09 novembre 2011

Il tempo delle barbarie

"Leggi solennemente enunciate e quotidianamente violentate", "carceri che assomigliano sempre di più a favelas ingabbiate", "rischi d’incendio, di malattie infettive", "risposte che non riesce a dare alle istanze dei detenuti", "diritto di ricevere una branda per la notte", "poter utilizzare in modo ordinario docce, gabinetti, lavandini", "tempo delle barbarie", "urgente mobilitazione, prima che sia davvero troppo tardi", "impennata dei suicidi di persone detenute", "diritti fondamentali", "indignazione e rabbia per come passi in silenzio tutto ciò".
Non lo dice un esponente politico, un attivista, un blogger: quelle che leggete qua sopra sono le parole dei direttori delle carceri italiane.
Io non so, davvero, se l'amnistia proposta dai radicali possa essere la soluzione del problema: però il problema c'è, è enorme e non può essere ulteriormente rimandato.
La differenza tra la civiltà e la barbarie è tutta nel volerlo affrontare.
Vedete un po' cosa vi riesce di fare.
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Grazie a AndreasLou per la segnalazione.

4 commenti:

  1. I direttori in alcuni casi sono dei bei tomi pure loro. Chiedi la misurazione della glicemia per un detenuto gravemente diabetico le canoniche 3 volte al giorno e quelli la fanno 1 sola. Chiedi allora di lasciare al detenuto l'apposito kit e non te lo permettono. Intanto ha già rischiato la vita 1 volta. Poi però mettono le giostre per la festa del paese dentro alla recinzione del carcere. Non posso fare nomi per paura di ritorsioni.

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  2. Eh no, basta amnistie. Chi ha subito torti da persone uscite con la scorsa, sta ancora piangendo.

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  3. Ne lle carceri italiane si paga il doppio fio, quello che la legge impone, e quello della perdita totale di dignita come persona.....aborriamo la pena di morte....ma non rieduchiamo e ne salviamo nessuno dalla morte civile

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