A me piacerebbe tanto essere governato da qualcuno che abbia una visione laica della prostituzione.
Qualcuno che fosse capace di operare una distinzione chiara tra le donne che si prostituiscono perché vi sono costrette e quelle che lo fanno per propria scelta, senza prestare il fianco alla solita panzana confessionale e radical chic secondo la quale liberamente, in fondo in fondo, una donna non si prostituisce mai; e che immediatamente dopo creasse le condizioni per trarre in salvo le prime, punendo severamente chi le ha ridotte in schiavitù, e per assicurare alle seconde la possibilità di esercitare il proprio mestiere in modo sereno, regolare e sicuro, nonché di poterlo cessare dedicandosi ad altro quando decidono di farlo.
Qualcuno che avesse il coraggio di dire che la scelta della signora Rossi, che dovendo sbarcare il lunario decide di vendere il proprio corpo, è rispettabile -esattamente- quanto quella della signora Bianchi, che invece opta per andare a lavare le scale nei condomini.
Qualcuno che finalmente si decidesse a far notare che i favori, le agevolazioni, le scorciatoie ottenute sul lavoro attraverso la lap dance, la pecorina e la fellatio non sono affatto -ma neanche un pochino- più spregevoli e scandalose di quelle raggranellate attraverso l'adulazione, la piaggeria e il servilismo.
Qualcuno per cui fosse chiaro che se una donna si prostituisce, e lo fa in modo consapevole e libero, non sta ledendo in alcun modo né la propria dignità, né tantomeno quella delle altre donne.
Qualcuno che riuscisse a farsi uscire di bocca che maschilismo e prostituzione libera non sono per niente connessi, e che un'irreprensibile moglie tutta casa, catechismo e lavoro può alimentare il sessismo dilagante in modo molto più drammatico rispetto a una escort che cede le proprie prestazioni in cambio di denaro.
Qualcuno che, infine, dopo aver detto e è pensato tutto ciò che precede lo traducesse in leggi, saltando a pie' pari l'ipocrisia di cui questo paese è inzuppato come una spugna -a destra e a sinistra- e vincendo la tentazione di diventare, in un modo o nell'altro -perché c'è gusto, e tanto, a guardare le cose dall'alto e sentirsi migliori degli altri giudicando quello che fanno-, più bacchettone dei preti.
Da uno così, mi piacerebbe essere governato.
Che dite, chiedo troppo?
Immagino quanto può essere "libera", "serena" e "consapevole" la scelta di una donna che vende il proprio corpo... deve proprio essere la massimo aspirazione di libertà che una donna deve avere...
RispondiEliminaComunque solita logica bacata che se esiste la corruzione e i favori, invece di cercare di eliminare quelli tradizionali, si cerca di legalizzare tutti quelli "non tradizionali".
chiedi troppo? non lo so, non hai detto quanto vuoi di bocca.
RispondiEliminaInvece la scelta di quella che va a fare le pulizie è libera, serena e consapevole? Ma poi chilo decide, tu? E chi sei, tu per deciderlo? Poi dicono dei preti...
RispondiEliminaD'accordo su tutta la linea.
RispondiEliminaE penso che non sia solo un problema di influenze cattoliche. L'Italia del dopoguerra ha sviluppato una forma di ipocrisia perbenista peggiore di quella dell'Inghilterra vittoriana. E' questo che paralizza l'evoluzione su determinati argomenti, che tutt'oggi sembra che vengano trattati solo con posizioni e stereotipi degni di Totò, Peppino e la Malafemmina. Senza contare che, da donna, trovo molto più maschilista il mancato riconoscimento della prostituzione che non la sua legalizzazione!
Quanto a Mattia Paoli, considerare la prostituzione come mero mezzo per la corruzione è quanto meno miope.
RispondiEliminaLa prostituzione nasce, prospera e prosegue al di fuori dei palazzi di potere. L'unico motivo per cui adesso è usata come mezzo di corruzione è che il precedente presidente del consiglio aveva un evidente problema di machismo. E sono covninta che legalizzarla DI NUOVO (perchè non dimentichiamoci che lo era, eh!) aiuterebbe a tirarla fuori dai giochi di potere...
No, probabilmente non lo è nemmeno quella, per esserne sicuri bisognerebbe chiederlo a chi la fa...
RispondiEliminaMa poi fammi capire, visto che esistono persone costrette a fare le pulizie, possono esistere anche persone costrette a prostituirsi?
Ma la società deve puntare a uniformarsi alle persone che sono costrette a fare questi lavori? Perché mai il contrario?
PS: ma tu hai mai conosciuto uno che di lavoro aspirasse a fare le pulizie o a prostituirsi?
"Considerare la prostituzione come mero mezzo per la corruzione è quanto meno miope"
RispondiEliminaMai detto infatti, mi riallacciavo solamente a quanto detto da Metilparaben nel suo post.
Sai qual è il punto, Mattia? Nel sistema in cui viviamo TUTTI "mercificano" il loro corpo. Tutti lo vendono. TUTTI. C'è chi vende i suoi occhi, chi le sue mani, chi le gambe, chi la schiena. E' il sistema che funziona così. Allora delle due l'una: o tu metti in discussione il sistema, nel suo complesso, perché chiunque lavora "mercifica" una o più parti di sé, oppure se ci resti dentro consenti che si mercifichino anche il culo, la fica e via discorrendo. Non c'è alternativa.
RispondiElimina@Mattia Paoli
RispondiEliminamah. Una donna può scegliere consapevolmente, tra l'opzione 1 - fare la cassiera al supermercato lavorando pure la domenica per 700 euro al mese sperando nel rinnovo - e l'opzione 2 - approfittare della propria avvenenza per lavorare 3-4 notti la settimana guadagnando 10 volte tanto -
Cosa farei io? Boh. Non sono una donna, ho degli sbocchi di carriera diversi.
Però perchè dobbiamo decidere con la testa degli altri?
Mi pare lo stesso dilemma del velo: nei paesi islamici le obbligano a portarlo per difendere la loro dignità e non essere donne-oggetto, in molti paesi occidentali le obbligano a non portarlo per difendere la loro dignità contro le imposizione machiste (è quantomeno curioso che gli argomenti dei ayatollah e di buona parte della società occidentale siano simili...).
Ma far decidere ogni singola donna se portare quel cacchio di velo, no?
"Sai qual è il punto, Mattia? Nel sistema in cui viviamo TUTTI "mercificano" il loro corpo. Tutti lo vendono. TUTTI. C'è chi vende i suoi occhi, chi le sue mani, chi le gambe, chi la schiena. E' il sistema che funziona così. Allora delle due l'una: o tu metti in discussione il sistema, nel suo complesso, perché chiunque lavora "mercifica" una o più parti di sé, oppure se ci resti dentro consenti che si mercifichino anche il culo, la fica e via discorrendo. Non c'è alternativa."
RispondiEliminaNon hai mai studiato un'acca di psicologia/sociologia e non sai che vendere le mani o il culo sono due cose che hanno conseguenze ben diverse a livello psicologico, per una donna. Per questo fai discorsi che non stanno in cielo nè in terra, credendo che a una donna tanto faccia muovere un mocio o aprire le gambe di fronte a uno sconosciuto, o a un disabile che non può permettersi di stare con una donna, o a uno che sta tradendo la moglie.
Quello che fa o non fa a una donna credo sia in grado di deciderlo lei, da sola. Oppure sei tu che devi decidere per lei, perché sei più intelligente, o addirittura perché vedi dentro di lei meglio di quanto non sappia fare lei stessa?
RispondiEliminaVi segnalo questa conferenza nazionale sulla legalizzazione della prostituzione che si terrà a Roma Sabato 21 aprile (questo sabato): http://www.certidiritti.it/conferenza-nazionale-sulla-legalizzazione-della-prostituzione
RispondiEliminanon sono d'accordo con l'articolo, trovo che tra il non imporre la propria morale agli altri e tra imporre agli altri di non avere morale ci sia una bella differenza. Quindi no la scelta della signora Rossi non è rispettabile come quella della signora Bianchi, ma neppure lontanamente. Però non ho nessun problema con la legalizzazione della prostituzione a patto che non mi si chieda di rispettare una prostituta per scelta.
RispondiElimina@ Stefano, che dice: "Cosa farei io? Boh. Non sono una donna, ho degli sbocchi di carriera diversi."
RispondiEliminaEsistono anche gli escort maschi, e non vedo perche' da questo punto di vista un uomo debba sentirsi diverso da una donna e non immaginare di poter vendere il proprio corpo.
Dimostri sempre di più di non conoscere la psicologia e consideri TUTTE le scelte consapevoli, a prescindere.
RispondiEliminaSono d'accordo con quello che scrivi, Metilparaben? Non credo. Non lo so. Alla fine non è neanche importante.
RispondiEliminaVogliamo legalizzarla, la prostituzione? Si, va benissimo.
Però poi non si pretenda che la donna che fa quel mestiere non possa essere considerata alla stregua di un distributore di merendine.
@Tribe
RispondiEliminac'è una _grossa_ fetta di donne che si concede ad uomini per i motivi più disparati, dal 730 al ticchettio dell'orologio biologico. Dal tuo punto di vista, tutte donne senza morale. Perchè non cambia granchè, solo hanno il cliente unico.
E poi scusa: non ti viene l'orticaria a dare giudizi morali? Per me è peggio sacrificare la propria vita al lavoro, meglio darla via. Oppure considero immorale il matrimonio, perchè si basa su una promessa congelata in un istante mentre tu e il tuo partner cambiate. Però quando due miei amici mi annunciano le nozze, non esco con uno 'che schifo'.
Post interessante, commenti altrettanto interessanti!
RispondiEliminaIo penso che la tanto agognata parità sessuale non verrà raggiunta sin quando io (donna) non sarò libera di prostituirmi e il mio sarà riconosciuto un mestiere. Senza stare sotto il pappone di turno o giri peggiori di droga o peggio ancora dover usare preservativi scaduti oppure cedere alle minacce di un uomo che ti chiede di farlo senza preservativo “sennò non sento e se non sento non pago” (mica si mette nelle orecchie,cazzo!), così ti prendi qualche malattia oppure resti incinta e sei costretta ad abortire, sai come? T’infilano un ago di 20cm e aspirano il feto. Non è fantascienza , sono racconti di donne che hanno venduto il corpo, ma la dignità non l’hanno persa. Mattia parli di psicologia, dovresti sapere che usare il proprio corpo per lavoro non è una novità, la sottoscritta ha fatto 4 anni di accademia di danza classica e credimi il mio corpo era il mio lavoro. Mi dirai "sì, ma quella è arte" , bhè, l'arte è piacere. E se un uomo vuole pagare una donna per avere del piacere in cambio e la donna lo fa di mestiere, benvenga. Come in tutti i lavori il cliente può essere: malavitoso,fedifrago, politico, prete, rabbino, immam. Che poi dico eh, invece che fare ste ondate di assalto di controlli fiscali, legalizzate la prostituzione e amen e far sì che come per gli operai abbiano gli strumenti adatti per non morire sul lavoro.
Così magari possiamo concentrarci su problemi un tantino più seri per le donne come l'aborto, la pillola, coppie di fatto, inseminazione artificiale, licenziamento per la maternità e altre cose che ti fanno maledire i tuoi genitori di averti fatto nascere in Italia .
@Mattia
RispondiEliminaci sono sicuramente donne che tra i 700 euro al mese per pulire le scale e darla via hanno già lo straccio in mano.
Così come ce ne sono altre, con una diversa sensibilità, che preferiscono prostituirsi un tot di anni magari piuttosto che pulire le scale.
Vuoi scegliere tu per loro?
E soprattutto:
"Dimostri sempre di più di non conoscere la psicologia e consideri TUTTE le scelte consapevoli, a prescindere."
perchè, quante scelte della nostra vita sono consapevoli?
Post interessante, commenti altrettanto interessanti!
RispondiEliminaIo penso che la tanto agognata parità sessuale non verrà raggiunta sin quando io (donna) non sarò libera di prostituirmi e il mio sarà riconosciuto un mestiere. Senza stare sotto il pappone di turno o giri peggiori di droga o peggio ancora dover usare preservativi scaduti oppure cedere alle minacce di un uomo che ti chiede di farlo senza preservativo “sennò non sento e se non sento non pago” (mica si mette nelle orecchie,cazzo!), così ti prendi qualche malattia oppure resti incinta e sei costretta ad abortire, sai come? T’infilano un ago di 20cm e aspirano il feto. Non è fantascienza , sono racconti di donne che hanno venduto il corpo, ma la dignità non l’hanno persa. Mattia parli di psicologia, dovresti sapere che usare il proprio corpo per lavoro non è una novità, la sottoscritta ha fatto 4 anni di accademia di danza classica e credimi il mio corpo era il mio lavoro. Mi dirai "sì, ma quella è arte" , bhè, l'arte è piacere. E se un uomo vuole pagare una donna per avere del piacere in cambio e la donna lo fa di mestiere, benvenga. Come in tutti i lavori il cliente può essere: malavitoso,fedifrago, politico, prete, rabbino, immam. Che poi dico eh, invece che fare ste ondate di assalto di controlli fiscali, legalizzate la prostituzione e amen e far sì che come per gli operai abbiano gli strumenti adatti per non morire sul lavoro.
Così magari possiamo concentrarci su problemi un tantino più seri per le donne come l'aborto, la pillola, coppie di fatto, inseminazione artificiale, licenziamento per la maternità e altre cose che ti fanno maledire i tuoi genitori di averti fatto nascere in Italia .
chiedi civilizzazione e apertura mentale, in pratica un'utopia e non solo per il paese in cui viviamo ma anche per l'epoca in cui viviamo.
RispondiEliminache possiamo dire di essere evoluti e tutto quello che vuoi, ma la verità è che la nostra mentalità è molto più vicina al medioevo che all'epoca attuale. d'altronde abbiamo schemi mentali che si sono formati in tempi antichissimi e solo fino a pochi decenni fa erano ancora adatti alla nostra società. per cambiarli serve uno sforzo di volontà, razionalità ed empatia verso il prossimo mica da ridere, per non parlare dell'educazione che però deve partire dalla famiglia, se no sarà abbastanza inutile.
Stefano:
RispondiElimina"Vuoi scegliere tu per loro?"
No, vorrei che loro scegliessero per loro. E che siano nelle condizioni di scegliere consapevolmente e liberamente. Sono quindi convinto che, in queste condizioni la percentuale di donne che scelgierebbe comunque di prostituirsi sarà bassissima, appunto perché a livello psicologico, per una donna, prostituirsi non è come pulire le scale.
"perchè, quante scelte della nostra vita sono consapevoli?"
Nel limite del possibile nella mia tante, nella vostra non so. Vorresti per caso dire che visto che solitamente nella vita le scelte consapevoli sono poche, una in più o una in meno fa poca differenza?
una parola sulla prostituzione:
RispondiEliminaQuanto?
sono triste a leggere alcuni commenti di persone che vorrebbero addirittura imporre a qualcun'altro come sentirsi....è giusto essere liberi di non fare ciò che non si vuole ma è anche giusto essere liberi di fare ciò che si vuole,dato che stiamo parlando di cose che non danneggiano nessuno....ripeto,se fatte in libertà.
RispondiEliminap.s.non si vende "il proprio corpo",si vende una prestazione.esattamente come chiunque altro.prima di farvi idee così ferreee parlate con chi lo fa davvero in libertà invece di fantasticare.
RispondiEliminaLo scrive una donna:
RispondiEliminaMammagari accadesse!
Lo scrive una donna:
RispondiEliminaMammagari accadesse!
@Mattia Paoli
RispondiEliminaDai tuoi commenti si può evincere tanto:
Se hai una donna al tuo fianco io me la immagino come Madga di Furio, ti fai troppe pippe mentali e scusami se mi ritengo offesa da questo voler difendere le donne dal cattivone Metilparaben che ci vorrebbe prostitute di libera scelta e vocazione, se mi devo difendere lo faccio da me, non parlare tu al posto mio nè tantomento al posto di chiunque altra, abbiamo la lingua e anche il cervello, sappiamo difenderci da sole.
E' anche vero che esistono donne che non sanno difendersi, questo grazie a quelli come te, che pensano per noi, scelgono per noi e parlano per noi.. mi sa di maschilismo e di medioevo.
Percentuale di donne che si potrebbero prostituire? Non hai idea di quante effettivamente ne sarebbero. Ah, prostituirsi, secondo mio modestissimo parere, è molto più divertente che pulire le scale, non ti dimenticare che c'è la possibilità di scelta, o hai nella mente la visione del camionista canottiera bianca sudato puzzolente in mente? se è così allora vivi di stereotipi, allegria!
Giudichi la gente a distanza e poi sono io quello che vive di stereotipi, lol :D
RispondiEliminaHai rosicato eh?
RispondiEliminaIo giudicherò la gente a distanza, sicuramente, ma questo è il bello di postare su internet, il poter essere "preso di mira" da qualcuno se si dice qualcosa di non condivisibile, fa parte del gioco.
Da donna che non sceglierebbe di prostituirsi sono d'accordissimo con Metilparaben. E sono contenta di constatare che la stragrande maggioranza (tutti?) di coloro che intendono decidere per gli altri sono uomini. Non perché gli uomi siano peggio in quanto tali, ma perché parlano di ció che non sanno. Un po' come il papa ed i vescovi...
RispondiEliminaAh, qui si parla di prostitutE e se ne parla come se fossero tutte donne, in realtá non é cosí. Ma immagino che ai moralisti importi molto meno regolare il comportamento di altri uomini.
Uno persino vuole decidere "di non rispettare" una donna che si prostituisce per scelta - per me la vera immoralitá é decidere di NON rispettare una persona per scelte sue indipendenti, senza che questa del male a nessuno.
Di solito quando sono d'accordo con te condivido e basta, ma stavolta commento.
RispondiEliminaMi colpisce che siamo proprio noi donne ad appoggiare questo tuo punto di vista, mentre i commenti piu' contrari vengono dagli uomini. Il commento di Benedetta e' molto bello, e anche io penso che la liberta' della donna passa anche attraverso la scelta dell'uso del proprio corpo, o della propria dignita'. E' vero quello che scrivete in tanti sull'alternativa al lavare le scale, se non fosse pero' che a volte si va a battere obtorto collo, e in quel caso si profila una terza via, tra il pappone e la libera scelta.
Poi mi chiedo sempre chi e' che va con la prostituta novantenne che staziona ogni mattina dove era il granteatro a Roma.
Naturalmente il ragionamento vale anche per il furto, non vorremo mica restare prigionieri di obsolete convenzioni?
RispondiEliminaVi vorrei vedere, voi illuminati che date dei bacchettoni agli altri, aspettare la vostra signora che torna dal "lavoro".
@Mattia
RispondiEliminaè prostituzione anche sposarsi in cambio di una sicurezza economica, lo fai solo con la stessa persona e per l'amore magari cerchia altrove.
Conosco qualche escort, e tra questi in molti sono ben felici di guadagnare un bel po' a botta e poter dedicare il resto del tempo ad altro, specialmente quando possono scegliersi i clienti. Non credo che gli analoghi femminili siano molto diverse.
@Mattia
RispondiEliminascusa fammi capire dovremmo istituire una commissione etica - presieduta da te suppongo - che decida caso per caso a chi consentire di prostituirsi perché "serenamente" convinta e a chi no?
Qui si sta parlando di libertà, o di libero mercato se preferisci, non di consulenze psicologiche per indirizzare le nostre ambiziose ragazze verso il tipo di carriera che più si confà al proprio profilo psico-attitudinale.
Siamo una società liberale e quindi compiuti i 18 anni sei libero di espatriare, unirti ad un circo e perfino votare per emeriti imbecilli alle elzioni.
Ho un amico idraulico che fa l'idraulico solo perché al padre faceva piacere che continuasse la sua professione. Quindi ora che facciamo gli togliamo la partita IVA?
a domanda rispondo. SI
RispondiEliminaHm. La questione della libera scelta è piuttosto fondamentale e contemporaneamente terribilmente scivolosa.
RispondiEliminaFino a che punto c'è libera scelta se c'è la necessità economica? Una donna povera che "sceglie" di prostituirsi compie effettivamente una scelta libera? E una donna povera che sceglie di lavare le scale? E cosa succederebbe se la scelta fosse tra prostituirsi e lavare le scale a 1500 euro al mese (che sarebbe equo stante che è un lavoraccio? Ossia tra diventare ricche prostituendosi ed avere uno stipendio accettabile con un altro lavoro?
E d'altra parte se non esistesse la povertà o lo spettro della povertà o la necessità pura e semplice di mantenersi, chi mai lavorerebbe? Io certo no: starei tutto il giorno a bere bianchetti sulla spiaggia. Quindi un discorso del genere è parzialmente monco perchè parla in astratto della libertà senza indagare le motivazioni economiche.
@giovanni
RispondiEliminaQui si parla di libere scelte che non nuocciono a nessuno, il furto invece..
Sai quante coppie si tradiscono a vicenda e mettono in crisi un rapporto fatto d'amore (che l'amore va oltre il possesso di un corpo) perchè sentono la necessità di conoscere altre persone, incontrarle e magari farci del sesso senza nulla togliere alla persona che amano?
Pensi che sia preferibile mentire e tradire e rinunciare alla persona che si ama o rinunciare in toto ad un rapporto "canonico" che riuscire a trovare una persona che capisca e condivida tutto ciò?
Detto questo, se si verifica questa condizione, ovvero una coppia esente da moralismi religiosi e brama di possesso, perchè non si può fare della propria attitudine un lavoro?
Esemplifico:
Se tua moglie è bravissima a fare le torte, è peccato farle mettere un negozio di pasticceria piuttosto che fargliele regalare al vicinato?
Apprezzo il tuo post fino in ogni virgola, Metil.
RispondiEliminaMa intanto la risposta alla tua domanda è: no, non chiedi troppo, chiedi l'impossibile.
Perché noi saremo sempre governati dal moralismo di gente che non sa cosa sia la laicità. Gente che può anche arrivare sinceramente a lasciarti pensare come vuoi, ma con la ferma, dogmatica fermezza, che solo il loro pensiero è unico e morale e degno di essere praticato.
Tu sei libero di errare, "povero" Metil.
Finché il sesso avrà a che fare con la morale, farsi scopare in regola è cosa cattiva, scopare le scale in nero è cosa buona e giusta.
E non parliamo del farsi scopare per puro diletto, più volte, variamente e ripetutamente. Orrore! Vade retro satana.
Continuiamo così: tutte sui viali in balia di magnaccia e violenza. E se si vuol por rimedio non si accetta che la prostituzione venga svolta in libera professione tassata, no!, non sia mai! Prostituirsi è peccato.
Che desolazione intellettuale. Che mancanza di fantasia, come direbbe l'intellettuale Fulvio Abbate.
Mi sorprende un po' il fatto che, comunque, quando si parla di donne l'alternativa proposta è tra prostituirsi e "lavare le scale". Cioè, una donna povera ha la sua alternativa solo in un lavoro tutto sommato "da donna", fare le pulizie... Magari, ci sono anche altre possibilità, come lei pure stare alla catena di montaggio. La logica mi sembra comunque sbagliata, in questo disegno. D'altra parte, le gerarchie della prostituzione ci mettono davanti al fatto che esiste una bella fetta di studentesse/laureate che esercitano il mestiere di escort, anche avendo alternative magari diverse da quella di fare le pulizie. Magari fare della ricerca, magari fare lavori di concetto. O magari no, perché é comunque più complicato inserire una giovane donna in qualcosa che non siano le pulizie, soprattutto in tempi di crisi, offrendogli condizioni dignitose di vita, prospettive per il futuro. Ma se una vive circondata da un'immaginario che le propone la soluzione del problema come grechina/velina/cartolina/sciocchina, magari non si pone più il problema. Magari, se fossimo un paese che pensa nella dignità dei lavoratori, il mestiere più antico del mondo tornerebbe ad avere le dimensioni di un fenomeno endemico di bassa intensità, e non più il centro del discorso. Esisterebbe, come è sempre esistito. Magari la prostituta che ha come alternativa fare le pulizie o altre attività remunerate degnamente, farebbe la sua scelta, così come la studentessa/laureata pure. Ma ci mancano modelli alternativi a queste due uniche alternative (darla/pulire). Ognuno deve poter essere libero di scegliere come mercificare il suo corpo e il suo cervello, anche le donne. Se continuiamo a vedere una donna povera come qualcuno che, comunque, non ha altre doti tranne quella naturale del corpo e quella INnaturale di pulire, non andiamo da nessuna parte. Restituire la dignità del lavoro anche alle donne, please!
RispondiEliminaFada: il punto è che una donna che sceglie di prostituirsi avendo a disposizione un altro mestiere appagante intellettualmente ed economicamente non crea problemi concettuali: è una sua scelta, e basta. Invece una donna che sceglie di prostituirsi perchè non ha altre possibilità pone dei problemi piuttosto profondi anche nel momento in cui esercitasse l'attività senza sfruttamento, protettori e simili. Quindi puntare l'attenzione sulla scelta "prostituta-pulitrice di scale" non è dovuto a maschilismo più o meno criptico ma al fatto che è un esempio significativo.
RispondiEliminascialuppe
Specifico meglio:
RispondiElimina->Se continuiamo a vedere una donna povera come qualcuno che, comunque, non ha altre doti tranne quella naturale del corpo e quella INnaturale di pulire...
Non è questo. È semplicemente che spesso una donna diventa povera non perchè non abbia altre doti ma perchè non ha altre possibilità. Specie di questi tempi.
approvo senza riserve.
RispondiEliminaNon capisco i PRO del proibire la prostituzione, soprattutto con i risultati che si stanno ottenendo ( o meglio "non ottenendo).
Qualcuno mi spiega come una prostituta possa avere più dignità in Italia, dove è proibito, piuttosto che nella viziosa Olanda?
Veramente, aiutatemi...
"scusa fammi capire dovremmo istituire una commissione etica - presieduta da te suppongo - che decida caso per caso a chi consentire di prostituirsi perché "serenamente" convinta e a chi no?"
RispondiEliminaNo, dovremmo semplicemente batterci perché ognuno non sia costretto a ricorrere alla prostituzione, certo se consideriamo diversa la prostituzione dal pulire le scale, cosa che io faccio...
"Qui si sta parlando di libertà, o di libero mercato se preferisci, non di consulenze psicologiche per indirizzare le nostre ambiziose ragazze verso il tipo di carriera che più si confà al proprio profilo psico-attitudinale."
Male, ognuno secondo me, dovrebbe fare quello per cui è portato, non quello che gli conviene di più, altrimenti prima o poi ne pagherà le conseguenze dal punto di vista psicologico. Se accade la seconda cosa, la società deve interrogarsi sul perché.
"Ho un amico idraulico che fa l'idraulico solo perché al padre faceva piacere che continuasse la sua professione. Quindi ora che facciamo gli togliamo la partita IVA?"
No, chiediamogli però se è contento del suo lavoro o se vorrebbe cambiarlo o se nella vita avrebbe fatto scelte diverse, traiamone poi le relative conclusioni.
L'argomento è complesso e secondo me non va affrontato con la superficialità del "speriamo che la gente sappia sempre quello che è meglio per lei", purtroppo non è sempre così... altrimenti come si spiega il fatto che come società proteggiamo la gente dai suicidi, dal tagliarsi le vene, etc...?
Tutto bene tranne le ultime due righe:
RispondiEliminaDa uno così, mi piacerebbe essere governato.
Che dite, chiedo troppo?
Vorrei che, chi mi governa, fosse uno così. Ma vorrei che, come persona che mi governa, avesse qualità ben superiori a queste.
Il post di metilparaben mi pare un po' troppo semplificatorio. Fa credere che regolamentando la "libera professione" o la prostituzione "per scelta" possa scomparire lo sfruttamento e la tratta o quanto meno si possa combatterlo meglio. E comunque i due concetti sopra menzionati non sono assolutamente sovrapponibili e il secondo in particolare è molto problematico e non definibile facilmente dal legislatore senza rischiare di danneggiare e accollare l'onere della prova su chi magari dichiara che l'ha scelto sotto ricatto di un protettore mafioso che rimane nell'ombra. Purtroppo la realtà non è così semplice e non è un caso che i governi stessi di tutto il mondo si arrovellino in lunghe discussioni. Non è moralismo o cattolicesimo, ma è la realtà di questo mondo ad essere veramente complicata. Tutti credono che in Germania o Olanda (paesi che hanno effettivamente regolamentato la prostituzione, e si faccia attenzione, hanno anche almeno di fatto permesso forme di sfruttamento da parte di terzi) la tratta e prostituzione minorile non esistano quasi e che tutto funzioni perfettamente. In realtà ci sono molti studi che dicono che addirittura è aumentata, approfittando della confusione generata da un più generale permissivismo rispetto a queste attività e comunque è un dato di fatto che non è scomparsa. Tante donne vittime di tratta che arrivano nei centri di accoglienza in Italia vengono da Amsterdam o dalla Germania. E Iana Matei nel libro "Minorenni in vendita" ci parla delle migliaia di minorenni rumene "importate" in Germania per i mondiali del 2006. Affianco a bordelli legali in Germania, Olanda e Svizzera, ce ne sono migliaia di illegali. Del resto era anche così in Italia prima della Merlin. E anche nell'Italia delle case chiuse legali non è che le donne stessero tutte allegre e felici, molte si autodefinivano "carne da macello" nelle lettere alla senatrice, la tutela della loro salute era in realtà un controllo formale per l'unica salute che contava, quella del cliente.Mi pare utopia del resto pensare alla possibilità che la prostituzione diventi un sistema libero e felice e women-friendly. Senza dilungarmi sugli aspetti specifici della prostituzione, mi limito a dire che non esiste in nessun settore un capitalismo rispettoso delle regole e dei diritti umani, ma ovunque ci sono forme di grave sfruttamento, lavoro nero, ricatti, nocività ecc.. Qui, in aggiunta, si tratta di prestazioni sessuali, quindi non proprio una passeggiata gestirle senza guasti per la propria psiche, e quasi impossibile non incontrare per via uomini particolarmente violenti o perversi. E questo è evidente non a un prete, ma a un qualunque psicologo. Comunque non è che se per qualcuno è una passeggiata, allora lo è anche per un altro e quindi ogni forma di pressione, sfruttamento o induzione dovrebbero essere attentamente contrastate. Attenzione, un lavoro come un altro significa invece dire che è proprio come fare l'operaio, l'avvocato o le pulizie e allora cosa c'è di strano se ci sono terzi in campo? Stiamo quindi sdoganando lo sfruttamento della prostituzione, ok amici, almeno chiariamocelo. Non più papponi, dunque, ma uomini e donne d'affari rispettabili. Poi magari sta alla lavoratrice protestare se l'hanno costretta a fare una prestazione sgradita col ricatto del licenziamento. E si sa che i lavoratori specie in questo periodo siano molto ma molto tutelati! Almeno oggi se una non ne puo più del suo sfruttatore, può chiamare i carabinieri e denunciarlo (con tutti i limiti che esistono, ma qua ci vorrebbe un romanzo). Dopo che faccio? Denuncio il mio rispettebile uomo di affari? Per cosa? Massimo diventerà competenza del diritto del lavoro, non più della legge penale. Sembra paradossale, ma sono tutte conseguenze del pensare la prostituzione come un lavoro perfettamente uguale agli altri.
RispondiEliminaNon capisco poi un'altra cosa connessa a questa: come si possa pensare seriamente che le mafie rinuncino ai loro affari mondiali (la tratta a scopi di sfruttamento sessuale è valutata da organismi delle Nazioni Unite come un giro d'affari colossale, dell'ordine di armi e droga) solo perché è stata istituita una prostituzione regolamentata! Da noi poi immagino disastri anche peggiori di quelli di Germania, Olanda e Svizzera, data la grande infiltrazione e commistione tra potere economico, politico e mafioso. Aprire qui un colossale bordello come l'Artemis tedesco, significherebbe molto probabilmente che il clan dei casalesi si comprerebbe una licenza corrompendo politici locali e mettendoci a lavorare schiave ricattate. Si può sicuramente distinguere teoricamente tra chi "sceglie" e chi "non sceglie" e le leggi sulla tratta considerano fortunatamente vittime di riduzione in schiavitù anche chi dà il proprio consenso se sottoposto a minacce e altre pressioni. Il problema però è che non ci sono solo le prostitute o le vittime di tratta, ma ci sono anche gli affaristi che campano sulla prostituzione altrui e questi ultimi sono potentissimi e mossi dalla semplice voglia di aumentare i loro profitti, sia pure vendendo bambine o ragazzine che sono più redditizie e più indifese. Soprattutto c'è il tema centrale della domanda di sesso a pagamento, che ha dei numeri così imponenti da non poter pensare seriamente che possa essere soddisfatta dalle poche donne adulte e vaccinate che scelgono questa vita davvero consapevolmente. I paesi che hanno regolamentato la prostituzione hanno visto anche un enorme aumento del turismo sessuale (io stessa ho letto dei siti di clienti che ne parlavano come delle mete europee più desiderabili). Il mercato risponde aumentando la tratta di donne e ragazze minorenni, anche con forme di inganno e ricatti. E quindi veniamo al punto centrale: la domanda. Oggi non è di pochi uomini che hanno particolari problemi relazionali o di handicap, come piace credere. Sono milioni e milioni e le inchieste parlano di più del 60% sposati o con fidanzata fissa. Mi chiedo, se si vogliono aiutare davvero le prostitute schiavizzate, perché si debba celebrare la regolamentazione facendo finta che cancelli questi orrori con un colpo di spugna e non si pensi invece mai a intervenire su questa domanda, con una radicale messa in discussione delle problematicità delle dinamiche maschili di relazione rispetto al sesso e alle donne, derivate dallo stesso modello maschile verso cui vengono educati tutti gli uomini fin dalla più giovane età. Possiamo raccontarcela come più ci fa comodo, ma finché ci sarà la domanda imponente che oggi conosciamo e finché tutto ciò sarà considerato "naturale" e immutabile (solo le donne hanno potuto fare una "rivoluzione sessuale", agli uomini è precluso?) ci saranno sempre anche le schiave.Gruppi di uomini che lavorano in tal senso per fortuna ci sono sempre più nel mondo.
RispondiEliminaMa avete visto la notizia? L'Unione euroopea ci salverà dai proibizionismi nostrani? Intanto le multinazionali del sesso ci credono e comprano le licenze ancora attive dopo la legge Merlin: http://antiperbenista.blogspot.it/2012/04/prostituzione-e-mercato.html
RispondiEliminaTu prospetti il paradiso, in un paese governato da CL e dai neocatecumeni.
RispondiElimina