03 dicembre 2011

Non è solo colpa di chi ci governa

Oggi è stata la mia prima giornata con il car sharing: alle nove in punto mi sono recato al parcheggio vicino a casa mia, ho preso il pandino che avevo prenotato e me lo sono tenuto tutto il giorno, perché avevo un sacco di giri da fare.
Peccato che al momento della riconsegna dell'auto ho trovato i posti riservati in cui avrei dovuto lasciarla, delimitati da tanto di linea gialla, occupati da due macchine che col car sharing non c'entravano niente.
Così mi è toccato armarmi di santa pazienza, telefonare al call center per chiedere cosa fare, sorbirmi un lungo giro alla disperata ricerca di un posto libero sulle strisce blu, e infine telefonare di nuovo al call center per comunicare l'indirizzo al quale avevo faticosamente trovato parcheggio.
Il che, in estrema sintesi, equivale a dire che un paio di maleducati mi hanno fatto perdere mezz'ora che avrei potuto dedicare ad altro semplicemente perché non avevano voglia di cercarsi un parcheggio, come invece è toccato fare a me anche se non avrei dovuto, e di pagare qualche spicciolo.
Ebbene, io credo che sommando tutte le mezz'ore come quella che vi ho raccontato -ivi comprese quelle assai più serie, tipo le macchine che occupano arbitrariamente i posti riservati ai disabili o gli scivoli dei marciapiedi- si disegni il quadro di una città che fa fatica a diventare più facile da vivere non solo per le mancanze di chi la governa, ma anche per colpa di quelli che ci abitano.
E credo anche che sia un po' troppo facile limitarsi a prendersela con i politici, quando i primi artefici delle difficoltà che siamo costretti a vivere tutti i giorni siamo noi stessi.
Finché non ce lo ficchiamo bene in testa tutti, la vedo davvero dura.
Sent from my Blackberry®

11 commenti:

  1. E' come per l'immondizia, a tutti fa fatica cercare un cestino per buttare una lattina o un pacchetto di sigarette, o una bottiglietta....e poi però ci si lamenta che viviano in città sporche......ma ad insozzarle siamo noi. Dai finestrini di macchine in corsa ho visto buttare di tutto, anche qualche animale!

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  2. Ottima riflessione, sacrosanta verità, io stesso più volte ho evidenziato nel mio blog, quanta assoluta responsabilità abbiamo e che invece ignoriamo...

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  3. Purtroppo a questa gente bisogna farla capire.
    Perché rispettare chi non ti rispetta?
    Alla prima volta ti lascio un biglietto sul parabrezza (e mi segno la targa), alla seconda ti rigo la macchina/ti spacco lo specchietto/ti faccio qualche danno insomma; niente di irreparabile, si tratta comunque di una macchina nel torto, mica vengo a spezzarti un braccio.
    Che poi l'ideale sarebbe chiamare il carro attrezzi, ma non sono sicuro che funzioni...
    Si possono fotografare queste macchine e denunciare successivamente portando le foto come prove?

    Lampo

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  4. Assolutamente d'accordo. La politica è solo lo specchio

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  5. non c'è rispetto per gli altri...ognuno ha le proprie scuse da quattro soldi per non rispettare mai una regola. che poi ci sono molti altri comportamenti che socialmente vengono accettati: uno su tutti, la grande abilità nel copiare sempre e comunque, dalle elementari ai concorsi per magistrati. qui in italia si copia alla grande e chi fa la spia? non è figlio di Maria...unico paese al mondo in cui l'omertà ti viene insegnata fin dalle filastrocche per bambini. E non sono mica solo i delinquenti, i disonesti, i cattivi, i drogati o gli immigrati a comportarsi così ma gente impellicciata, madri di bambini, persone normali, borghesia da Suv, intellettuali di sinistra, intellettuali di destra, no global, ambientalisti, giovani, vecchi, ricchi, poveri, medi...
    tutti in insieme democraticamente al grande ballo dell'ipocrisia

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  6. buon metil, hai scritto una testimonianza giusta, ma nella soluzione finale intrisa d’utopia

    l’essere umano è disciplinato solo per paura, è per natura egoista, l’ordine attraverso l’adesione spontanea è impossibile

    certo, meglio diffondere le idee buone il più possibile, ma una percentuale sempre alta di teste di rapa è inevitabile, perchè così è la specie homo sapiens

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  7. Quanti di noi, e mi ci metto anch'io, se ci trovassimo al posto dei politici non finiremmo per cedere alla tentazione di approfittarne come fanno loro (magari solo un pochino?).
    Purtroppo l'uomo è fatto così.

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  8. Ma che significa che siamo noi? Chi siamo noi, se non il prodotto della gestione del paese da parte della classe dirigente? Chi può cambiare questo stato delle cose, questi atteggiamenti, se non delle intelligenti politiche di educazione civica e investimenti oculati per vigilare che le regole siano seguite?

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  9. standing ovation! tutto tragicamente condivisibilissimo.

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  10. diegod56 non ha tutti i torti.
    In paesi ormai "educati" all'inizio hanno dovuto bastonare per far assimilare la civiltà. Una volta assimilata al cittadino medio non verrebbe mai in mente di trasgredire, quindi di conseguenza... si comporta in modo civile.
    Ora però sorge un problema.
    In Italia visto il livello ormai diffuso di maleducazione avremmo bisogno di un esercito di vigili, polizia, carabinieri e forestale (per chi sporca la natura) per le bastonate sacrosante.
    Faccio notare che mia nonna mi rimproverava ogni volta che usavo la parola maleducazione al posto di diseducazione perchè presupponeva che i genitori non avevano saputo trasmettere alcuni valori ai figli. in questo caso l'ho usata correttamente.

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  11. Caro Metil
    che tristezza: mi hai tolto un'illusione perche' speravo che il car sharing lo rispettasero.
    Da figlia di un paraplegico devo denunciare l'incredibile: uno che parcheggia nel parcheggio disabili del cinema, io che arrivo con mio padre che son FINALMENTE riuscita a portare fuori casa e gli chiedo :-O
    Pero' da Italiana conscia dei nostri limiti devo dire che in un parcheggio italiano una volta provai a chiedere a dei francesi di non parcheggiare nel posto disabili e loro alzarono le spalle e se ne andarono (non era un problema di lungua, parlo il francese quasi come l'italiano).
    Il mio maesto di piano mi disse una volta che non si augura il male a nessuno ma io me ne andai imprecando:

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