27 dicembre 2006

Ostentazione fascista

Sull’Espresso, all’intervistatore che gli chiede se è ancora convinto come un tempo che un omosessuale non possa fare il maestro, Gianfranco Fini risponde:
«Certamente, perchè parlai di omosessualità ostentata. Per un bambino il maestro deve essere una figura serena, equilibrata. La preferenza sessuale è un fatto privato. Direi la stessa cosa di un maestro che in classe si vantasse di essere Rocco Siffredi».
Secondo Fini, quindi, dichiarare di essere gay equivale a confessare di essere dei perenni infoiati, sempre pronti a tirarlo fuori per inchiappettare qualcuno, con la lascivia dipinta sul volto e la smania irrefrenabile di prodursi in acrobatiche prestazioni sessuali non appena se ne abbia l’occasione (mi sembra che il riferimento a Rocco Siffredi, più o meno, significhi questo).
L’unico rimedio per fare in modo che questa depravazione venga tollerata è quindi nasconderla: o meglio non ostentarla, come afferma Fini, pescando dal mazzo un verbo che, da solo, qualifica l’omosessualità come atteggiamento del quale sarebbe bene vergognarsi.
Dia retta a me, onorevole Fini, smetta di farsi violenza e si mostri per quello che è: ricominci pure a chiamarli froci.

1 commento:

  1. Da quando Fini vuol fare il moderato e l'uomo di larghe vedute è addirittura peggio di prima...

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