Incombeva metà settembre. Di lì a qualche giorno l'odore dei libri nuovi mi avrebbe riportato, come sempre, alla vita solita che sarebbe durata un anno intero.
Però, da queste parti, ce n'era ancora per un pochino.
Una manciata di giorni di mare, il vento che pungeva dopo il bagno e quelle onde di dolore sconosciuto che iniziavano a muoversi sotto la pancia.
Un pugno di sere da uscire col golfino, il mondo in tasca, lei in piedi sul portapacchi della Safari con le mani appoggiate sulle mie spalle.
Sarebbe ozioso domandarmi cosa ne sia stato, del posto che andavo cercando nel mondo, o chiedermi perché quel posto sia cambiato tanto rispetto a come lo immaginavo, ammesso che lo immaginassi, allora.
Ciò che continua a stupirmi è quanto quel ragazzino di trent'anni fa, nonostante tutto, sia ancora adesso così simile a me.
cazzo!
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