06 febbraio 2012

Martone, la Cancellieri e il soldato Rossi

Mettiamo che io voglia dire una cosa importante. Mettiamo che quella cosa abbia un fondamento di verità, o sia addirittura giusta, ma che contenga degli elementi un tantino sgradevoli, sfavorevoli, difficili da accettare per quelli che la ascoltano.
Ebbene, siccome quella cosa è importante, è evidente che terrò molto al fatto che le persone a cui la sto dicendo superino l'iniziale sensazione di disagio e arrivino a coglierne il senso: ragion per cui, mi sforzerò di utilizzare un linguaggio quanto più possibile rassicurante, e soprattutto eviterò di usare delle formule che possano suonare come denigratorie o irrisorie nei confronti dei miei interlocutori.
A quanto pare i membri del nostro governo ritengono importante, probabilmente a ragione, comunicare al paese che a volte i ragazzi italiani stazionano troppo a lungo nelle università, che il mercato del lavoro sta inevitabilmente cambiando e che a volte bisogna saper rischiare un po' di più per ottenere una maggiore soddisfazione dalla propria carriera professionale.
Stranamente, però, nel comunicare questi concetti -che con ogni evidenza contengono degli elementi potenzialmente difficili da digerire per chi si trova a doverli ascoltare- si guardano bene dall'adoperare la cautela che sarebbe necessaria: al contrario, finiscono spesso e volentieri per metterci sopra un bel carico, aggiungendo alle loro esternazioni delle frasette piccanti che sembrano fatte apposta per far incazzare i destinatari dei loro pareri.
Per dire che alcuni ragazzi dovrebbero riflettere sul troppo tempo trascorso all'università, ad esempio, non c'è alcun bisogno di aggiungere che quei ragazzi sono degli "sfigati"; così come per affermare che ci si deve rendere disponibili ad una maggiore mobilità per trovare un posto di lavoro non occorre affatto fare riferimento all'immagine beffarda di "mamma e papà".
Ripeto: probabilmente si tratta di concetti condivisibili. Ma a mio parere esprimerli senza sapersi trattenere dalla smania di ficcarci dentro quella sottile nota irridente non denota grande responsabilità, perché indispone inevitabilmente chi ascolta e finisce per rendere il proprio intervento non più un utile appello, ma un vero e proprio atto di vanità fine a se stesso.
Per comunicare al soldato Rossi che gli è morta la mamma, insomma, non occorre schierare il battaglione nel piazzale, ordinare a chi ha entrambi i genitori di fare un passo avanti e aspettare il malcapitato al varco gridandogli contro "Soldato Rossi, che cazzo fai?".
Credo sia meglio dirglielo con un minimo di delicatezza in più, o sbaglio?

21 commenti:

  1. E qui casca l'asino, caro Capriccioli. Perché questa è gente (eccetto forse Martone, ma certamente Monti lo è) che prima di parlare usa il cervello. Soppesa le parole. Non siamo più governati da Calderoli, tanto per dirne uno.
    Come Humpty Dumpty, questi quando usano una parola, essa significa esattamente quello che vogliono intendere.

    RispondiElimina
  2. Eh, ma guarda, secondo me invece no. A molti giovani (mi metto nella categoria anche se un po' al limite, classe 1978) è mancato proprio qualcuno che li provocasse un po' a reagire e insegnasse loro a chiamare le cose con il loro nome. Il soldato Rossi non va brutalizzato perchè se è morta la mamma non è colpa sua, nella staticità della mia generazione ci sono invece corresponsabilità. Il fatto che abbiamo perso la capacità di incassare una critica dura è un problema, e andare incontro a questo deficit di carattere renderebbe il governo complice, non accorto.

    RispondiElimina
  3. Se queste ultime esternazione fossero state fatte da membri del precedente governo, dubito che ci sarebbe tutta questa diplomazia in giro. Il concetto espresso da Monti non è fuori luogo, ma fuori tempo: se esistesse un mercato del lavoro nel quale si POTESSE scegliere senza star fermi mesi (quando va bene) o essere sfruttati (quando va benissimo), ben venga cambiare di tanto in tanto, magari seguendo le proprie passioni o nuovi stimoli, ma nella realtà in cui viviamo oggi a me, ventiseienne laureato e con un master, traduttore/collaboratore esterno che deve elemosinare i lavori e che fino a un anno fa faceva il barista a Londra, le parole di Monti sono suonate proprio come una presa per il culo.

    RispondiElimina
  4. Claudia: se è per questo, gli interlocutori hanno perso loro stessi il senso del dialogo. Se tu vuoi vendermi che, che so, la mobilità è una bellissima idea mentre io penso che sia una stronzata, devi spiegarmi il perché e il percome e i problemi delle alternative. Se invece mi dici, come sostanzialmente fanno loro, che se non accetto la mobilità sono uno sfigato o uno scansafatiche o uno che non capisce niente, mi pare più che normale che non mi convertirò alla tua posizione ma, al contrario, mi arroccherò ancora di più sulla mia.

    O per dirla in altro modo: le critiche le accetto tutte, la paternale moralistica se la possono tenere.

    RispondiElimina
  5. non sia mai, avere la lingua attaccata al cervello è un optional.

    RispondiElimina
  6. claudia e demart sintetizzano il mio pensiero. Aggiungo che questa pretesa dell'utilizzo del "tatto" quando bisogna dire qualcosa di spiacevole è tutta italiana, e viene spesso vista dall'estero semplicemente come un essere falsi.
    O avrei dovuto dire "come un a volte soppesare troppo le parole dando l'impressione - ma non pensate male io non lo credo e comunque scherzavo - di non andare al dunque per paura di ferire l'altra persona o ancor peggio per paura di non potergli chiedere favori dopo" ?

    RispondiElimina
  7. claudia e demart sintetizzano il mio pensiero. Aggiungo che questa pretesa dell'utilizzo del "tatto" quando bisogna dire qualcosa di spiacevole è tutta italiana, e viene spesso vista dall'estero semplicemente come un essere falsi.
    O avrei dovuto dire "come un a volte soppesare troppo le parole dando l'impressione - ma non pensate male io non lo credo e comunque scherzavo - di non andare al dunque per paura di ferire l'altra persona o ancor peggio per paura di non potergli chiedere favori dopo" ?

    RispondiElimina
  8. secondo me al di là del linguaggio e del tatto, è proprio sbagliato il concetto. sono al governo, invece di criticare i cittadini perché c'è poca mobilità devono metterlo nelle condizioni di poter accettare le "sfide", come le chiamano loro. necessitano di uno stipendio e un contratto che gli dia possibilità di stabilirsi in una nuova città, di servizi come asili nido e scuole perché se vanno lontani da mamma e papà non avranno più chi gli guarda i figli, devono fare in modo che se tizio perde il lavoro oggi e ne trova uno nuovo tra sei mesi non debba in questi sei mesi vivere d'aria. ma non lo fanno, preferiscono denigrare. salvo poi scoprire che la figlia della fornero sta vicino a mamma e papà e lavora insieme a mamma e papà.

    RispondiElimina
  9. Slovakadventures, temo di non essermi fatto capire. Intendevo dire che non è una boutade alquanto rozza alla Borghezio o peggio un errore di comunicazione come quelli (presunti) del governo Prodi, ma un uso consapevolissimo delle parole.
    E nel merito non sono per nulla favorevole al concetto espresso in maniera tanto brutale, volutamente brutale.
    Cioè personalmente rifiuto tanto il contenuto quanto la forma, che lo rispecchia fedelmente.

    RispondiElimina
  10. C'è sempre questa idea un po' vetusta che il Governo sia una specie di genitore che deve educare i propri figli e sembra che ogni esternazione del Governo possa essere oggetto di manuali di pedagogia.

    Il che mi fa capire quanto, anche quelli che si credono "avanti", come il nostro, sia invece indietro. Indietro come gli esponenti del Governo che non riescono a uscire da questa empasse dando l'impressione di genitori un pò austeri che tirano le orecchie ai figli un pò indisciplinati da una parte ed un pò indolenti dall'altra.

    Certo si farebbero passi avanti da giganti se, invece di usare certe prassi comunicative, si cercasse di spiegare i vantaggi e, soprattutto, di legiferare in maniera tale da spingere i cittadini (giovani o vecchi che siano) ad assumere atteggiamenti virtuosi per la società perché vantaggiosi e non perchè "è giusto così".

    RispondiElimina
  11. Da un lato, è vero, gli esponenti di questo governo stanno facendo notevoli errori comunicativi.
    Però, mi sorge un dubbio: non è che se avessero usato altri toni le loro dichiarazioni sarebbero passate in secondo piano, quasi ignorate? La frase di Monti sul posto fisso è stata sbagliata: era facilmente decontestualizzabile e infatti è stata distorta. Però perlomeno se ne è parlato.

    RispondiElimina
  12. Sembra che chi parla si sempre un genio! peccato che spesso si sente parlare di gente che la laurea l'ha avuta pagando, o la cattedra l'ha presa per conoscenze, per non parlare dei dirigenti che spesso sono lì solo in quanto maglie di un sistema corrotto.

    Forse più che "tatto" serve la volontà di cambiare questo mondo non di renderlo ancora più legato a leggi di mercato che favoriscono solo pochi e rendono la vita invivibile e stressante!

    Poi largo ai giovani anche in politica, 'sti matusa se ne devono andare in pensione! Così create qualche posto di lavoro in più per qualche famiglia in più, inutile accumular ricchezza se poi siete ad un passo dalla tomba =P

    RispondiElimina
  13. C'è un piccolo problema, ed è il contatto con la realtà.
    Perché puoi pure chiedere di ragionare sullo stazionamento all'università, ma se poi l'ente per il diritto allo studio in Piemonte praticamente chiude (8000 borse non pagate) e quello veneto si accoda forse non sei nelle condizioni migliori per fare la predica.
    Puoi parlare di bamboccioni, ma se i prezzi di un appartamento in affitto sono del tutto sproporzionati agli stipendi e di mutuo non se ne parla senza posto fisso, stai semplicemente offendendo chi vorrebbe andarsene di casa, ma se la prospettiva è vivere in stanza doppia perché lo stipendio non permette di più ne fa a meno.
    Tutte frasi volute, condite da una facciadiculo impressionante: disponibili al confronto a parole, lo ignorano nei fatti (qui: http://www.ilcorsaro.info/saperi/246-fornero-torino).
    Insomma, nel mondo dei sogni sarebbe indelicatezza, e avresti ragione. In quello vero è pura e semplice arroganza.

    RispondiElimina
  14. C'è un piccolo problema, ed è il contatto con la realtà.
    Perché puoi pure chiedere di ragionare sullo stazionamento all'università, ma se poi l'ente per il diritto allo studio in Piemonte praticamente chiude (8000 borse non pagate) e quello veneto si accoda forse non sei nelle condizioni migliori per fare la predica.
    Puoi parlare di bamboccioni, ma se i prezzi di un appartamento in affitto sono del tutto sproporzionati agli stipendi e di mutuo non se ne parla senza posto fisso, stai semplicemente offendendo chi vorrebbe andarsene di casa, ma se la prospettiva è vivere in stanza doppia perché lo stipendio non permette di più ne fa a meno.
    Tutte frasi volute, condite da una facciadiculo impressionante: disponibili al confronto a parole, lo ignorano nei fatti (qui: http://www.ilcorsaro.info/saperi/246-fornero-torino).
    Insomma, nel mondo dei sogni sarebbe indelicatezza, e avresti ragione. In quello vero è pura e semplice arroganza brunettiana.

    RispondiElimina
  15. Come al solito faccio sempre bene a passare da questo blog, mi si muove il cervello.

    RispondiElimina
  16. ...sarò un po' complottista, però…
    Ho la sensazione che quando i ministri fanno queste sparate, non stanno parlando ai lavoratori, ai disoccupati e agli studenti a cui apparentemente si rivolgono.
    Credo che gli interlocutori e i destinatari di questa strategia di comunicazione siano altri: i "mercati"; la bce; gli operatori finanziari; una ben precisa parte dell'elettorato, o addirittura l'opinione pubblica tedesca. Il governo è ben consapevole di alzare dei piccoli polveroni (mica sono dei brocchi questi) proprio per dar visibilità ad una linea d'intenti (specie su un piano internazionale) e si sta preoccupando di apparire fedele alla linea liberista/rigorista che ci è richiesta da fuori. E' un'operazione d'immagine, in cui un certo grado di scandalo e sconcerto mi sembra prevista e voluta.
    Questi sono giorni cruciali, in Grecia si sta giocando una partita decisiva, non credo che nessuno di questi tizi stia parlando a caso...proprio ora.
    Che poi tutto ciò sia virtuoso o perverso, è tutt'altro discorso.
    Personalmente propendo per il perverso.

    AleG

    RispondiElimina
  17. sono d'accordo che le parole usate da queste persone, Martone, Monti e ora la Cancellieri, sono inappropriate e che avrebbero dovuto dosarle meglio. vero è anche che i giornalisti spesso estrapolano proprio 'quella' parola da tutto un discorso più ampio per scrivere il loro bel titolo scandalistico. vero è ancor di più che quelle affermazioni, indipendentemente da chi le ha dette, descrivono perfettamente le caratteristiche di una buona parte, forse la maggioranza, dei giovani italiani. per fortuna ce ne sono tanti volenterosi, concreti e dinamici, disposti ad andare in giro per il mondo per inseguire il lavoro dei loro sogni. ma tanti, troppi giovani stazionano all'università senza sapere cosa vogliono dalla vita, si lamentano del loro lavoro precario (o del fatto che non ne hanno uno) ma di alzare i tacchi e trasferirsi in un'altra città non vogliono neanche sentir parlare, e così via. è la mentalità di questo paese che deve cambiare, e il fatto che queste affermazioni producano tanto livore è la dimostrazione che siamo ancora tanto, tanto indietro. inoltre, prendersela sul piano personale con queste persone invece che estrapolare ciò che è stato detto per farci un esame di coscienza è dimostrazione del davvero basso livello culturale di questo paese. quell'antico detto cinese diceva: 'Quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito'. in questo caso mi sembra che stiamo guardando il dito.

    RispondiElimina
  18. Sarò forse che ho troppa fiducia nel genere umano ma, se all'apparenza la maggior parte dei giovani non sa cosa vuole e ci sono solo pochi disposti a piegarsi al sistema, a me viene da pensare che in realtà ci sia un grosso problema a monte piuttosto che un'intera generazione di incompetenti.

    Sarà poi anche l'esempio specifico della mobilità che mi lascia perplesso. La mia casa nuova, i miei parenti, i miei amici, i miei club, il mio ragazzo, sono tutti in un raggio di 50km al massimo. Trasferirmi oltre regione richiederebbe stravolgere radicalmente la mia vita, e tutto in nome di cosa? Di un contratto di due anni se va bene, comunque sottopagato rispetto alla media europea? Il gioco non vale la candela.
    Perché non si guarda invece a soluzione moderne come il telelavoro, che permetterebbero di assumere lavoro impiegatizio a distanza senza tutti i costi inerenti alla mobilità? Forse perché i padroni perderebbero il controllo preciso delle ore dei dipendenti, e dovrebbero invece (*shock*) cominciare a fidarsi?

    Perché il problema base, anche al di sotto di queste dichiarazioni dei politici, in realtà mi pare quello: nessuno si fida del privato cittadino che è solo un ladro e un approfittatore, solo i politici e le aziende fanno il bene del paese e non pensano mai al proprio, anche quando cose come la recente bolla finanziaria dimostrano l'esatto contrario.

    RispondiElimina
  19. Eh no, CosmicMummy! Casomai sono i ministri in questione che vogliono farci vedere il dito per nascondere la luna. Fuori di metafora, ci vogliono far credere che la causa della crisi siamo noi stessi e non i loro amici banchieri, finanzieri e affaristi vari. Non hanno la minima intenzione e/o capacità di risolvere i NOSTRI problemi, ma i LORO e vogliono convincerci che siamo noi stessi causa del nostro male. Non facciamoci prendere per in giro, se no sai dove ce lo ritroviamo quel dito?!

    RispondiElimina
  20. Eh no, CosmicMummy! Sono proprio i ministri in questione che vogliono farci vedere il dito per nascondere la luna! Fuori di metafora, stanno cercando di convincerci che siamo noi stessi causa del nostro male e non i loro amici banchieri, finanzieri e affaristi vari. Non vogliono e non possono risolvere i NOSTRI problemi (non li hanno messi lì per questo), ma quelli di coloro che devono continuarea fare la bella vita sulle nostre spalle. Ecco allora la retorica dell'occupabilità, della responsabilità individuale, dell'individuo artefice del proprio destino, bla, bla, bla... Non fatevi incantare se no sapete dove ve lo ritrovate il dito, no?!

    RispondiElimina
  21. Si, secondo me sbagli.
    Non essendo dei politici di professione non si preoccupano di fare i ruffiani con i possibili elettori, e chiamano le cose con il loro nome, e secondo me fanno bene.

    Da qualche anno sotto casa mia ha aperto un negozio di kebab: il gestore è un curdo scappato dalla guerra in Iraq, entrato come clandestino, ha lavorato come un mulo, dormito sotto i ponti, messo i soldi da parte e oggi ha aperto una bottega che fa il miglio kebab della zona e c'ha la fila di clienti... quando sento lamentarsi un giovanotto di 35 anni che vive con mamma e papa perchè non riesce a trovare un posto fisso da giacca e cravatta mi viene solo che da mandarlo affanculo.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.