«E' falso dire che l'esenzione è un problema della Chiesa Cattolica nei confronti dell'Ici, è un problema degli enti non profit nei confronti dell'Ici».Il nucleo della normativa vigente è ormai noto a tutti: l'esenzione ICI è concessa a condizione che gli immobili non siano destinati "esclusivamente" ad attività commerciali: ciò significa, esemplificando, che un fabbricato in cui si eserciti l'attività di bed and breakfast, nel caso in cui ospiti anche una cappella, può godere dell'agevolazione, poiché non destinato esclusivamente all'attività commerciale ma anche all'esercizio del culto.
Detto questo (che, per inciso, non è poco), il rilievo di Betori è astrattamente ineccepibile: l'esenzione dall'ICI per gli immobili non esclusivamente commerciali (formula, lo si deve dire, di un bizantinismo tanto ricercato da poter essere immaginato soltanto in un paese strambo come il nostro) non è concessa soltanto alla Chiesa Cattolica, ma anche alle altre confessioni religiose e agli enti non commerciali.
Non credo, tuttavia, che nel valutare la consistenza del rilievo si possa prescindere da un elemento brutalmente quantitativo: quanti sono gli immobili della Chiesa Cattolica in Italia? Quanti sono quelli di proprietà delle altre confessioni religiose? E, soprattutto, quanti sono quelli degli enti non commerciali?
Se si tiene conto del fatto che alcune stime indicano che il Vaticano possiede circa il 20% del patrimonio immobiliare italiano, mi sembra fin troppo evidente che l'analisi della situazione concreta conduca a risultati sostanzialmente coincidenti con le conclusioni che Betori può contestare esclusivamente sul piano della forma: chi si avvantaggia dell'esenzione, di fatto, è soprattutto la Chiesa Cattolica, perché tra tutti i beneficiari della legge è quella che possiede la maggior parte degli immobili; corrispondentemente, il gettito sottratto alle casse dei Comuni a causa dell'esenzione si deve in larga misura agli immobili vaticani, e solo marginalmente alle altre confessioni e agli enti non profit.
Se poi ci si vuole aggrappare stolidamente alla forma, e sostenere che noi si vada in giro a raccontare "baggianate", lo si faccia pure: a noi, che siamo notoriamente dei biechi relativisti, la sostanza interessa molto di più.
Che i bizantini di tutta Italia ci perdonino.
Il fatto che la chiesa cattolica sia definita "no profit" è già uno sconcio...
RispondiEliminaApplausi e odio per i bizantinismi (anche nell'arte)
RispondiEliminache coincidenza ero da rip a promuovere la stessa causa
Anche io rivendico il diritto di essere esentata dal pagamento ici: ospito svariate cappelle e senza fini di lucro!
RispondiEliminaHai ancora dimenticato la frase: fatte na pompa
RispondiEliminaCoi bizantinismi legali se la cavano anche stupratori ed assassini, la chiesa è in buona compagnia. Complimenti per il post delizioso e sottile. Quasi bizantiniano.
RispondiEliminaQuoto grendel.
RispondiElimina@grendel-> sottoscrivo.
RispondiElimina@1ps-> anche nell'arte, sì.
@anonimo-> :-D
@anonimo-> azz hai ragione...
@finazio-> ;-)
@illaicista-> se lo merita.
Ah, beh! l'esenzione ICI allora potrebbe chiederla anche il gestore di questo blog, visto che di cappell(at)e ne ospita una quantità notevole: ne edifica quai una al giorno. ;-)
RispondiEliminaGrazie per la pubblicità gratuita al mio misero blog.
God bless you all!
Che battutona! Mi sto sganasciando...
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