obama se si pronuncia contro la pena di morte ha la certezza matematica di non essere rieletto,
    e viene eletto qualcuno dell'ultradestra, che magari ti scatena una guerraccia e muoiono ancora più persone;
    è inutile, anche se non è esente da critiche, prendersela con obama

    troppo facile

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  4. Perdona, ma obbiettivamente Barack Obama non puo' fare nulla relativamente la pena capitale. Non dipende da lui, dato che e' qualcosa che riguarda i singoli Stati che compongono la federazione: non e' un distinguo bensi' la realta' dei fatti. Si possono muovere numerose accuse a Barack Obama, non ultima quella dell'incremento di risorse per quanto riguarda l'occupazione dell'Afghanistan, ma prendersela con lui perche' non fa nulla contro la pena capitale quando NON e' obbiettivamente in grado di fare nulla mi sembra quantomeno pretestuoso.

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  5. il nobel per la pace era sulla fiducia

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  6. Intanto io mi chiedo ancora cos'abbia di così tanto speciale questo pupazzetto di nome Obama:
    un uomo con zero carisma e nessuna visione davvero alternativa per il futuro del mondo o della sua nazione.

    Quanto alla pena di morte, avvicina gli USA molto di più ai paesi asiatici piuttosto che alla tradizione liberale europea, che ha molto da insegnare!

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  7. Alcuni stati stanno abbandonando la pena di morte (il new mexico nel 2009). La cosa interessante è che qualcuno, facendo due conti, ha scoperto che la pena di morte è pure antieconomica (costi processuali, carceri speciali per i detenuti, ecc...), alla fine scopriremo che ci vuole la crisi economica per abolirla. Grottesco.

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  8. In America è rimasto il mito del farwest e del cappio al collo.

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  9. nessun paese è privo di contraddizioni.
    nessun uomo è privo di contraddizioni.

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  10. Benchè mi dia alquanto fastidio difendere il nostro caro premio Nobel, devo quotare in toto Lostman: la pena di morte nei singoli Stati è prerogativa dei singoli Stati stessi, non del capo del governo federale.
    A chi ha da "dire due paroline ai nostri amici yankee" ricordo che invece in Italia, dove la pena di morte *legalmente* non c'è, quasi ogni giorno qualcuno ci lascia la pelle nelle nostre carceri (chiedere, per referenza, al padrone di casa, che da mesi tiene il tragico conteggio). Aggiungiamo che quasi la metà della popolazione carceraria italiana è in attesa di giudizio e la domandina viene spontanea: dov'è il mito del farwest?

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  11. E se si facesse un bel referendum (questo sì che è democratico, pippi25071958) in Italia per reintrodurre la pena di morte, chi vincerebbe?

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