22 aprile 2013
I brividi di Rodotà
Un altro conto, però, è la variegata sequela di castronerie che ho sentito pronunciare in televisione dai manifestanti di Piazza SS. Apostoli.
Un secondo settennato è incostituzionale (ma quando mai), è stato violato l'articolo 1 della Costituzione che affida la sovranità al popolo (questa è una democrazia rappresentativa, ragazzi), la "gente" voleva Rodotà (ma quale gente? quelli delle quirinarie? quelli, che manco si sono degnati di dirci quanti fossero, sarebbero la "gente"?), fino ad ipotizzare addirittura avventurosi "ricorsi" (ma quali ricorsi? e in quale sedi? e con quali motivazioni?) contro l'elezione di Napolitano.
Datemi retta: limitatevi alla politica, ed evitate di avventurarvi in territori che vi sono evidentemente sconosciuti.
Rodotà, quello di cui scandivate il nome in piazza, è un costituzionalista coi fiocchi.
A sentirvi dire quello che dicevate, credetemi, gli sarebbero venuti i brividi.
21 aprile 2013
Ecco perché no
Eppure Civati ve l'ha data, la risposta alla domanda che tambureggia da ieri: PD, perché non Rodotà? O meglio, ve l'ha data quasi tutta, lasciando a voi il compito (penoso) di completarla.
Rodotà non aveva i numeri, dice Civati. Il che equivale a dire che non sarebbe stato votato da una parte del PD tanto significativa da pregiudicarne l'elezione e "bruciarne" il nome.
Embè? Direte voi. Hanno bruciato i nomi di Marini e Prodi, non valeva la pena di rischiare di bruciare anche quello di Rodotà pur di tentare? Tanto, male che fosse andata, non sarebbe stato eletto comunque: e il partito sarebbe apparso dilaniato esattamente nello stesso modo che tutti hanno potuto vedere durante il primo e il terzo scrutinio.
Mica vero. E questa, abbiate pazienza, è la parte di risposta che Civati ha lasciato a voi.
Perché un conto è dimostrarsi divisi perché una parte dei propri parlamentari, avendo a cuore la "volontà popolare", non ci sta al cosiddetto "inciucio" col berlusca; un altro è rendere evidente al paese che cento o duecento di loro hanno poco o niente a che vedere con una visione laica e progressista del mondo e della politica. Anzi, che la schifano. La temono. La aborrono.
Cioè, in estrema sintesi, che il Partito Democratico non è quello che dice di essere.
Per questo la candidatura di Rodotà non poteva essere sottoposta al voto: perché avrebbe rivelato agli elettori del PD il fatto che il PD, nel suo complesso, non è affatto quello che loro pensano che sia; o, per dirla meglio, non è affatto ciò che lo stesso PD, alimentando colpevolmente un equivoco che va avanti sin dalla sua nascita, ha raccontato loro di essere.
Insomma: bruciare Marini e Prodi avrebbe mostrato un partito diviso; bruciare Rodotà avrebbe impietosamente disvelato un partito che prende per il culo i suoi stessi elettori.
Che dite, è sufficiente come risposta?
19 aprile 2013
Emma
Poi, mentre guardavo com'era, mi è venuto in mente che Emma è ancora eleggibile.
La Bonino, dico, non quella che canta.
E allora, avendo 'sto blog che sembra nuovo di zecca, ne approfitto e ve lo scrivo: Emma, volendo, si può votare.
Così, nell'ipotesi in cui non sappiate come venirne fuori vivi.
Perché sarebbe un modo fantastico di venirne fuori, sapete? Cioè, ve la cavereste rispolverando l'ipotesi che era la migliore sin dall'inizio. Mica male, eh?
Non so, magari ci avete già pensato. Magari le avrete pensate tutte, ci mancherebbe.
Però, nel dubbio, io ve lo ricordo.
Poi non dite che non vi ho dato una mano, eh?