02 marzo 2007

Lettera al Papa

Mi perdoni, Santità, se mi permetto di disturbarla in un momento nel quale Ella è tanto impegnata a difendere la vita e la famiglia da copiosi, subdoli e diabolici attacchi; il tenore della notizia che ho appena letto, tuttavia, mi spinge a farmi coraggio e a vergare queste poche righe, nella speranza che Ella voglia intervenire per porre rimedio ad un penoso equivoco che rischia di risolversi in un vero e proprio eccidio di massa.
Orbene, pare che in una regione della Cina sia stata approvata una legge che impone ad ogni albergo di installare almeno un distributore di preservativi (non uso questa parola a cuor leggero: confido tuttavia nel fatto che la finalità cui questa missiva è rivolta mi consenta di pronunciare simili bestemmie senza incorrere nell’altrimenti inevitabile castigo di Dio): ma ciò che è più orribile, Sua Santità, è che tale odiosa imposizione deve la sua ragion d’essere alla pretesa necessità di limitare la diffusione del virus HIV, imperversante in quelle già martoriate terre con implacabile accanimento.
Mi appello quindi alla Sua infinità misericordia, affinché Ella voglia far pervenire con serena urgenza alle locali autorità un augusto messaggio, dal quale esse possano apprendere di quale spaventoso malinteso siano cadute vittime: giacché, come Ella ha ribadito in più di un’occasione, il solo rimedio efficace contro il malefico contagio è l’astinenza dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, e non l’impiego di diabolici strumenti il cui unico scopo è quello di minare alle sue fondamenta la sacralità dell’istituto familiare.
Null’altro: confido, Santità, nel Suo cuore buono, con la speranza che Ella voglia estendere anche ai nostri fratelli lontani i Suoi santi precetti, infinitamente preziosi nella lotta contro il terribile virus.
Servo Suo in Cristo.
Alessandro Capriccioli

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.